Non abbiamo età. 1/2

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Avvertenza:
nei seguenti capitoli sono presenti scene di violenza leggera; i capitoli possono essere saltati senza avere alcuna ripercussione ai fini della trama.





Mattia strinse le dita intrecciate con quelle del suo ragazzo, mentre saliva veloce i pochi gradini che separavano il viale di casa sua dalla porta di casa.

Inserì le chiavi nella serratura e con una mano sola le sfilò dopo averla aperta, e trascinò il moro -che nel frattempo aveva un sorriso enorme sul volto- dentro l'abitazione.

Il proprietario di casa non aspettò nemmeno che i loro corpi si accorgessero del cambio di temperatura fra l'ambiente esterno e quello interno che sbattè Christian contro il legno della porta, baciandolo.

Gli occhi chiusi, le mani che si lasciarono per aggrapparsi al volto candido, le labbra che si muovevano come se volessero assaporare ogni centimetro di quella bocca.

Stefanelli impuntò le sue dita ormai libere sui fianchi dell'altro, fece forza e ribalzò le posizioni, facendo incontrare la schiena del più basso contro la porta.

Mattia fece un passo in avanti sentendo la mancanza del corpo dell'altro, e il più alto fece scontrare i loro petti mentre lo sbatteva di nuovo contro la porta d'ingresso.

Inclinò il viso di lato mentre il biondo spostava il suo dall'altro, e le loro lingue si ricercarono fameliche, i loro sospiri si fecero pesanti, la pelle dell'altro sembrò bruciare contro la propria.

Mattia strinse una mano dietro alla schiena del suo ragazzo, spingendolo nella sua direzione, e l'altro capì immediatamente quale fosse il desiderio del diciassettenne: lasciò incrociare le loro gambe, infilando la propria fra le cosce del più piccolo, e quello gemette roco nel bacio.

Christian sbattè il palmo della mano destra contro la porta, come per darsi equilibrio, come se ne avesse bisogno perché sulle sue ginocchia non potesse più contare, e mentre faceva scivolare le mani dai fianchi al fondoschiena del suo fidanzato, prese a muovere il bacino contro di lui, facendolo strusciare contro la sua gamba.

Mattia ansimò pesante, inalando aria dalla bocca rumorosamente, in un verso che Christian voleva sentirgli fare più spesso, e tirò la testa all'indietro.

Quel piacere dovuto all'attrito gli diede alla testa già provata da quegli shottini che aveva bevuto in precedenza, e tirò la testa all'indietro, mentre allungava le labbra in un sorriso.

«Oddio sì...»
Lo istigó ridendo, mentre sentiva il corpo del suo uomo, del suo ragazzo, contro di lui, contro il suo corpo ancora vestito.

Christian rise insieme a lui, fermandosi solo per far scendere entrambe le mani e afferrargli con forza i glutei, e Mattia rilasciò l'ennesimo verso di piacere.

«Siamo piacevolmente soli, noto.»

Constatò Christian, realizzando solo in quel momento che se Zenzola lo avesse invitato a casa sua a quell'orario, era perché aveva la certezza che i genitori non ci fossero.

Gli occhi azzurri lucidi per la situazione si scontrarono con quelli liquidi dell'altro, e con quel sorriso tentatore sempre sul viso, il biondo si allontanó da lui.

«Soli soletti.»
Fece scivolare una mano sul suo petto, prima di allontanarsi con la sua solita innata grazia.
«Fino a domattina.»

Si staccò definitivamente, camminando con quei passi così eleganti che a Christian sembrò che stesse danzando in quel momento, piuttosto che camminare come un normale umano.

Si lasciò andare contro la porta, poggiando la spalla su quest'ultima, mentre guardava da dietro il suo ragazzo come se fosse una visione, come se non fosse reale, come se non appartenesse a quel mondo.

Come le Maschere di Pirandello. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora