Nonni. 3/3

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«Marco è mio cugino.»

«E perché non me lo hai detto?»

Sussurrò debole.

Non sembrava nemmeno arrabbiato.

Sembrava solo ferito.

Christian si mise una mano fra i capelli: portarlo lì gli era sembrata la soluzione più sicura per non fargli ancora scoprire niente, ma a quanto pare non aveva funzionato.

«L'ho scoperto ieri.»

«Come?»

Il più alto si morse il labbro.

«Te lo spiego in macchina.»

Abbassò la voce per non farsi sentire, e Mattia, nonostante avesse tutto lo sguardo di chi non vuole ancora rimandare, annuì.

Forse anche lui riconosceva che in quel momento, davanti a tutti, non era il caso di parlare.

Così il diciannovenne prese un grosso respiro, e finalmente rivolse gli occhi anche ad altre persone oltre il suo fidanzato.

«Noi adesso andiamo.»

La nonna arcuò le sopracciglia verso l'alto, prima di annuire in un'espressione dispiaciuta.

Guardò il nonno come per scusarsi con lui di non esser riuscito nemmeno quella volta a spiegarsi ma il più grande scosse la testa come per dire che non era quello l'importante adesso, e poi di nuovo Mattia.

Mattia lo guardò aspettando che fosse lui a prendere iniziativa, così prese a camminare fino alla porta.

Guardò Tommaso negli occhi, poi semplicemente deviò la sua strada e lo sorpassò.

«E ora te ne vai?»

Chiese Marco, guardando i due.

«Uno cerca di chiarire e tu te ne vai?»

Ma niente.

Christian lo ignorava.

Il ragazzo dal codino fece una smorfia, fin quando non decise di afferrare per un braccio Mattia e bloccarlo quando gli stava passando davanti.

«Che cazzo gli hai detto, ne'?! È colpa tua se-.»

E nemmeno fu capace di finire la frase, che una mano gli fece lasciare la presa.

Christian si mise in mezzo ai due corpi, stringendo ancora il polso del cugino.

«Ma che cazzo vuoi?»
Strinse più forte la presa, per poi spingerla rudemente contro il suo petto.
«Ma come stracazzo te lo devo dire che lo devi lasciare in pace?»
Fece un passo in avanti, azzerando quasi completamente le distanze.
«Se non ti sta rispondendo non ti vuole rispondere, cosa non riesci a capire?»

Mattia guardò Christian da dietro.

Gli si era messo davanti.

Ebbe un brivido.

Nessuno lo aveva mai difeso da Marco.

«Sei diventato il suo bodyguard adesso?»

«Te l'ho già detto una volta che non lo devi toccare.»

Una volta?

Ma si può sapere di che cosa stavano parlando?

«Altrimenti? Mi tiri un altro pugno?»

«Vuoi vedere?»

«Christian.»
Lo riprese a bassa voce il biondo, sentendosi in dovere di intervenire.
Lo spinse indietro, verso di lui.
«Non è successo niente, basta...»

Come le Maschere di Pirandello. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora