8 - Una malattia da sfigati per una persona sfigata

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- Benvenuto nella mia umile dimora.
Esclamò Hua Cheng, spalancai la bocca, la dimora di San Lang non aveva nulla di umile: era un'enorme casa appena fuori città, il giardino era decorato con fontanelle e aiuole rigogliose tinte dei primi colori dell'autunno. La casa era a tre piani, moderna e bellissima, dipinta di nero e rosso si abbinava benissimo ai colori del giardino e allo stile di Hua Cheng.

- Permesso.
Entrai un po' a disagio.

- Se ti va possiamo usare il mio pc per cercare in internet riguardo alla tua malattia.

- Si ma dopo. Ora ti devo una lezione di danza.

- Di qua, gege.

Hua Cheng prese il mio cappotto, lo appese in ingresso e mi fece strada tra le stanze di casa sua, ordinate e bellissime, fino ad una porta sul legno scuro era stato appeso con dello scotch un disegno infantile, sulla carta erano stati disegnati due ballerini stilizzati dalla mano incerta e creativa di un bambino.

- Lo hai fatto tu?
Chiesi curioso.

- Molti anni fa.

- Che carino.
Mormorai, ma prima che potessi osservare meglio il disegno Hua Cheng aprì la porta. La sala da ballo che avevo davanti era di modeste dimensioni, ma meravigliosa. Il parquet sembrava nuovo, il piccolo spazio di parete che si intravedeva dietro gli specchi era rosso e alcune lunghe tende leggere dello stesso colore nascondevano per metà un'enorme porta finestra che dava sul retro del giardino.

- Wow.

- Sono contento che ti piaccia.
Hua Cheng si sfilò la felpa, restando con una maglietta a maniche corte poi si tolse le scarpe.

- Cominciamo?

- Fai cinque minuti di riscaldamento, poi ti faccio fare un paio di esercizi alla sbarra. Dove posso mettere la musica?

- Collega pure il tuo telefono alle casse.

Osservai Hua Cheng mentre si riscaldava, aveva un corpo bellissimo e un'invidiabile prestanza fisica.
Avevo pensato a lungo a come dargli consigli utili, che potesse capire. Era il momento di vedere se le mie speculazioni razionali avessero un senso anche sul piano reale.

- Vieni qui, mettiti alla sbarra.
Gli mostrai come doveva mettersi. Eseguì alla perfezione.

- Alza la gamba destra indietro.

- Così?
Scossi la testa. Mi avvicinai e gli sistemai la gamba, quando lo toccai distolse lo sguardo e io a disagio mi chiesi se per caso fossi stato troppo invadente.

- Così, perfetto, mantieni la posizione un secondo. Su, su alza la testa.
Gli sorrisi incoraggiante e mi sedetti poco distante. Sarebbe stata una lezione decisamente interessante.

____

- Secondo questo sito potrei avere sette tumori di diverso tipo, tra cui quello al cervello, quello alle ossa quello al midollo spinale, secondo il sito che ho letto prima morirò nel giro di 24 ore, secondo un altro sito soffro di alzheimer, secondo un altro sito sono solo stanco e mi propone una cura a base di erbe aromatiche dalla dubbia provenienza.

San Lang si lasciò scappare una risata mentre si sedeva vicino a me sul divano nero di pelle del salotto di casa sua e mi metteva una tazza di té caldo in mano.

- Non credo che gege abbia nessuna di queste malattie. Posso vedere?

- Certo.
Gli passai il computer, lui se lo sistemò tra le gambe e appoggiò la sua tazza sul basso tavolino del salotto. Erano le nove di sera, avevamo appena finito di mangiare. Aveva cucinato Hua Cheng mentre io cercavo di auto diagnosticarmi chissà quale malattia. Ora per concludere la cena in bellezza stavamo bevendo un tè comodamente seduti sul divano.

- Ridimmi i sintomi.

- Tutti?

- Solo i più frequenti.

- Dolori diffusi simili ad artriti, specialmente le ginocchia, ma assenza di gonfiori i infiammazioni, mal di testa, febbre serale e dolore al cuore. Ma ho già cercato e non c'é niente.

- Trovato.

- Come... Come hai fatto?

Lo guardai sbigottito, lui con un sorriso furbo girò il computer verso di me.
- Lyme Chronic Disease?

- Gege, sei mai stato morso da una zecca?

- Uh? Sì, ero in vacanza in Svizzera quando avevo quindici anni, ricordo che dopo mi era salita la febbre e in ospedale mi avevano somministrato un antibiotico.

San Lang annuì e continuò a leggere il sito in silenzio per un po', poi chiuse il sito e fece un'altra ricerca. Rimase in silenzio per un bel po' con aria pensierosa e mi lanciava qualche occhiata di tanto in tanto. Sentivo una sorta di ansia stringermi lo stomaco, a diagnosticarmi chissà cosa ora non era un dottore con almeno una laurea, ma un ragazzo di forse nemmeno 20 anni e un computer.

- Sì, sono abbastanza sicuro che si tratti di Lyme Chronic Disease. Qui dice che viene a chi è stato morso da una zecca, sebbene la malattia di lyme sia stata curata in fase precoce può creare problemi anche anni dopo il morso. I sintomi sono uguali identici ai tuoi e dice inoltre che le analisi delle persone affette sono buone, quindi spesso i sintomi del lyme vengono associati a problemi psicologici.

- Oh.
Troppe informazioni in un colpo solo, non ero pronto.

- Come si cura?

- Non c'é ancora una cura certa. Ma non è mortale, nelle situazioni peggiori se il paziente non impara a tenerla sotto controllo c'è il rischio che perda la vista e finisca in sedia a rotelle.

Okay, decisamente troppe informazioni e per nulla positive. Avevo una malattia semisconosciuta, presa da una stupida zecca cinque anni prima. Non era mortale, era un bene, certo, ma la prospettiva di finire cieco e immobilizzato in sedia a rotelle non era un futuro molto migliore della morte.

- Wow, grazie. Hai risolto il mio problema in cinque minuti quando i medici non ci sono riusciti in cinque mesi.

San Lang si lasciò scappare una risata, ma non sembrava per nulla soddisfatto, continuò a leggere il sito in silenzio per un po', poi chiuse il computer di colpo e riprese in mano il suo té.

- Se gege mi da qualche giorno, troverò un dottore utile e...

- San Lang, tranquillo. Mi arrangio, hai già fatto molto.

- No, voglio aiutare. Tu dammi qualche giorno, poi posso accompagnarti alle visite e pagarti le cure se non hai abbastanza soldi.

Mi sentivo come un medicante a cui veniva fatta la carità. Distolsi lo sguardo a disagio.
- Cosa c'é? Hai paura di perdere il tuo economico insegnante di danza?

- Gege...
San Lang rimase in silenzio a lungo prima di completare la frase.

- Sei la ragione per cui ho iniziato a ballare e sono ancora vivo. Non ho intenzione di guardarti soffrire senza fare nulla, quindi per favore, lasciami aiutare.

Ora mi sentivo come una star in compagnia del suo fan più sfegatato e forse era davvero così. Sospirai.

- Va bene, puoi aiutare. Ma non esagerare. Tu hai un sogno da realizzare prima di tutto

- Hai ragione, gege.
Non potevo ancora sapere che il suo sogno non era diventare un famoso ballerino, come credevo. Quello era il mio sogno, prima che la mia sfortuna me lo portasse via.

A. A.
Idk non mi fa impazzire il modo in cui ho scritto questo capitolo, ma penso siano solo pare mie. A prestoo

Memorie d'autunno || HualianWhere stories live. Discover now