6 - Inaspettata uscita romantica

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- Gege, perché non balli più?

- Certe volte si è obbligati a rinunciare ad un sogno.
Scossi la testa un paio di volte con un cenno della testa.

- Ma non parliamo di cose serie e tristi, il giorno della tua vittoria. Sei stanco?

- Non più di tanto.
Rispose Hua Cheng con una scrollata di spalle. - Volevo invitare Gege a uscire per ringraziarlo del suo prezioso aiuto, ma vedo che è già pronto per andare a dormire.

Ammiccò guardando il pigiama, senza volerlo arrossii, mi ero dimenticato di essere vestito in modo così imbarazzante, scossi la testa piuttosto a disagio.
- Ad essere sincero mi ero appena alzato.

- Mi chiedo cosa combini gege di notte per ridursi a dormire di giorno.
Commentò Hua Cheng scherzosamente. Nonostante il suo tono fosse evidentemente scherzoso mi sentii un po' a disagio: non potevo non sentirmi in colpa per aver saltato il concorso.

- Nulla di che, stavo poco bene.

- Oh.

Alle mie parole divenne improvvisamente serio, mettendomi ancora di più a disagio. Io allora battei le mani una volta per richiamare la sua attenzione.
- Ma ora sto bene, mi piacerebbe uscire con te per festeggiare la tua vittoria e scusarmi per non essere venuto.

- Va bene allora.

- Bene, andiamo.
Dissi con una punta di entusiasmo un po' forzata e mi incammina fingendo un'energia che non avevo verso l'uscita della cucina, Hua Cheng si alzò poi mi fissò.

- Cosa c'é?

- Se gege vuole uscire vestito così non è un problema, ma... Non vorrei che si sentisse a disagio.

Giusto. Il pigiama. Mi sentivo uno stupido, avevo come l'impressione di aver esagerato con il sonnifero, mi sentivo assonnato e confuso nonostante la lunghissima dormita.

- Arrivo.

Corsi in camera rischiando di cadere sette volte percorrendo il corridoio che dalla cucina portava in camera mia, mi vestii rapidamente con la prima felpa e il primo paio di pantaloni che trovai, mi passai rapidamente il pettine tra i capelli lunghi fin sotto le orecchie e tornai da Hua Cheng. Lo trovai in salotto che ammirava le fotografie appese al muro. Molte erano mie, una foto per ogni esibizione importante, tra le mie foto erano seminate anche cartoline e foto che avevo scattato personalmente a luoghi e paesaggi meravigliosi. Hua Cheng stava osservando la foto del mio primo spettacolo, avevo 5 anni e al mio sorriso mancava qualche dente.

- È stato il mio primo spettacolo.
Commentai, lui si voltò a guardarmi sorridendo.

- Gege è venuto bene in tutte le foto.

- Oh, grazie. Sono pronto.

Lui mi lanciò una sguardo veloce poi sorrise, uscimmo insieme dal mio appartamento. Hua Cheng aveva parcheggiato sotto casa mia, una macchina bella e pulita come la sua non l'avevo mai vista. Rossa e nera, perfettamente lucidata, rimasi a bocca aperta un istante poi salii. Per fortuna avevo dormito tutto il giorno, altrimenti uscire per me quella sera sarebbe stato pressoché impossibile.

- Dove mi porti?

- Dove ti piacerebbe andare?

- Non saprei, mi basta non camminare molto.

- Come gege desidera.

San Lang mise in moto, io sbadigliai, sempre più convinto di avere in corpo più sonnifero che sangue, appoggiai la testa al finestrino e se non fosse stato per il vociare allegro della radio sarei crollato addormentato nel giro di pochi minuti.

- Ti piace scommettere, gege?

- A dire la verità sono tremendamente sfortunato, non ci provo nemmeno.

- Sfortunato nel gioco e fortunato in amore, si dice.

Scoppiai a ridere e scossi la testa.

- Non ho fortuna nemmeno in quello, San Lang.

- Davvero? Sembri una persona molto popolare, sei di bell'aspettato e sei un bravo ballerino.

- Ero. E no, non sono un fanatico del romanticismo e delle relazioni.

- Capisco, sai, gege, quando si gioca a carte spesso la fortuna centra poco, bisogna saper bluffare.

