Il meglio di me. 1/2

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Scarabocchiò la sagoma di una rosa sul foglio, mentre cercava di renderla il più stilizzata possibile nella speranza che per quanto non fosse realistica, diventasse almeno riconoscibile cone un fiore.

Teneva lo sguardo basso e la testa alta, con la guancia poggiata sul palmo della mano sinistra, mentre la bic nera bloccata fra le dita continuava a seguire linee un po' sbavade e confuse.

Non era mai stato un campione del disegno, ma da piccolo gli piaceva così tanto che era finito per studiare online delle tecniche per perfezionare i propri bozzetti.

La sua era molta tecnica e poco talento vero e proprio, quindi forse anche per quello non lo elencava mai nelle sue passioni, ma piuttosto fra i suoi desideri.

Fece uscire l'ennesimo sospiro dalle labbra, mentre malediceva il fatto di aver scelto un foglio a righe piuttosto che uno a quadretti.

Ma mentre era perso nella propria bolla di solitudine, qualcuno ruppe quella quiete.

«Ehi Matti, che fai?»

Domandó una voce allegra prima di spettinargli i capelli, e il nominato alzò lo sguardo, più perché altrimenti lo avrebbe riempito di domande che perché realmente ne avesse voglia.

«Niente, disegnavo un po'.»

Rispose distratto.

«No, questo l'ho visto, intendevo-.»
Parló, prima di prendere una sedia dal banco di fronte a quello di Mattia e girarla per potersi sedere di fronte a lui.
«-perchè sei qua tutto solo?»

Il riccio alzò le spalle.
«Niente, pensavo un po'.»

E immediatamente un sorriso si fece spazio sul volto dolce della ragazza davanti a sè: fu in quel momento, in quell'espressione divertita e sbruffona che aveva assunto tutto d'un tratto, che Mattia pensò che la sua amica, con quel faccino candido contornato da mossi capelli castano ramato, fosse davvero bella.

«Tu ultimamente stai un po' troppo con la testa fra le nuvole.»

Esordì, senza accusarlo direttamente, e il ragazzo si ritrovó a sbuffare una risata e ad abbassare la testa, scuotendola appena.

«La vuoi finire?»

«Io non ho detto niente, sei tu che hai pensato che io parlassi di lui.»

«Perchè, non volevi parlare di lui?»
Domandò a quel punto l'altro, alzando un sopracciglio.

«Ovvio che volevo intendere lui.»
Si mise a ridere, prima di prendere a giocare con la cerniera del portapastelli di Mattia.
«Allora, come vanno le cose con il tuo cuore azzurro?»

«Bene.»
Rispose immediatamente il riccio, prima di abbassare lo sguardo sul suo disegno.
«...Benissimo, cioè, proprio bene, bene bene bene.»

L'altra si addolcì vedendo il sorriso che era spuntato sul viso dell'altro, probabilmente senza che se ne rendesse conto.
«Ma alla fine che avete fatto sabato? Non vi siete visti?»

Il ragazzo dagli occhi azzurri la guardò, confuso da quell'affermazione, per poi connettere.

Le aveva raccontato, la mattina del sabato prima, che era finito in punizione e aveva passato tutte le cinque ore che avevano trascorso insieme a lamentarsi del fatto che lui e Christian non sarebbero potuti stare insieme.

Quindi non sapeva niente.

Perciò alzò le spalle ed abbassò lo sguardo, perché dire una bugia mentre si guardava negli occhi una persona era troppo difficile per lui, perciò cercò di sorvolare fino al raccontabile.

Come le Maschere di Pirandello. Where stories live. Discover now