38 - Bagno romantico

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Hua Cheng mi si avvicinò mestamente. Mi tolse i vestiti senza nemmeno sfiorare la mia pelle, senza nemmeno guardarla. Apprezzai.

Hua Cheng poteva sembrare un uomo voglioso, provocante e irrispettoso, non lo era per nulla. Era completamente diverso dai dongiovanni delle storie che leggeva Mu Qing.

Hua Cheng a differenza di quei personaggi insopportabili non si svestì ed entrò nella vasca con me per approfittare di me e della situazione. Mi aiutò, invece, ad alzarmi ed entrare nella vasca, e quando la schiuma profumata coprì alla sua vista il mio corpo, l'imbarazzo tra noi si alleviò. Hua Cheng tornò di nuovo a guardare verso di me, cominciò a spazzolarmi i capelli con meticolosa attenzione.
Arrossii imbarazzato, mi sentivo un'anziana signora lavata dalla sua badante, non mi faceva impazzire come sensazione. Non sapevo se ridere o piangere.

- Avevi i capelli più lunghi, un anno fa.
Commentò Hua Cheng distraendomi dai miei pensieri.

- Sì... Gli ho tagliati quando ho scoperto di essere malato, avevo bisogno di... Cambiamenti.

Mi tornò alla mente una serata di pioggia di fine estate, erano quasi le due, avevo gli occhi umidi e mi reggevo a fatica in piedi, dopo uno dei tanti allenamenti che non ero riuscito a concludere, crollavo sempre prima. Uscito dalla doccia avevo incrociato il mio sguardo vuoto e stanco, i capelli mi ricadevano attorno, solleticandomi le braccia nude, mi arrivavano fino a meta schiena. Non so per quale motivo, forse il desiderio di sentirmi ancora padrone di me stesso, presi da un cassetto delle forbici e con determinazione avevo tagliato i miei capelli fin sotto alle orecchie. Potevo ancora sentire le urla di mia madre quando aveva visto il mio nuovo look. A dir poco disperate.

- Capisco, spesso le persone quando si lasciano si tagliano o si tingono i capelli.

- Io amavo la danza. È stato come divorziare.
Mi scappò una risata priva di ogni amarezza.

- Ti stanno bene i capello così. Prima erano bellissimi, ma ora raccontano una storia.

Le parole di Hua Cheng mi fecero stringere il cuore, mi voltai a guardarlo sorridendo e per poco non mi presi la spazzola in faccia. Quando San Lang incontrò il mio sguardo si rabbuiò.

- Cosa c'è?
Chiesi preoccupato.

- Sanguini ancora, ti fa male?

- No. Mi ero persino dimenticato di essermi tagliato.
Mormorai toccandomi la fronte. Hua Cheng alzò gli occhi al cielo.

- Dopo dovrò medicarti.

- Va bene, ma non preoccuparti, sono sicuro si rimarginerà presto. Non fa male.
Non faceva male davvero, mi ero persino dimenticato di aver ricevuto un vaso e un annaffiatoio in testa. Hua Cheng riprese imbronciato a spazzolarmi i capelli.

- San Lang?

- Dimmi?

- Perché odi Jun Wu?

- Oh, si vede così tanto?

Non si era decisamente sforzato di nasconderlo. La falsità nel suo sorriso quando parlava con Jun Wu era palpabile.

- Perché è innamorato di te e lui era il tuo idolo.

- Hm... E poi?

San Lang sospirò.
- È una lunga storia.

- Abbiamo tutto il tempo.

- È successo mentre ero in Russia. Ha riconosciuto il mio talento, come hai fatto tu, credo. Ma a differenza tua non mi ha aiutato a migliorare, anzi. Penso mi vedesse come un pericolo, un futuro rivale. Ha fatto di tutto per ostacolarmi. Lui era il ragazzo più bravo della scuola, aveva in mano studenti e insegnanti, era il protetto della preside e lei con il potere che aveva e l'influenza di Jun Wu mi assegnava sempre i compiti più inutili e meno rispettabili. Passavo le mie giornate a pulire gli specchi delle stanze da ballo, spazzare il pavimento, rattoppare le divise della scuola, sistemare registri già perfettamente in ordine. Montavo le sceneggiature degli spettacoli quasi completamente da solo, ero ancora uno scricciolo all'epoca.

