22 - Mi va a fuoco la casa, che bello

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- XIE LIAN, TU SEI UN UOMO MORTO, SAPPILO.

La signora Hui Ying quasi mi investì, indossava un'imbarazzante vestaglia consunta piena di peli di gatto e aveva il viso rugoso rosso di rabbia. Hui Ying era una donna che aveva passato da un po' la sessantina, era un'animalista dal brutto carattere un po' troppo fissata con il malocchio e la scaramanzia, viveva sotto di me e mi aveva affittato la casa, inutile dire che a causa della mia esagerata sfortuna non ero tra le sue grazie.

Mi venne incontro furiosa mentre il fuoco dietro di lei divampava altrettanto furioso e in lontananza si sentivano le sirene dei pompieri avvicinarsi.

- È TUTTA COLPA TUA, SEI UNA SFORTUNA, UNA CALAMITÀ. NON VOGLIO PIÙ VEDERTI.

- Ma, signora, non ero nemmeno in casa...

- TACI, È IL MALOCCHIO. HAI GETTATO IL MALOCCHIO SULLA MIA CASA!

La guardai urlarmi contro sentendomi impotente, quella donna era troppo ottusa, non era possibile farla ragionare. Jun Wu scese dalla macchina e si avvicinò alla signora ignorando le sue grida.

- Signora sta bene vero?

In quel momento arrivarono i pompieri, lasciai Jun Wu a parlare con la donna isterica e, come un automa, andai incontro ai vigili del fuoco. Scesero velocemente dall'auto e si affrettarono a spegnere l'incendio, erano organizzati e coordinato, mi parvero delle formiche al lavoro. Uno dei vigili del fuoco mi si avvicinò mentre i suoi colleghi domavano l'incendio.

- Come è successo? C'è qualcun altro nell'edificio?
Scossi la testa, fortunatamente la famiglia che abitava sopra di me era in vacanza in Europa e la signora Hui Ying stava fin troppo bene.

- Non ho idea di come sia successo, sono appena arrivato.

- È COLPA DI QUEST'UOMO. HA IL MALOCCHIO.
La signora Hui Ying ci raggiunse urlando con Jun Wu al seguito.

Sospirai, il vigile del fuoco mi imitò. - Signora, si calmi la prego. Sono sicuro che non è colpa della sfortuna di quest'uomo, probabilmente c'è stata una fuga di gas. Da quanto tempo è che non fa controllare tubature e uscite del gas da un idraulico?

La donna ammutolì un istante, non appena il vigile del fuoco si allontanò per andare ad aiutare gli altri, cominciò a inveire di nuovo contro di me.
- BUGIE, IO LO SO CHE È TUTTA COLPA TUA. NON HO MAI AVUTO PROBLEMI PRIMA DEL TUO ARRIVO. MA TU HAI PORTATO IL MALOCCHIO, DA QUANDO SEI QUI IL MIO GATTO HA AVUTO TRE INTOSSICAZIONI ALIMENTARI PER IL TUO CIBO MALEDETTO, LA CANTINA SI È ALLAGATA, IL GIARDINO È PIENO DI ERBACCE. LA SVENTURA È SU DI TE, LO PERCEPISCO. NON VOGLIO PIÙ VEDERTI.

- Signora, si calmi la prego.
Si affrettò a ripetere Jun Wu, io rimasi immobile a prendermi tutti gli insulti, senza parole.. Casa mia e tutti i miei veri erano andati, probabilmente non c'era molto di recuperabile e non avevo più una casa. Immaginai il fuoco riempire il salotto e consumare le foto appese alle pareti una ad una, non mi restava più niente. Nulla.

Si avvicinò uno dei vigili del fuoco e allontanò la signora da me, la rassicurò e le parlò, probabilmente spiegandole meglio la situazione.

Io rimasi lì, immobile, in mezzo al parcheggio con un'espressione ebete, perdendo la cognizione del tempo. Dopo un po' il fuoco era stato quasi spento, per fortuna l'esplosione dovuta alla fuga di casa non aveva generato un grosso incendio. Tuttavia casa mia ora era un ammasso di mobili bruciati e macerie.

Uno strano senso di vuoto mi teneva congelato sul posto, incapace di connettermi del tutto con la realtà. Sentii le mani di Jun Wu appoggiarsi sulle mie spalle e scuotermi delicatamente, sbattei le palpebre e lo fissai.

- Xie Lian, tranquillo. Non c'è nulla di irrimediabile.

- È colpa mia?

- No, non è colpa tua.

Forse no, ma la signora Hui Ying aveva ragione: ero davvero sfortunato. Chinai il capo e osservai impotente la punta delle mie scarpe. Ero un po' demoralizzato, ma dopotutto non mi aspettavo che casa mia durasse così tanto com'era durata.

