36 - Mi prendo un pallone in testa

193 22 19
                                    

Era il bacio migliore della mia vita, anche il primo ad essere sinceri. Se fosse stato per me non mi sarei mai allontanato dalle labbra di San Lang.
Purtroppo non potemmo restare a lungo abbracciati perché un pallone da calcio superò la siepe, che separava il giardino della villa dalla strada, e mi colpì con forza sulla nuca, per mia sfortuna nello stesso punto in cui mi ero fatto male poche ore prima.

Per il colpo tirai una testata a Hua Cheng e rotolai tra le sue braccia.

- Ouch.

- Scusa!
Gridò un bambino fuori dal cancello.

- Potete ridarci la palla?
Chiese un altro.

Hua Cheng tenendomi la mano, si chinò e raccolse il pallone, ebbi la sensazione che se non fossi stato accanto a lui in quel momento Hua Cheng avrebbe ridotto in poltiglia quei due guastafeste. Non fece nulla del genere, si limitò a scagliare con forza il pallone fuori dal suo giardino. Poi si girò a guardarmi. Indossava le lenti a contatto, mi mancava il suo occhio rosso.

- Gege, stai bene?

Annuii: - Mi sento solo un po' ammaccato. Il tuo naso?

- Non fa male. Andiamo dentro, preparo qualcosa per cena.

Strinse la mia mano, non mi aveva mai mollato, e mi accompagnò dentro. Non disse nulla del bacio e io mi chiesi se ne avremmo mai parlato. Non appena fummo entrati in casa, mi guardò. Il suo sguardo era così intenso che sentii la pelle bruciare. Tossii imbarazzato, cosa dovevo fare? Forse si aspettava che dicessi qualcosa? Oppure, ehm...

Si chinò in avanti e mi baciò di nuovo, lentamente, con delicatezza, come se avesse paura di rompermi.

Mi baciò nello stesso modo in cui si accarezzano le ali di una farfalla.

Mi uscii un sospiro tremante, mentre mi appoggiavo contro la porta e lo attiravo verso di me per il colletto della giacca.

Si allontanò da me lentamente, lo guardai attraverso le ciglia, troppo estasiato per ragionare e parlare. Poi realizzai. Realizzai cosa avevamo appena fatto, come mi stringeva a sè, come mi guardava. Realizzai, anche, che io probabilmente ero pessimo a baciare.

Era la mia prima volta e non avevo idea se l'avevo baciato nella maniera giusta, non ero nemmeno sicuro esistesse una maniera giusta per baciare qualcuno. Che disastro che ero.

- Scusa.
Borbottai distogliendo lo sguardo. Hua Cheng fece un passo indietro allontanandosi da me.

- No, sono io che devo chiederti, scusa. Non devi sentirti costretto a ricambiare i miei sentimenti per restare qui e non ferirmi.

AVEVA FRAINTESO TUTTO.
Spalancai la bocca, mi ci volle un momento per riattivare i neuroni, in quell'istante Hua Cheng mi diede le spalle e si allontanò, verso il salotto. Lo rincorsi zoppicando.

- No, no. San Lang, aspetta.

- Gege, davvero, stai tranquillo...
Borbottò Hua Cheng senza guardarmi, attraversò il salotto diretto verso la sala di danza, probabilmente voleva mettere giù il borsone. Gli corsi dietro incespicando.

Davanti alla porta della sala di danza con il disegno fatto da Hua Cheng da bambino appeso sopra, mi attaccai al suo polso e lo costrinsi a fermarsi, a guardarmi e ascoltarmi.

- San Lang, sono settimane, forse più di un mese che tu... Insomma che io... Cioè... Mi piaci e io voglio tutto questo. E mi sono scusato perché probabilmente sono pessimo, non sono abbastanza bravo, era la mia prima volta e sai... Ahah.

Bene, non ero più in grado di formulare un discorso coerente e comprensibile, fantastico.

- Lo vuoi, davvero?

- Dei miei, sì.

Probabilmente le mie guance erano di un rosso acceso, troppe emozioni in troppo poco tempo. Lo sguardo di San Lang si addolcì, mi sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

- Se lo vuoi tu, gege. Lo voglio anche io.

Arrossii ancora di più, mentre il mio cuore accelerava per la felicità. Hua Cheng continuò:
- Non serve che chiedi scusa. Non sei pessimo, tutt'altro. È stato meraviglioso, molto meglio di quanto potessi immaginare. E... È stato il primo bacio anche per me.

Spalancai gli occhi e la bocca come un ebete. Era stata la prima volta anche per Hua Cheng? Quel ragazzo sembrava un bad boy della peggior specie che rimorchiava le ragazze e i ragazzi un giorno sì e l'altro pure.

Alla mia reazione San Lang scoppiò a ridere: - Mi sono preservato per una persona speciale.

- Per me?
Balbettai.

- Per te, dalla prima volta che ti ho visto.

Mentre affogavo nello sbigottimento ripensai alle parole che Hua Cheng aveva detto alle signore al bar, aveva detto che amava una persona sin da quando era un bambino, mi sorse spontanea una dimanda:

- Prima di quest'anno c'eravamo già incontrati?
San Lang sorrise criptico, ma accidentalmente il suo sguardo scivolò sul disegno appeso alla porta. Erano due ballerini, uno disegnato in nero e in rosso piccolo con un'espressione contorta e grottesca, sembrava un piccolo mostro, e uno piú alto, disegnato splendidamente in oro, bianco e azzurro. Quei due ballerini erano... San Lang e me?

- Quando?
Chiesi prima che potesse confermare la mia domanda precedente.

- In periferia, quando aiutavi il tuo maestro a dare lezione ai bambini poveri.

Ripensai a tutti i bambini che frequentavano il corso, non li ricordavo bene, ma ero sicuro che mi sarei ricordato dell'esistenza di un bambino talentoso come Hua Cheng. San Lang, al vedere il mio sguardo perso nei ricordi e confuso, si coprì con una mano l'occhio destro.

Capii.

Il bambino con la benda che osservava le lezioni senza prenderne parte. Il bambino con cui avevo ballato stringendolo tra le braccia.

Non riuscivo a crederci.

San Lang mi aveva aspettato per anni. Aveva atteso e mi aveva amato.

Da quando l'avevo incontrato di nuovo, nonostante fosse innamorato di me da quando era solo uno scricciolo, non aveva mai fatto nulla per spingere la nostra amicizia a diventare qualcosa di più. Aveva semplicemente fatto di tutto per vedermi felice. In quel momento ero sull'orlo di scoppiare in lacrime, non pensavo di meritarmi di essere amato in quel modo, non mi ritenevo degno di un amore che dona tutto senza chiedere niente in cambio.

Abbracciai stretto Hua Cheng pregando il cielo, gli dei, il buddha o qualsiasi entitá esistente di essere in grado di ricambiare quell'amore, di essere abbastanza.

A. A.
Purtroppo l'influenza ha preso anche me e ho fatto un po' più fatica a scrivere in questi giorni (scusate il capitolo corto). Non so sono di umore un po' malinconico oggi, però questo capitolo mi ha migliorato la giornata. (:

Memorie d'autunno || HualianWhere stories live. Discover now