37 - Mi prendo un vaso in testa

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Spalancai la porta della sala da ballo della casa di San Lang con un po' troppa energia.

- San...
La voce mi morì in gola... Hua Cheng stava ballando, era così concentrato che non si era accorto del mio rovinoso arrivo. Il brano di sottofondo mi era sconosciuto, ma era semplicemente la musica perfetta per Hua Cheng. Ritmata al punto giusto, energetica al punto giusto.

I'm doing fine.
I'm doing fine.

E la musica andava e Hua Cheng ballava. Era una delle scene più meravigliose che avessi mai visto. I contorni dell'uomo di fronte a me erano sfuocati. Era suono, suono e musica e molto di più. Era un mare in piena, una tempesta.

Il cuore prese a battermi all'impazzata nel petto. Amavo lui, amavo la danza. E dei, quanto avrei voluto danzare con lui.

Entrai nella stanza e chiusi piano la porta alle mie spalle. Hua Cheng stava ballando con gli occhi chiusi e i capelli sciolti, aveva la bocca semiaperta, il viso rilassato.

And I'll sing that song to you...

Mi appoggiai al muro in attesa, completamente incantato.

...'Cause I loved you, he loved you, loved you.

La canzone finì e sull'ultima nota Hua Cheng spalancò gli occhi, i suoi occhi incontrarono i miei. Sorrisi.

- È stato bellissimo.

Hua Cheng mi guardò, ignorò il mio complimento e mi si avvicinò con le sopracciglia aggrottate. Mi ricordai solo in quel momento cosa ci facevo lì.

- Gege? Come accidenti sei conciato?

Ero fradicio. Dalla testa ai piedi. Avevo il viso sporco di terra e i capelli pieni di foglie e accanto al taglio da poco rimarginato che avevo sulla fronte ne avevo un altro e sanguinavo.

- Stavo spazzando l'esterno del negozio dell'usato quando la signora che abita sopra il negozio, mentre annaffiava le sue piente sul balcone, ha urtato un vaso. Mi è caduto addosso insieme all'annaffiatoio. Per fortuna avevo quasi finito il turno. Ma tranquillo Hua Cheng, sto bene.

La faccia che fece Hua Cheng fu irripetibile. Mi strinse in un abbraccio, incurante di sporcarsi, poi mi prese il viso tra le mani.

- Perché non mi hai chiamato? Sarei venuto a prenderti seduta stante.

- Perché sapevo che stavi ballando e...

- E?

Inarcò le sopracciglia perplesso senza staccare gli occhi dalla nuova ferita che mi ero procurato sulla fronte. Lo guardai imbarazzato, abbassai il tono della voce e con tono colpevole confessai una terribile verità:

- Mi ha portato a casa Jun Wu, è di là in cucina.

- EH?

Rimasi un attimo in silenzio a disagio prima di spiegare:
- Mi ha fatto una sorpresa ed è venuto a prendermi. Mi ha invitato fuori sta sera. Ma siccome io ero fradicio gli ho chiesto se potevamo passare da casa prima. Ho detto che ci avrei messo un po' e si è praticamente auto invitato, fuori fa freddo e mi dispiaceva obbligarlo ad aspettarmi in macchina per chissà quanto.

- Gege... Te la senti di andare? Hai una brutta c'era.

- LO SO! Non voglio infatti. Proprio no, ma non so come rifiutare gentilmente.

Ero troppo stanco per uscire, mi girava la testa, ero fradicio e ancora stordito per la botta in testa. Non chiedevo altro che una cena calda e andare a letto presto.

- Se vuoi posso fare il ragazzo geloso e possessivo che non ti lascia uscire per impedirti di andare.

- NO! - Scossi la testa veemente. - Non sa che stiamo insieme e non lo deve sapere.

Memorie d'autunno || HualianWhere stories live. Discover now