- Ora dobbiamo trovarti una sistemazione temporanea, mentre cerchi una nuova casa. Se ti va puoi venire a stare da me, c'è tanto posto.
Alzai la testa e lo guardai negli occhi. No. È vero, non avevo più una casa, ma l'ultima cosa che desideravo era essere accolto da un mezzo sconosciuto che era convinto che io fossi un pazzo da rinchiudere.

- Non ti preoccupare, so già dove andare.
Era una bugia ed io non ero per nulla bravo a dirle. Jun Wu rimase in silenzio per un po', probabilmente aveva capito che stavo mentendo e stava cercando le parole giuste per convincermi.

- Davvero, Jun Wu, va tutto bene. So dove andare.
Dissi con un po' più di sicurezza. Intanto attorno a noi i vigili del fuoco erano pronti ad andarsene, era arrivata un auto della polizia. Un poliziotto, il vigile del fuoco di prima e la signora Hui Ying stavano discutendo in lontananza. Intuii che non c'era più bisogno di me, non ero in casa quando l'incidente era avvenuto, non ero nemmeno il proprietario e la colpa non era mia, ma della signora che non aveva fatto controllare recentemente il gas.

Feci qualche passo indietro, il desiderio di andarmene da lì mi premeva il petto.
- Sicuro?
Chiese Jun Wu.

- Sicurissimo. Vado.
Confermai a Jun Wu, ero sicuro di non voler andare a casa sua.

- Ti serve un passaggio?

Avevo già cominciato a correre verso una direzione a caso quando sentii la domanda.

- No.
Gridai indietro, mentre correvo a perdifiato lungo la via, ignorando il dolore alla gambe e le fitte lancinanti all'altezza del costato. Svoltai in una via poi in un'altra senza fermarmi, i polmoni mi bruciavano. Alternavo momenti di corsa a camminate zoppicanti dai passi strascicati.

Ero confuso, davvero tanto confuso. Per quanto continuassi a ripetermi che non dovevo angustiarmi per una casa e che gli oggetti all'interno erano solo oggetti, non potevo non sentirmi un po' in lutto. Il destino a quanto pareva si divertiva a privarmi delle cose a cui tenevo, improvvisamente.

Prima la famiglia, poi la danza e la salute, ora casa mia.

Correndo in un vicolo per poco non inciampai in un sacchetto della spazzatura, incespicai in avanti e mi fermai un istante. Improvvisamente una goccia cadde dal cielo e mi rotolò giù per la guancia, stesi una mano nel vuoto, dopo un istante cominciò a piovere forte. Ci mancava solo questo.

Mi guardai attorno, era buio. Non ero sicuro di dove mi trovassi. Arrancai fino fuori dal vicolo, mi ero avvicinato alla periferia nord della città. La pioggia inzuppò velocemente i miei abiti e miei capelli.
Il mio cuore batteva all'impazzata.

Forse ora sapevo dove andare.

Chissà se Hua Cheng mi avrebbe ospitato anche quella sera; mi ripromisi che gli avrei dato almeno una decina di lezioni gratuite. Ricominciai a correre mentre la pioggia batteva con insistenza attorno a me e le poche persone sul marciapiede si rifugiavano sotto ombrelli colorati che lanciavano strane ombre sul terreno per la luce dei lampioni.

Arrivai davanti al cancello di Hua Cheng, non riuscivo a credere che avevo fatto tutta quella strada con le mie gambe instabili. Il fiatone mi scuoteva il petto, tremavo ed ero fradicio. Suonai il campanello e restai in attesa.

Niente.

Nemmeno una singola luce si accese nella casa, probabilmente Hua Cheng non era lì.

Crollai seduto suo marciapiede esausto e mi rannicchiai sulle mattonelle bagnate, con la schiena appoggiata contro il cancello della casa.

Di Hua Cheng non c'era traccia, non mi restava che aspettare.

Chiusi gli occhi, la mia mente era solo un vorticare confuso di emozioni. La pioggia cadeva ritmicamente accanto e a me e piano piano il respiro agitato e il mio battito impazzito si calmarono.

Era tutto okay... Non c'era niente di irrimediabile, con questo pensiero che mi frullava in testa sovrastando tutti gli altri, per lo sfinimento mi assopii o svenni... Difficile dirlo.

A. A.
Eccomii, come ho scritto in bacheca, a causa della scuola farò fatica a postare quotidianamente, quindi punto a postare 2/3 capitoli a settimana. A prestoo.

Memorie d'autunno || HualianWhere stories live. Discover now