45 - Sono un insetto nell'ambra

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Ero sdraiato nel letto di Hua Cheng con addosso come pigiama una maglia larga rubata dall'armadio del mio ragazzo, stavo scorrendo svogliatamente i suggeriti di Instagram mentre mi interrogavo sul senso della vita e il perché della mia esistenza nel mondo. Di colpo il mio telefono squillò, presi un infarto e risposi.

- Pronto?

- Xie Lian, tesoro.

- Ciao mamma.

- Sono qui con tuo padre, volevamo sapere come stai.

- Come al solito, mi sono preso una pausa dal lavoro.

- Oh santo cielo e come fai con le spese?

- Ci pensa Hua Cheng, è davvero un ottimo amico e mi sta aiutando tantissimo.
Chiamare "amico" il ragazzo che amavo mi fece male, trattenni una smorfia infastidita.

- Per fortuna.

- Non mi piace molto quel ragazzo, Jun Wu dice che è un delinquente.
Sentii borbottare mio padre dall'altra parte del cellulare.

- Papà! Ora ti fidi più di lui che di me? Hua Cheng è praticamente l'unica ragione per cui sono ancora vivo ed è una persona meravigliosa, fidati di me.
Sbottai infastidito, quando alzai lo sguardo incrocia lo sguardo di San Lang, era appoggiato allo stipite della porta con due tazze di tè caldo in mano e un sorriso in grado di farmi sciogliere come un ghiacciolo in forno. Lo salutai con un cenno, rispose chinando il capo, sembrava stanco.

- Come vuoi.
Rispose poco convinto mio padre.

- Com'é andata la sessione di agopuntura è stata utile?
Mi presi un secondo per rispondere, in quell'attimo di silenzio Hua Cheng si avvicinò a me stringendomi la mano tra le sue mi invitò a dire la verità.

- Mamma... Non credo di volerlo più fare, sono stato tanto male dopo.

- Stai sempre male, forse hai davvero bisogno di uno psichiatra.
Sentii mio padre lamentarsi, lo ignorai.

- Mamma, papà, voi come state? Come va all'accademia?

- È pieno di russi.
Rispose mia madre.

- Danno molto prestigio alla QuingTing.
Aggiunse mio padre.

- Tuttavia sono un po' invadenti.
All'affermazione di mia madre Hua Cheng annuii con forza, si sedette accanto a me e mi prese la mano.

- Stiamo bene, non preoccuparti per noi, Xia Lian.
Non so come mai, ma quella frase mi suscitò uno strano senso di malessere. Avevo una brutta sensazione, come se fossi su un precipizio e fossi sul punto di cadere giù, di nuovo.

- Va bene, mamma. Buona serata.

- Ci sentiamo, tesoro.

Misi giù il telefono e crollai tra le braccia di Hua Cheng, stremato per una sola telefonata. San Lang mi strinse in un abbraccio e mi baciò sulle labbra.

- Bentornato.
Sussurrai finalmente felice. Ogni volta che Hua Cheng mi era vicino un senso di pace e benessere scendeva su di me. Sospirai soddisfatto.

- Com'è andata oggi?

- In accademia tira un'aria strana. I russi non mi piacciono, mi riportano alla memoria brutti ricordi.
San Lang mi coprì le gambe con la coperta e mi porse la tazza di tè che mi aveva preparato. Ringrazai quella premura con un bacio sulle guancia e uno sul collo.

- Immagino.

- Ho incrociato Mu Qing, dovevi sentirlo come imprecava, non credo di averlo mai visto così arrabbiato.

- È scortese da parte mia dirlo, ma spero che se ne vadano al più presto.

- Già.
Hua Cheng mi strinse in un abbraccio accogliente, appoggiai la schiena contro il suo petto. Ero stanco, mi sentivo come un insetto cristallizzato nell'ambra: ero prigioniero di una dimensione ferma circondata da un mondo che, insaziabile, divorava il tempo. La mia semplice esistenza era un paradosso in quei giorni, ero colmo di tranquillità data dalla stabilità in cui vivevo e tormentato dall'irrequietezza. Avevo la sensazione che il mondo, andando avanti, mi stesse lasciando indietro.

- Gege?
Mi richiamò alla realtà San Lang, le sue mani scivolarono sotto la mia maglietta e delicate mi accarezzarono la schiena.
- Cosa c'è?

- Ho parlato con Jun Wu oggi, mi ha chiesto di te.

- Ah sì?

- Mi ha chiesto come stai e... Mi ha detto di dirti che se ti stanchi di me la sua porta è sempre aperta.

- Gli hai tirato un pugno?

