Mettere in moto.

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Mattia mugolò, muovendo appena il dito della mano destra.

Si rilassò di nuovo.

Mugolò, sentendo ancora quel formicolio nello stesso punto.

Lo mosse di nuovo.

Si calmó.

Si accucciò nuovamente sul petto di Christian, cercando di ri-addormentarsi.

Ancora quel formicolio.

Sbuffò, muovendo la mano e cacciandola dalla coperta.

Forse era quella a fargli prurito.

Si calmò di nuovo.

E poi di nuovo quel formicolio, stavolta sul dorso della mano.

Imprecò, aprendo gli occhi, capendo che ormai o si grattava o quel prurito non sarebbe passato.

E lo vide.

Un insetto enorme camminargli sulla mano.

Urlò.

Letteralmente.

Si alzò di corsa dalle gambe del proprio ragazzo, iniziando a muovere la mano freneticamente, e vide quel- ...quel coso cadere di nuovo sul telo, mentre lui correva via.

Christian si svegliò di soprassalto, tirandosi immediatamente a sedere sentendo quelle urla, e quando vide il biondo girare su se stesso e scalciare forte a terra corrugò la fronte.

«Oh- oh Mattì, che é successo?»

Domandò, prima di fare forza nelle gambe per tirarsi su nonostante gli girasse appena la testa per la velocità con cui si era alzato, e si avvicinò a lui cercando di calmarlo.

«No, no, no, ora me lo sento addosso, no, ti prego, ti prego.»

Lo supplicò disperato, mentre si girava più volte per controllare che non avesse niente.

«Toccami, vedi se ho qualcosa.»

Christian, che in un primo momento aveva pensato ad un incubo e che quel "me lo sento addosso" fosse riferito al suo ex fidanzato, alla seconda frase non capì bene.

«...Come?»

«Ho qualcosa? Ho qualcosa addosso?»

Domandò frenetico, prima di dargli le spalle.

«Uhm- no, io non credo-.»

«Tocca, tocca.»

Si fece indietro, prendendogli la mano e facendola passare impacciatamente per la schiena.

«Quelli si infilano sotto i vestiti e- ti prego che schifo ce l'avevo sulla mano!»

Si lamentò incrinando la voce come se stesse sul punto di piangere, prima di prendere di nuovo a scalciare.

«Me li sento addosso Chri!»

«Ma di cosa stiamo parlando Mattia?»
Domandò, tastandogli il corpo sperando che se almeno avesse eseguito le sue richieste, almeno si sarebbe calmato.

«Delle cimici, ti prego che schifo.»
Si lamentò di nuovo, prima di iniziare a toccarsi le braccia per verificare non ci fosse niente.

Christian sbattè un paio di volte gli occhi.

Tutto quel casino... per una cimice?

Prese un grosso respiro dal naso, allontanandosi da Mattia perché mai come in quel momento gli era venuta voglia di prenderlo a pugni.

Si avvicinò al telo, lo stese in maniera ordinata -dopo che Mattia, scalciando, lo aveva riempito di terra e lo aveva piegato di nuovo-, e quando trovò la famosa cimice, con un gesto veloce della mano la allontanò.

Come le Maschere di Pirandello. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora