Prepararsi insieme.

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«Buonaseera!»

Sorrise Mattia, spuntando dalla porta della cucina.

Christian, rimasto indietro a chiudere la porta d'ingresso, lo raggiunse qualche istante dopo sorridendo.

«Buonasera.»

«Ehi, ciao!»
Salutò felice il signor Zenzola, vedendo dietro il biondo, il suo impiegato.
Anche se ormai da tempo non lo definiva più così.

Si alzò dalla sedia su cui era seduto mentre guardava il telefono, e si avvicinò per accogliere con due baci sulle guance il diciannovenne.

Christian ricambiò, anche se leggermente più rigido di com'era di solito.

Stava parlando pur sempre con il padre del suo fidanzato.

E il problema era che lui nemmeno lo sapeva.

Sorrise impacciato quando il più anziano si allontanò e gli diede qualche pacca sulla spalla, mormorando qualcosa sul fatto che non si fossero visti più nell'ultima settimana a causa dei suoi impegni che non conciliavano con i turni di lavoro di Stefanelli o aggiungendo qualcosa su quel famoso caffè che ancora dovevano bere insieme.

Insomma, tutte cose per parlare e per mostrarsi sinceramente felice della sua compagnia, solo che Christian non riusciva a scherzare come suo solito.

Magari rideva, faceva qualche battutina, ma era convinto di esser rosso sulle guance.

E a trovare conferma, ci fu lo sguardo divertito di Mattia che in tutto quel casino si era allontanato, si era messo vicino al tavolo per poter scrutare meglio le sue espressioni.

E poi arrivò il peggio.

Abbassando lo sguardo, Christian la vide, seduta sulla sedia.

Lei.

La suprema.

Lei che sapeva.

La madre di Mattia.

Sentì il cuore battergli a cento se non a mille quando incrociando il suo sguardo lei gli fece un sorriso completamente diverso da quello del marito: quasi come a rimarcare che lei sapeva, che a lei fosse stato raccontato quel segreto.

E rimase gelato, fermo sul posto, immobile come una statua, mentre sentiva le orecchie fischiargli e andò completamente nel pallone.

Ma poi lei si alzò, elegante come poche, stretta nella sua gonna e nella sua camicetta, e allungò una mano.

«Ciao Christian.»

Christian si fece rosso.

Completamente rosso.

Sentiva le orecchie bruciargli.

«C-Cia- buonasera, buonasera signora.»

Cercò di recuperare all'ultimo un saluto più cordiale, e fissò per qualche attimo quella mano prima di capire che doveva afferrarla.

E così la prese, rigido come un tronco, e infatti fu lei che dovette fare un passo verso di lui e stampargli quei baci sulle guance.

E Christian rimase immobile a lasciarla fare.

«Caffè?»

Domandò.

«No, no, grazie.»

Rispose veloce, frettoloso, mentre pian piano metabolizzava la figura di merda appena fatta.

Non voleva guardare Mattia.

Come le Maschere di Pirandello. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora