Pasta e gelosia.

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Mamma, perché non dormiva sempre così?

Domandó a se stesso, una volta svegliatosi.

Si stiracchió un po', mentre ancora a pancia in sotto rimaneva gli occhi chiusi.

Si sentiva finalmente riposato.

Tentò di tirare sia braccia che gambe verso l'esterno più che poteva, prima di sospirare di sollievo e cadere di nuovo con tutto il corpo sul materasso.

Ma che ore erano?

Si voltò verso il comodino: individuó il telefono e accese il display.

Le dieci e mezza.

...Aveva dormito solo tre ore?

Fece una smorfia con il naso: era comunque meglio rispetto al solito.

Si voltó verso la sua destra.

Si tirò con il busto indietro, sollevandosi per i gomiti.

Mattia?

Si tirò con forza giù dal letto.

Se n'era andato?

Nemmeno se ne era accorto?

Si avvicinò alla porta della stanza, sentendo un leggero capogiro a causa della velocità con cui si era alzato, e la aprì.

Un buon odore lo accolse.

Christian rimase qualche secondo fermo.

Profumo di pasta.

Cercò di collegare l'odore familiare,.mentre si dirigeva adesso verso la cucina.

E quando varcò la soglia, eccolo lì, Mattia.

Mattia non si era accorto di lui, mentre era davanti ai fornelli e aveva uno strano broncio dipinto sul viso: faceva scorrere lo sguardo prima sul telefono e poi sulla bilancia che aveva davanti, iniziando a premere su quest'ultima dei tasti a caso.

Christian si mise a ridere.

«Ma che fai?»

Attirò la sua attenzione, muovendosi verso di lui per coglierlo alla sprovvista: gli prese il cellulare dalle mani e glielo tirò verso l'alto.

Il biondo, sorpreso, fece per riafferrarlo.

«Daiii Christian!»
Sbuffò, prima di girarsi verso di lui tutto corrucciato.

Il nominato si mise a ridere.

Era un bambino che nemmeno ci provava a vincere, partiva subito a lamentarsi.

«Ma che stai facendo?»

Domandò, e vedendolo in procinto di riacciuffiare ancora il proprio cellulare, alzò la mano ancora più in alto e con quella libera gli afferrò il fianco, tirandolo nella sua direzione.

Mattia, spinto contro il suo corpo, sbuffò.

«Devo vedé una cosa, ridammi il telefono!»

«Dammi prima un bacio.»
Sorrise, abbassandosi verso le sue labbra.

Mattia gliene diede uno a stampo veloce, frettoloso.

«Un altro.»

«No, ridammi il mio telefono.»

«Senza un secondo bacio io non faccio proprio niente.»

Mattia sbuffò, e si voltò dall'altro lato per nulla intenzionato a dargli quello che voleva; peccato che al moro non importava.

Come le Maschere di Pirandello. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora