4 - Lezioni private illegali (e gratuite)

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La sera dopo, alle otto e mezzo, spinsi la porta di in una sala un po' più piccola rispetto a quella della sera prima ed entrai. Ling Wen, la fantastica persona che si occupava delle faccende burocratiche e organizzative alla Quinting, mi aveva dato il permesso di utilizzare questa stanzetta.
Accesi le luci e appoggiai la mia borsa per terra.

Ero solo, sentivo il brusio e la musica provenire da una stanza vicina, probabilmente il gruppo di Pei Ming si stava preparando per il saggio di danza classica.

Due pareti ricoperte di specchi riflettevano la mia immagine. I muscoli che avevo messo su in quindici anni di danza in quei dieci giorni non sembravano scomparsi, parevo ancora il talentoso ballerino con un futuro promettente. E invece già avevo perso due chili, stavo perdendo lentamente massa muscolare, da quando mi ero ammalato, anche solo una camminata o pulire la casa mi sfiancava. Sorrisi al mio riflesso reprimendo l'istinto di mettermi a danzare. Quella sera non ero lì per me.

La porta si aprì ed entrò Hua Cheng, bello e spettinato come la sera prima.
- Scusa il ritardo.

Disse con un sorriso che ad essere sinceri non pareva molto desolato.
- Nessun problema, ti va di partire con un po' di riscaldamento mentre mi fai sentire la canzone che hai scelto.

- Mi sono già riscaldato.
Gettò il borsone di lato e si sfilò la felpa rimanendo solo con una canottiera leggera.

- Oh, beh. Bene! - Battei le mani una volta. - Hai trovato la canzone?

- Ho diverse idee ad essere sincero.

- Sentiamo.
Prese il suo cellulare e fece partire una canzone.

- Come si chiama?

- Hell's comin' with me dei Poor Mans Poison.
Ascoltai in silenzio fino alla fine poi scossi la testa: - È bella, ma troppo difficile da ballare. Sei giorni sono troppo pochi per costruirci sopra qualcosa di accettabile.

- Ci avevo pensato anche io, in effetti. Ne ho un'altra della stessa band, ma temo che mi dirai la stessa cosa.

- Teniamo i Poor Mans Poison per quando abbiamo più tempo. Ne avevi in mente un'altra?

Annuì e fece partire un'altra canzone.

- Melatonine, è dei Birds of Bellwoods?
Domandai stupito.

- Sì.
Sorrise lui, mi piaceva quella canzone, ma non avevo mai avuto opportunità per montarci sopra una coreografia. Annuii convinto.

- Approvata. Ora prova a improvvisare e metterci sopra la coreografia che già sai, quella di Run. Vediamo cosa viene fuori. Hai capito il tempo?

Hua Cheng si prese un minuto per ascoltarla, poi si alzò in piedi e si posizionò al centro della sala da ballo.

- Ci sono.

- Vai!

Feci partire la musica. Ad essere sinceri mi aspettavo un disastro, e fu appunto un disastro, ma fu il disastro più meraviglioso di tutti i tempi. Stravolse i passi originari per improvvisare una coreografia sua che era così piena di vita da lasciarmi senza fiato.

- Fai un jeté avanti.

Dissi di colpo. Lui eseguì, perfettamente a tempo. Battei le mani soddisfatto, sull'ultima nota, come me, si lasciò cadere a terra a braccia aperte.

- Hmmm... La caduta non mi piace, prova in altro modo. Protenditi in avanti e poi lasciati cadere all'indietro come se ti avessero spinto e cadi sdraiato di lato, con grazia, come se fossi sul punto di addormentarti.

Lui annuì e provò il finale senza musica.

- Mi piace, Gege.

Disse tirandosi su e asciugandosi il sudore dalla fronte sollevandosi la canottieria, guardai i suoi addominali con una punta d'invidia, i miei senza allenamento sarebbero scomparsi in fretta.

Memorie d'autunno || HualianWhere stories live. Discover now