- No.
Rispose orgoglioso Hua Cheng.

- Male, molto male. Se lo meritava.

- Oh?

- Non penso esista persona migliore a questo mondo di te. Non ho intenzione di sostituirti con quel pallone gonfiato.
Alle mie parole Hua Cheng scoppiò a ridere, la sua risata era piacevole da sentire come la pioggia che cadeva fuori dalla finestra in quel momento.

- Lieto di sentirtelo dire, gege.

- Ti ha detto dell'altro?

- Non proprio. Girano strani pettegolezzi su di lui alla QingTing però. Si dice che l'accademia sia in crisi economicamente e che Jun Wu abbia in pugno la soluzione per sistemare la situazione.

- Strano, i miei genitori non mi hanno detto niente.

- Forse non volevano farti preoccupare o forse ciò che ti ho detto sono solo pettegolezzi senza senso.

Sorseggiai pensieroso il tè che Hua Cheng mi aveva portato, mio padre aveva la brutta abitudine di non dirmi niente riguardo all'accademia quindi era molto probabile che mi tenesse nascosti sopratutto eventuali problemi. Non mi aveva nemmeno avvisato dello scambio con la Russia, l'arrivo dei ballerini nordici era stato inaspettato. Nonostante avessi da quando avevo parlato al telefono con mio padre e mia madre una pessima sensazione, mi ritrovai a sperare che ciò che mi aveva riferito Hua Cheng fossero davvero tutti pettegolezzi.

Appoggiai la tazza ormai vuota sul comodino e mi abbandonai di nuovo tra le braccia di Hua Cheng. Mi sentivo al sicuro e anche un po' in dovere di ringraziare San Lang per tutto quello che stava facendo per me. Mi tornò in mente una chiacchierata fatta con Shi QingXuan diverso tempo prima, aveva detto che dovevo trovare un modo "appagante" per ringraziare Hua Cheng di tutto.

- San Lang?

- Sì?
Come risposta mi volta e lo baciai. Sentii le sue mani contrarsi, strette attorno ai miei fianchi, mentre senza paura e senza vergogna approfondivo il bacio. Avevo la sensazione che quella sera non ci saremmo spinti troppo oltre, per quanto amassi l'uomo al mio fianco sentivo che non era ancora arrivato il momento di portare la nostra relazione un passo più avanti. Dovevo lasciare che il tempo facesse il suo corso, ciò non mi impediva di spingerci fino a poco prima del limite posto dai noi stessi.

Mi staccai dalle labbra di San Lang e gli baciai il collo, percepii il suo respiro alterarsi, farsi instabile, più agitato, le sue dita mi accarezzarono la nuca mentre gli sollevavo la maglietta e gli baciavo il petto. Mi fermai con la testa appoggiata all'altezza del suo cuore, sentii i nostri battiti mescolarsi e sorrisi.

Nella mia piccola goccia di ambra ero felice.

A. A. (Importante)
Ecco qui un nuovo capitolo. Finalmente direte. Eh già, scrivere quest storia è diventato difficile, ma il problema non è solo la mancanza di tempo. È più complesso di così, sono un po' nervosa a parlarne qui su un social (a dire la verità sono nervosa a parlarne in generale ahahah), ma voglio essere sincera. La malattia di Xie Lian in questa storia è anche la mia malattia, ho iniziato a scrivere questa storia circa un anno fa perché avevo bisogno di uno sfogo e bisogno di dare un senso a tutto quanto, non riuscivo a parlare della mia salute con le altre persone e quindi ho affidato alla scrittura ciò che stavo vivendo.

Con il tempo però sono successe due cose, la mia salute sta lentamente peggiorando e sto gestendo tutto in maniera diversa. Ora infatti riesco a parlarne con i miei amici senza sentirmi giudicata e sbagliata (ho avuto delle amicizie non meravigliose lo scorso anno, ma ora ho perso i rapporti con queste persone) quindi non sento più il bisogno di sfogo che mi ha portato a scrivere questa storia, anzi scrivere si è fatto difficile perché mi obbliga ad affrontare aspetti della mia vita che non sono ancora pronta per elaborare.
Questa non è una scusa per giustificare i miei ritardi, mi spiace molto di non riuscire a postare regolarmente, sappiate che non voglio nemmeno lasciare incompleta questa storia.

Vi chiedo solamente di essere pazienti, con calma ho intenzione di finire di scriverla e postarla, non manca nemmeno molto alla fine.
Grazie mille di tutto.
Ci vediamo presto (spero).
en_pathy

Memorie d'autunno || HualianWhere stories live. Discover now