- Non sono bravo nemmeno in quello.

- Okay, una bisca non è il posto giusto dove portarti, capisco.

- Posso accompagnarti, se vuoi. Dopotutto sono cui per festeggiare il tuo terzo posto.

- Voglio che Gege si diverta, ho in mente un posto.

Hua Cheng continuò a guidare in silenzio, io continuai ad ascoltare la radio ciondolando la testa qua e là cercando di non addormentarmi, la strada che stavamo percorrendo si stava facendo più accidentata e ogni scossone dell'auto mi procurava una fitta alle gambe, strinsi i denti e aspettai pazientemente di arrivare.
- Eccoci.

Hua Cheng scese dall'auto, fece il giro del veicolo e mi aprì la portiera dell'auto, scesi lentamente cercando di trattenere un lamento per il dolore alle gambe, senza volerlo mi aggrappai al suo braccio e lui mi sostenne senza fare domande.

- Dove siamo?
Tutto attorno, mezzo inghiottito dal buio c'era un bosco.

- Con il sole è ancora più bello, soprattutto ora che è autunno, ma anche di notte non è male. Ce la fai a camminare due minuti?

- Due minuti sì.
San Lang alla mia conferma, senza scrollarsi di dosso la mia mano, ancora appoggiata sul suo braccio si incamminò verso il bosco, mi sentivo come un vecchio. Pochi passi e ci ritrovammo avvolti quasi nel più completo buio, il frusciare di un animale che si muoveva poco distante da noi rimbombò nel silenzio del bosco. Mi guardai attorno curioso e poi la vidi, una piccola luce brillare davanti a me, la mia bocca si aprì per lo stupore.

- Una lucciola!
Sussurrai facendo un passo avanti, al mio movimento il prato si accese di tante piccole luci, ci vorticarono attorno un istante, tra la mia meraviglia e il divertimento di Hua Cheng poi si dispersero nel bosco lasciandoci di nuovo nell'oscurità.

- Andiamo un'altro poco più avanti.
Dopo qualche passo uscimmo dalla coltre che mi pareva fitta e infinita del bosco e ci ritrivammo in una piccola e spaziosa radura.
Mi guardai attorno curioso, poco distante da noi c'era una piccola baita, la veranda era decorata con lanterne rosse e oltre ai vetri del locale sembrava ardere allegro un caminetto, un leggero vociare proveniva da lì.

- Eccoci qui, gege. Un posto originale dove festeggiare, tranquillo e che non richiede lunghe camminate.

- Approvato.
Nel buio reso meno presente dalle lanterne della baita sorrisi nella sua direzione e lui con un'occhiata divertita sembrò compiacersi del mio apprezzamento. Continuai ad aggrapparmi a San Lang mentre avanzavamo verso il locale, non appena entrammo una cameriera dall'aria allegra ci venne incontro e ci fece accomodare in un tavolo per due un po' appartato. Ordinai del té verde e alcuni baozai. Non c'era molta gente e tutti chiacchieravano piano, di tanto in tanto il caminetto scoppiettava, nell'aria c'era un buon odore di vaniglia e té caldo.

- Gege.

- Mh?
Smisi di guardarmi intorno e osservai il ragazzo di fronte a me, i suoi occhi scuri si fissarono nei miei.

- Ti andrebbe di diventare il mio insegnante privato? Ovvio non smetterei di andare alle lezioni con Sun Yang e gli altri, ma vorrei allenarmi di più e ho imparato più con te in cinque giorni che in anno nell'accademia più prestigiosa della Russia. Ovviamente sono disposto a pagare qualsiasi prezzo richiederai, sempre se dirai di sì.

Lo guardai in silenzio, immobile, sapevo che era una pessima idea. Se non volevo peggiorare non dovevo stancarmi, dovevo stare attento e fare lo stretto indispensabile per vivere una vita normale. Lentamente, nonostante sapessi che era una pessima idea, annuii piano.

Quando stai affogando, ti aggrappi alla prima cosa che trovi, qualsiasi cosa essa sia.

A. A.

Eccomii, sto leggendo la novel in inglese sono quasi alla fine e AAAAAAA

Memorie d'autunno || HualianWo Geschichten leben. Entdecke jetzt