Ogni secondo di più.

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A volte le cose trovano risposte solo perché iniziamo a cercarle.

Era questo che pensava Christian, mentre guardava la tenda blu davanti a lui.

A volte le risposte non esistono fin quando non iniziamo a trovarle ovunque, dove ci fa più comodo, quando ne abbiamo più bisogno.

Le domande che ci premono di più sono quelle a cui altri non possono rispondere, e la maggior parte delle volte sono loro a far parte della risposta.

Una risposta.

Christian quasi sorrideva se pensava che tutto ciò che stava vivendo, la sua intera vita, il suo crescere, le sue decisioni e il suo modo di pensare, fossero solo la risposta all'ambiente in cui era nato, quello in cui le decisioni che influivano su di lui erano prese da altri.

E quasi sorrideva se pensava che per comprendere al meglio la bellezza del suo presente, doveva scavare nel degrado del suo passato.

Il male risalta il bene.

Ma solo quando di quel male sai farne tesoro, quando di una brutta esperienza trai lezione, quando un brutto ricordo non sfocia in dubbio o trauma.

Christian fece cadere lo sguardo sulle sue scarpe; non sapeva se lui fosse in grado di farlo.

«Chri! Che dici così?»

La tenda venne tirata immediatamente di lato, e dal camerino del negozio il suo bellissimo ragazzo uscì per farsi guardare.

Christian era seduto sul puffo del camerino di fronte a quello del biondo che si cambiava i vestiti, e fece scendere velocemene lo sguardo sulla maglia e sui pantaloni che voleva comprare.

Il suo ragazzo aveva stile, non c'era molto da discutere.

«Ti sta bene questo.»
Sorrise contento, poi indicò il pantalone. «Il pantalone non ti sta troppo largo, però?»

Il riccio alzò gli occhi al cielo.
«No, questo calza largo, non vedi?»
Domandò, prima di voltarsi verso lo specchio.
«È proprio il modello così.»

Christian, stanco della centesima volta in cui il suo giudizio veniva liquidato dall'altro, alzò gli occhi al cielo.
«Allora non parlo più, a quanto pare tutto calza in un certo modo e tu lo sai meglio di me.»

Mattia si sistemò la maglia, girandosi di lato per guardarsi anche dietro.
«Non fare il permaloso.»

Il moro, guardando il profilo delle forme del più basso senza farsi troppi problemi, rispose.
«Non è fare il permaloso, è che ogni volta che dico qualcosa tu non mi ascolti.»

«Sì che ti ascolto, ma è che-.»
Si girò verso di lui.
«Non offenderti, ma non hai stile nel vestire. Quindi mi piace sapere quello che pensi, se ti piaccio o no, però il giudizio è relativo.»

Stefanelli lo guardò per qualche secondo, con ancora fra le braccia il giubbotto del fidanzato e i dieci capi che aveva selezionato in "non mi piace", "non mi sta bene", "lo prendo", "è da provare", e sbuffò.
«Sei fortunato che sei troppo bello per riuscire a farmi arrabbiare.»
Cacciò fuori, poi, come sospirando, continuò.
«Il beige ti sta proprio bene.»

Mattia si sciolse.

Rilassò le spalle, sorridendo, e guardò il corridoio vuoto in mezzo a cui stavano.

Fece qualche passo, uscendo dal proprio camerino, ed entrò in quello del più alto.

Si chinò, prendendogli il viso fra le mani, e gli baciò delicatamente le labbra.

E Christian si sentì al caldo, al sicuro, come se dopo una giornata stressante si fosse concesso un pisolino sul divano, davanti al camino.

Mattia era il calore di un camino a metá dicembre.

Come le Maschere di Pirandello. Where stories live. Discover now