Nonni. 2/3

1.2K 122 94
                                    

Christian rilassò i pugni nelle tasche, riprendendo a camminare.

«Andiamo dai.»

Mattia annuì, guardando per l'ultima volta la strada cercando ciò che il moro avesse potuto notar di strano, e poi lo seguì.

Salirono delle scale.

Dai muri erano caduti dei pezzi che si erano polverizzati al suolo, mentre la vernice ancora intatta veniva colorata da alcune scritte con i pastelli.

Si chiese se vivessero dei bambini lì.

Le scale erano strette, tanto strette che persino a starci in due era difficile, ed erano così alte che Mattia si chiese come facessero delle persone anziane a vivere senza ascensore.

Selezione naturale evidentemente.

Poi arrivarono a destinazione.

Christian si fermò al primo piano, aprì un piccolo cancelletto che immetteva su di un balcone, e infine aprì una porta.

Chi saliva le scale era praticamente sul balcone di qualcuno.

Che scomodo.
Pensò Mattia, prima di guardare il suo ragazzo mantenergli la porta nell'attesa che lui entrasse, e così si affrettò a farlo.

«Vieni.»

Gli sussurrò il moro, chiudendogli poi la porta alle spalle.

L'ingresso era un quadrato stretto, reso ancora più piccolo dalla presenza di un mobile.

Mattia scorse delle fotografie, prima che Stefanelli riprendesse a camminare per un corridoio.

Arrivarono ad un salone.

Mattia nel frattempo si era guardato intorno, prestando particolare cura alle pareti grigie che sembravano esser state pitturate da poco, e ai quadri di famiglia appesi qua e là.

Quella casa era molto più accogliente di quel che sembrava da fuori.

Lo spazio concentrato creava familiarità.

Comunque, Christian lo riprese dai suoi pensieri salutando qualcuno.

«Buonaseeera.»

Il biondo si sporse da dietro il suo fidanzato per guardare.

Nella stanza c'era solo un signore anziano, dai capelli grigi che gli contornavano le tempie, su una poltrona rossastra.

Teneva un braccio a penzoloni, quasi stesse cercando di prendere qualcosa da terra, ma quando sentì la voce del nipote alzò lo sguardo.

«Chri! Ehi, finalmente sei salito, pensavamo ti fossi perso.»

Lo prese in giro.

Christian accennó una risata, prima di guardarsi intorno.

«Avete ospiti?»

«Eh... se lo riesci a prendere mi fai un piacere.»
Battè le mani.
«Simone mi ha preso gli occhiali e non me li vuole più dare, non vedo niente.»
Imprecò a bassa voce, prima di cercare di nuovo qualcuno dietro la poltrona.
«Simo! E dai, non vedo niente!»

Christian si mise a ridere, prima di fare qualche passo avanti.
«Simo?»

Il bambino, accucciato, fece uscire la testa dal suo nascondiglio, e guardò male il cugino.

«Dai, dai gli occhiali al nonno che c'è pure un ospite.»
Indicò Mattia dietro di lui.

Il biondo, tra il non saper che dire né che fare, alzò una mano per scuoterla, e fece uscire un piccolo "ciaoo."

Come le Maschere di Pirandello. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora