Epilogo

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La vita è una bastarda.

Ti coglie assolutamente sempre alla sprovvista.

L'ultima cosa che mi aspettavo il giorno dopo lo spettacolo era essere svegliato da una chiamata da parte di mia madre. Hua Cheng si mosse a disagio sotto le coperte accanto a me mentre mi affrettavo a rispondere.

- Pronto?
Bofonchiai con la voce ancora impastata di sonno.

- Buongiorno tesoro. Ti ho svegliato?

- Sì...

- Oh, scusami.

- Non scusarti cara, di a quel poltrone di nostro figlio di darsi una mossa. È mezzogiorno.
Sentii mio padre lamentarsi dall'altra parte del telefono. Il lupo perde il pelo, ma non il vizio. Davvero. Pensai divertito mentre  mi stiracchiavo.

- Siamo in città, per caso tu e Hua Cheng avete voglia di raggiungerci per pranzo? Vorremmo discutere con voi di una piccola e insignificante cosa.

Guardai Hua Cheng con una silenziosa domanda negli occhi, lui si era appena svegliato, ma aveva sentito la richiesta di mia madre. Annuì, gli sorrisi e allungai una mani per accarezzargli il viso.

- Certo. Dove?

- Tra quaranta minuti al Paradise. Ce la fate?

- Certo mamma, ci vediamo dopo allora.

- A dopo tesoro e salutami Hua Cheng.

Riattaccai e poi mi voltai verso il mio ragazzo che per quanto sembrasse seccato di essere stato svegliato non pareva eccessivamente di cattivo umore.

- A quanto pare piaci a mia madre.

Lui mi fece l'occhiolino poi si sporse in avanti per darmi un bacio. Mi tirai indietro dopo poco, consapevole che se mi lasciavo trascinare saremmo arrivati in ritardo.

___

- COSA?!?

- Non sei obbligato se non vuoi.
Borbottò mia madre con lo sguardo basso. Io ero senza parole. Troppo stupito da ciò che mi avevano detto per trovare qualcosa di più intelligente da dire.

- No, okay non credo di aver capito bene.
Mormorai sconvolto.

- Non fare lo stupido Xie Lian tua madre è stata molto chiara. Vogliamo aprire una nuova scuola e ti stiamo offrendo il ruolo di direttore.

- Sì, okay, ma io? Siete sicuri? E dove? Come? La QingTing ci farà una concorrenza enorme... Ci saranno complicanze legali, ci serve un luogo e...

- Tesoro calmati. Tuo padre si occuperà delle faccende legali ed io sto già aprendo una pratica per comprare un capannone qui vicino. Nulla di troppo opulento, ma un buon punto di partenza.

- Una capannone? Qui vicino? Intendi che... Hai comprato il mercatino dell'usato? Dalla signora Mei Mei? Sul serio?

- Beh sì, stava per chiudere e la signora Mei Mei cercava da un po' un'acquirente...

Spalancai la bocca e Hua Cheng con aria divertita me la chiuse.

- Penso che saresti un ottimo direttore, Gege.

- Io? Cioè grazie, m sono disabile... Pessimo a qualsiasi cosa e...

- Ti sottovaluti, figliolo, non ti offrirei il ruolo se non sapessi che tu sei pienamente in grado di gestirlo. Inoltre, sono sicuro che se sarai tu a capo della nuova accademia la concorrenza con Jun Wu non sarà un problema.
Commentò mio padre burbero.

- La gente ti ama e ti ammira, Xie Lian, perchè sei talentoso, umile, gentile. Sei un esempio e dopo quello che hai passato meriti questa opportunità.
Aggiunse mio madre e io intuii che fosse un loro tentativo per scusarsi di tutto quello che era successo negli ultimi mesi. Alla fine annuii ancora senza parole.

- Posso farlo, ma avrò bisogno di un sacco d'aiuto.

- Sono qui per questo.
Commentò Hua Cheng intrecciando le sue dita con le mie. Al gesto mia madre sorrise intenerita e mio padre distolse lo sguardo.

- Anche Mu Qing, Sun Yang e Feng Xin sono disposti ad aiutare, abbiamo già chiesto. Pei Ming preferirebbe lavorare di nuovo con noi. Purtroppo Ling Wen non ha rinunciato al suo posto alla QingTing quindi ci serve qualcun altro in segreteria.
Spiegò poi mia madre.

- Potremmo chiedere a Shi QingXuan, starà sicuramente cercando lavoro.

La mia mente era in fermento, milioni di idee, aspettative, piani e paure si agitavano confuse nel mio cervello. Volevo iniziare subito. Oddio, avevo sempre desiderato poter gestire un'accademia.

- È un sì quindi?
Domandò mia madre con un sorriso.

- Sì, sì. Mille volte sì.

___

E così cominciarono i lavori per la nuova accademia. Così cominciò il mio futuro.

Ci volle tutto l'inverno per ristrutturare il capannone, pubblicizzare la nuova scuola, organizzare lo spazio, assumere le persone e raccogliere muovi iscritti.

Ma poco prima dell'inizio della primavera, in un tiepido pomeriggio di metà marzo "La città dei fiori" fu inaugurata. Avevo copiato quel nome dal ristorante di Hua Cheng, ma l'avevo fatto con una buona ragione. Desideravo con tutto il mio cuore che quell'accademia potesse essere per i suoi allievi quello che Hua Cheng, la mia città dei fiori, era stato per me: un porto sicuro, amore, gioia, vita e nuove speranze.

Volevo che la mia scuola diventasse una casa, un posto sicuro per i miei allievi. Ero determinato a farlo con l'aiuto di tutte le persone che mi avevano accompagnato fino a lì. Ero consapevole che la mia malattia sarebbe sempre stato un mio limite, ma non avevo intenzione di lasciarmi abbattere.

In fondo siamo tutti fragili in un modo o nell'altro. Avevo imparato a conoscere i miei limiti e a gestirli, piano piano, un po' alla volta e quando si presentavano giornate difficili le affrontavo con la consapevolezza che non ero solo.

Quando stavo bene cercavo con tutto me stesso di essere abbastanza per le persone che amavo. Facendo di tutto per vederle felici.

E stavo bene, nonostante tutto stavo davvero bene.

E così mentre l'inverno giungeva a termine la mia vita fioriva in una città di fiori.

A. A.
Okay sono senza parole, lo ammetto. Finalmente l'ho finita. La me che ha iniziato questa storia sarebbe così fiera, perchè non ho cambiato troppo la trama che avevo in mente quando ho iniziato a scriverla e sono anche riuscita a finire la storia con la frase che mi era venuta in mente mesi e mesi fa. (Per fortuna per una volta mi era appuntata le cose).

Prima di tutto voglio ringraziare tutti voi per aver letto questa storia, nonostante l'attesa e la mia presenza altalenante e scusarmi per la mia poca organizzazione. Quindi grazie dal profondo del cuore e scusatemi ancora.

Non vi mentirò, scrivere tutti questi capitoli è stata una sfida per me. Per molti motivi. 

Ho imparato che devo stare attenta a non lasciare che ciò che mi accada non influenzi troppo quello che scrivo.
Inoltre, rileggendo questa storia per poterla finire, riuscivo a vedere solo gli errori e le cose da sistemare. Finire questa storia mi ha tuttavia aiutato a capire che anche i capitoli che io ritengo scritti male vanno accettati come parte di un processo e parte si una storia più grande. Sono sicura che quando avevo scritto quei capitoli ci avevo messo tutta me stessa. Quindi il passato anche se non ci piace, fa parte di noi e non possiamo fare altro che accettarlo per poter costruire il nostro futuro.

Questo mi ha insegnato questa storia. Spero possa aver lasciato qualcosa anche a voi.

Grazie mille di cuore e se vi va, ci vediamo alla prossima storia (:

Memorie d'autunno || HualianWhere stories live. Discover now