- San Lang...

- Sapevo che era colpa della preside e di Jun Wu se io avevo meno opportunità degli altri. Volevano che io arrivassi a odiare la danza e la abbandonassi. Volevano distruggermi, invece mi hanno spinto a lottare come non avrei mai fatto. Lavoravo di giorno spiando le lezioni e di notte, a casa del mio vecchio, mi allenavo. Mi allenavo finché non avevo più la forza di restare in piedi. Non mi importava se io non avevo ruoli importanti negli spettacoli, non mi importava se tutti mi prendevano in giro perché ero un orfano apparentemente inutile. Ballare per me mi rendeva felice, vederti danzare in televisione mi dava la forza di continuare a ballare.

Fu più forte di me, mi girai e gli avvolsi le braccia attorno al collo, bagnandolo e macchiando la felpa nera di schiuma.

- Mi dispiace.

- Non dispiacerti, gege. Senza quegli anni non sarei potuto entrare alla QingTing, non avrei potuto incontrarti e averti come insegnante.

- Si, ma... Hai sofferto.

- Ho sofferto, ma realizzare un sogno non è mai facile. Bisogna lottare e quando si lotta si perde e si cade.

Mi scappò un sorriso, lo nascosi rapidamente dietro una mano. - Non ti facevo un filosofo San Lang.

- Penso più di quanto tu creda, gege.

- Ora che sono il tuo insegnante ti prometto che ti accompagnerò a realizzare il tuo sogno, diventerai il ballerino più bravo della Cina. Anzi no, del mondo intero.

- Gege...
Hua Cheng abbassò lo sguardo, remissivo. Le labbra tese in una smorfia, gli occhi pieni di vergogna. Ormai conoscevo bene quell'espressione, era la stessa che aveva tutte le volte che aveva paura di deludermi. Si osservò le mani in silenzio a lungo, prima di trovare il coraggio di parlare.

- Gege, devo dirti una cosa.

- Non aver paura, dimmi.

- La danza non è mai stata il mio sogno. Non ho mai desiderato essere il primo ballerino della Cina, o del mondo intero.

Rimasi senza parole. Di quale sogno parlava allora? Per quale motivo aveva ballato per tutta la sua infanzia nonostante gli fosse costato tutto quel dolore, per quale sogno aveva lottato, era caduto e aveva perso, ma non si era mai arreso?

- ...Cosa?

- Gege, la danza non è il mio sogno.

Ripetè con più determinazione di prima alzando lo sguardo, quando i miei occhi incontrarono i suoi per qualche motivo arrossii, erano così belli. Uno nero e profondo, l'altro rosso e bruciante.

- Il mio sogno sei sempre stato tu.

Rimasi senza parole, mai nella mia breve vita avevo immaginato che qualcuno mi avrebbe detto una frase del genere.

- Gege, dammi la mano.
Colto alla sprovvista tirai fuori la mia mano sinistra dalla vasca piena di schiuma e la porsi a San Lang, lui la prese delicatamente e mi infilò all'anulare un piccolo anello d'argento. Prima che potessi dire qualsiasi cosa Hua Cheng mi lasciò un bacio sulle nocche bagnate.

- È tutto ciò che mi resta di mia madre. Prima di morire mi ha detto che un giorno avrei trovato qualcuno di speciale a cui regalarlo.

- San Lang io... Grazie.
Dire solo grazie andava bene? Non era abbastanza, ne ero sicuro. Incapace di trovare altro da dire mi sporsi in avanti e appoggiai le mie labbra bagnate contro quelle di Hua Cheng, lui ricambiò il bacio poi mi spinse delicatamente di nuovo nella vasca.

- Gege, rimani al caldo. Non vorrei farti ammalare.

- Sì.

Mormorai con le guance rosse nascoste dalla schiuma.

A. A.
Sono vivaaa. Vi chiedo scusa per questo periodo di assenza, ora tornerò ad aggiornare più frequentemente (:
Sono così cute questi due piango aaa

Memorie d'autunno || HualianDove le storie prendono vita. Scoprilo ora