18 - Sì, sì, ho fatto proprio un incubo

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Mi svegliai accaldato con il fiato grosso, ero senza maglietta e non ricordavo assolutamente di averla tolta. La stanza era avvolta nel buio. Mi mossi a disagio tra le lenzuola e realizzai di essere in mutande, mi agitai confuso. Poi sentii un dolce sussurro all'orecchio, non ne riuscii a distinguere le parole, ma intuii che fosse un invito a rilassarmi. Sentii delle mani calde e delicate accarezzarmi la schiena, le labbra morbide di Hua Cheng premere sul mio collo e poi spostarsi sulle clavicole e sul petto.

- San Lang...
Mormorai crogiolandomi nel piacere di quel calore.

- Hm?

Alzò lo sguardo su di me, il suo corpo meraviglioso, nudo, premeva contro il mio mandandomi in uno stato di dolce e inebriante confusione. Mi baciò la guancia e poi poco sotto l'orecchio, non potei non sospirare stringendomi a lui. Ero bollente. I suoi capelli mi solleticavano il viso mentre da sopra mi osservava con uno di quei suoi sorrisi ambigui. Ricambiai il sorriso con le guance bollenti e per lui fu come un invito a continuare, accarezzò i miei fianchi e il mio petto, facendo scivolare lentamente le mani verso il basso.

Io socchiusi gli occhi e mi lasciai scappare un respiro tremante. Più mi toccava, più mi baciava, più sentivo il suo corpo scaldare il mio, il mio respiro si faceva agitato, incontrollabile.

- Gege... Gege... Sveglia!

- Ah!

Mi mise seduto di scatto. E mi guardai attorno agitato, in preda ad uno strano senso di panico. Ero sempre in camera mia, ma la luce sul comodino era accesa, io indossavo ancora il mio pigiama e lo stesso valeva per Hua Cheng. Mi stava guardando preoccupato.

- Va tutto bene? Avevi il respiro irregolare e ti stavi agitando un po' troppo. Hai avuto un incubo?

Rimasi immobile a guardarlo, avevo la gola secca e la bocca troppo asciutta per parlare. Ero semplicemente sotto shock. Che accidenti di problemi aveva la mia mente? Come potevo aver fatto un sogno del genere?

- Gege?
Mi coprii la faccia sconvolto, ero imbarazzato tanto da tremare. Avevo addosso una strana ansia, la sensazione che Hua Cheng avesse capito cosa avessi sognato. Boccheggiai in cerca di aria, confuso più che mai. Il mal di testa, il sonno appena interrotto non aiutavano di certo il mio cervello a pensare di nuovo in maniera logica e razionale.

Hua Cheng allungò una mano e mi toccò la fronte. Avrei voluto scansarmi, ma dietro di me c'era il muro e non avevo nessun posto dove scappare.

- Gege, sei bollente. Hai la febbre di sicuro.

- È normale.
Bofonchiai, mi sistemai sdraiato di nuovo, sotto le coperte il mio ginocchioi sfiorò quello di Hua Cheng, mi scansai subito, appiattendomi contro il muro.

- Hai fatto un brutto sogno? Sei sicuro che vada tutto bene?

- Sì, sì, era solo uno incubo. Torna pure a dormire, scusa se ti ho svegliato.

Dissi con il viso premuto tra il muro e il cuscino. Sentii le coperte muoversi, la luce si spense di nuovo e intuii che Hua Cheng si fosse di nuovo sistemato sotto le coperte. Rimasi sveglio a fissare il vuoto a lungo cercando di cancellare il ricordo di quel sogno dalla mia mente.

Dovevo dimenticare perchè non ero minimamente interessato in simili cose, non ero innamorato, ero malato e San Lang era probabilmente attratto dalle ragazze e bello com'era era sicuramente fidanzato.

Eppure non riuscivo a non pensare alle sue mani calde che mi accarezzavano il petto, la schiena, i fianchi e alle sue labbra morbide che sussurravano parole dolci. Strinsi con forza gli occhi, non dovevo pensare a certe cose. Era scorretto nei confronti di Hua Cheng. Dopo aver lottato a lungo con la mia mente, stremato mi addormentati nuovamente, fortunatamente fino al mattino nessun altro strano sogno mi tormentò.

Quando la sveglia suonò, l'oblio del sonno aveva in parte cancellato l'imbarazzo di quella notte, il sogno che avevo fatto era solo un ricordo vago e confuso che mi faceva arrossire appena. Quando mi svegliai Hua Cheng dormiva ancora, era persino più spettinato del solito, aveva la bocca semi aperta e gli arti scomposti. Spinto da uno strano istinto allungai timidamente una mano e gliela passai tra i capelli aggrovigliati, in quel momento lui aprì le palpebre. I suoi occhi, uno nero e uno rosso, si posarono su di me, impastati di sonno. Io tolsi subito le mani da suoi capelli e distolsi lo sguardo.

- Buongiorno.

- Gege può toccarmi i capelli quando desidera.

- Io... Ah... Uh...
Boccheggiai, speravo non si fosse accorto del mio gesto. Presi un respiro profondo e mi imposi di darmi un contegno.

- Sono spettinati, posso pettinarteli?
Alle mie parole Hua Cheng parve svegliarsi del tutto, si mise in piedi e nel giro di un istante era già andato in bagno ed era tornato con la mia spazzola.

- Fai pure, gege.
Si sedette di nuovo sul letto, io rimasi a bocca aperta, in ginocchio tra le lenzuola con il pettine in mano. Dopo un attimo di smarrimento e esitazione cominciai a passare la spazzola tra i capelli di Hua Cheng, cercando di sgrovigliare la chioma spettinata che aveva in testa.

I suoi capelli erano meravigliosi e morbidi, improvvisamente mi tornò in mente il sogno che quella notte mi aveva sconvolto. Scossi la testa violentemente per allontanare il pensiero e mi concentrai su quello che stavo facendo, ma più accarezzavo i capelli di Hua Cheng più sentivo che il mio cervello stava perdendo la funzione di pensare logicamente.

- Gege? Tutto bene?

Probabilmente aveva percepito nei miei gesti una sorta di ansia e titubanza.

- Sì.

Esclami, poi raccolsi rapidamente i capelli di Hua Cheng in una coda alta e spettinata.

- Ecco fatto, ora dobbiamo sbrigarci a vestirci e a fare colazione se no arriveremo tardi alla visita.
Dissi alzandomi dal letto, prima che Hua Cheng potesse aggiungere altro agguantai dall'armadio qualche vestito a caso e mi chiusi in bagno.

Il cuore mi batteva all'impazzata.

- Cazzo.

Mormorai in preda all'agitazione, se io imprecavo in quel modo significava che la situazione era davvero pessima. Il sonno non aveva, come speravo, cancellato il ricordo del sogno di quella notte, avevo ancora la mente piena di quelle sensazioni assurde. Mi appoggiai contro la porta del bagno, più ripensavo al sogno più mi sentivo colpevole, come un criminale con i sensi di colpa, eppure non riuscivo a impedire alla mia mente di tornare su quel ricordo.

A. A.
Devo ammettere che mi sono divertita a scrivere questo capitolo, spero che non sia un po' tropponper la mente del povero e innocente Xie Lian. A domanii

Memorie d'autunno || HualianUnde poveștirile trăiesc. Descoperă acum