|54| La Testa

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Canzoni consigliate per la lettura del capitolo:
-Set fire to the rain (Adele)
-Love in the dark (Adele)

CHANEL
È passata una settimana da quel meraviglioso giorno del diploma ed ogni giorno penso a quanto sia stato bello, rivedendo mentalmente tutti i momenti migliori della giornata.
Torno in camera dopo essermi fatta una doccia ed infilo una tuta affinché possa sentirmi comoda in questo pomeriggio di relax. Dopo il trambusto di questo periodo, ho bisogno di rimanere un po' sola a fare una maratona di serie tv nella mia stanza.

Quando tutto sembra andare per il verso giusto, ecco la voce di mia madre che interrompe l'atmosfera di serenità.
"Chanel? Raggiungi me e tuo padre nella sala da pranzo. Dobbiamo parlarti." Rabbrividisco all'ascolto di quelle ultime due parole, perché so che non auspicano nulla di buono, ma proprio il contrario. Mentre scendo le scale, una parte di me è illuminata dalla speranza che le mie convinzioni si sbaglino, ma mi basta vedere i volti tesi dei miei genitori per capire che, in realtà, hanno tutte le ragioni del mondo.
"Ditemi." Li invito a parlare, mentre con lo sguardo cerco la presenza di mio fratello che pare essersi materializzato.
Non può avermi lasciata qui da sola. Mi dico incredula, ma poi mi correggo pensando che magari non ne aveva la minima idea.
"Prego, accomodati." Parla mio padre, seduto a capotavola e affiancato da mia madre che con una mano accarezza il suo braccio e con l'altra si sorregge la testa che, a quanto pare, è dolorante.
"Saremo brevi, anche perché per quanto possiamo cercare di girarci intorno, la tua reazione non cambierà." Confermo: questa conversazione andrà a finire molto male.
"Sempre che tu non sia abbastanza matura da capirci e dimostrarci il contrario." Aggiunge mia madre, continuando a guardarmi, per poi spostare lo sguardo su una delle sue riviste preferite aperte in bella vista sul tavolo.
"Mamma, papà, parlate. Non resisterò a lungo senza sapere a cosa vi state riferendo." Probabilmente, se ne avessi la possibilità, fermerei la mia vita a questo momento così da non dover affrontare ciò che sto per affrontare. Che sicuramente non sarà assolutamente niente di facile e piacevole.

"Tu e Carter dovete separarvi. Devi lasciarlo." Sento il mondo cadermi addosso, trascinando con sé tutto l'universo. La terra mi si apre sotto i piedi dandomi la sensazione di precipitare. Comincio a tremare, senza essere in grado di fermarmi.
"Cosa?" Dico, con la voce spezzata dall' irrefrenabile voglia di piangere e da uno sconcerto assoluto.
"Questa storia è durata fin troppo. Aspetti un bambino da lui e quando questa notizia verrà fuori, saremo esposti a troppe voci." Mio padre assume un tono di voce fermo ed autoritario. La postura dritta non tradisce neanche per un secondo la sua convinzione e per poco sento di dover svenire.
"Chanel, tesoro, Carter ha una cattiva influenza su di te... Prima ti trascina alle Maldive in un modo totalmente inappropriato ed improvvisato. Poi esce fuori che aspetti un bambino da lui... Ho addirittura scoperto che la sera del ballo delle debuttanti hai avuto un'accesa discussione con Jessica a causa sua!"
La voce di mia madre giunge ovattata alle mie orecchie, coperte da una rabbia ed un risentimento mai provati prima. Cerco di trattenere le lacrime e l'istinto di urlare contro di loro tirando fuori tutto ciò che tengo dentro da un po'.
"Insomma... da quando stai con lui sei così diversa... Non ti riconosco più. Ad esempio, la Chanel del passato non sarebbe mai partita per le Maldive da un secondo all'altro!"
Da quando stai con lui sei così diversa. Queste parole martellano la mia mente non dandole un attimo di tregua. Sono cambiata, è vero, ma in meglio. Non c'è niente che mi faccia più bene all'anima di Carter Stewart.
"Diversa, mamma? Solo diversa?! Io vivo da quando c'è lui" Alzo i toni, consapevole che tra qualche secondo mio padre mi farà la morale sull'importanza del rispetto verso la mamma.
"Voi non avete idea di quanto quel ragazzo mi abbia aiutata! Mentre voi eravate in giro per il mondo per le vostre stronzate io ero a casa con gli attacchi di panico con lui che mi teneva le mani! Mentre voi mi ricordavate chi sono e a che cazzo di ramo sociale appartengo e quanto fosse importante mantenere un certo decoro nel nostro stile di vita, LUI mi insegnava la felicità!"
Mio padre si alza da tavola e mi punta un dito contro.
"Adesso basta! Farai le valige e ti trasferirai a New York dai tuoi zii. Frequenterai una delle Università dell'Ivy League e prenderai una laurea!"

HEAD AND HEARTWhere stories live. Discover now