23 - Concludiamo l'assurda serata con un bagno

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Non so per quanto rimasi addormentato sul marciapiede sotto la pioggia insistente. Avevo perso quasi del tutto la cognizione del tempo e di me stesso. Ad un certo punto dalla mia sinistra sentii provenire un passo famigliare.

- Ehi, tu. Trova un altro posto dove dormire. Questa è casa mi... Gege?
Sentii la voce di Hua Cheng prima seccata riempirsi improvvisamente di preoccupazione. Improvvisamente smise di piovere sopra la mia testa, alzai appena lo sguardo, avevo la vista appannata, notai un ombrello rosso teso sopra di me per proteggermi dalla pioggia battente.

- Gege che succede? Cosa ci fai qui? Stai male?
Osservai Hua Cheng confuso non sapendo bene a quale domanda rispondere. Lui si chinò di fronte a me, era vestito bene, aveva una giacca nera di pelle sopra una maglia rossa, la perlina di corallo appesa alla sua treccina alla luce dei lampioni emetteva un luccichio famigliare e rassicurante, crollai in avanti e lui mi sostenne.

- Sei fradicio, andiamo dentro.
Annuii, ma non provai nemmeno ad alzarmi, ero stremato per la corsa e le mie gambe parevano non rispondere ai miei comandi. Sentii le braccia forti di Hua Cheng sollevarmi da terra, ancora semicosciente non potei fare altro cha abbandonarmi a lui. Mi lasciai portare dentro casa sua, avevo gli occhi chiusi e solo una luce morbida e calda filtrava attraverso le mie palpebre.

Le mani delicate di Hua Cheng mi liberarono dei miei vestiti bagnati e mi avvolse in un asciugamano enorme, morbido e caldo. Dal calore attorno a me dedussi di essere vicino a un caminetto o una stufa, poco dopo il rumore di un phon riempì il silenzio, sentii le mani di Hua Cheng passare delicatamente tra i miei capelli.

Starnutii e quello starnuto fu come una scossa violenta che mi strappò dal mio torpore pieno di confusione. Sobbalzai e spalancai gli occhi.

- San Lang?

- Sono qui, gege.
Rispose lui spegnendo il phon. Io mi strinsi nell'asciugamano. Ero seduto sul divano di pelle nel salotto di casa sua, di fronte a me era accesa una stufa che emetteva un piacevole tepore, San Lang era in piedi dietro di me.

- Scusa l'invasione, ma ho avuto un problemino...
Il suo sguardo si scurì e rimasi in silenzio, in attesa che continuassi la spiegazione.

- Casa mia è andata a fuoco e sono stato mandato via.

- GEGE?!

- Io sto bene, non ero in casa quando è saltata in aria.

- Ma...

- Penso che dei miei averi ci sia poco di recuperabile, non sapevo dove andare quindi sono corso qui e...
- Sei corso qui?!

- Sì, non so con che forza. Spero di non disturbare, scusami davvero. Forse sarei dovuto andare da Jun Wu.

- Non dirlo neanche per sogno, gege è sempre il benvenuto qui. Mi dispiace di averti fatto aspettare così tanto, sono davvero pessimo, ti chiedo scusa.

Chinò il capo, la sua voce era così piena di rammarico che il mio cuore si strinse per la tenerezza, allungai un braccio fuori dall'asciugamano e gli alzai il viso con un gesto delicato.
- Non hai nulla di cui scusarti, va tutto bene.

- Ma gege ora probabilmente si è ammalato per colpa mia.

- Non è colpa tua, solo mia che mi sono dimenticato di avere un cellulare per chiamarti.
Restammo in silenzio un istante, entrambi senza parole a causa della mia stupidità. Mi ne resiconto mentre lo dicevo, mi ero comportato da idiota, avevo perso completamente il controllo di me stesso e della situazione, che stupido.

- Gege...
Mi riprese Hua Cheng con voce imbronciata e io risi teso. Ne avevo combinata un'altra delle mie.

- Sto qui il meno possibile, il tempo di trovare un'altra sistemazione e...

- Puoi stare qui per sempre se lo desideri.
Hua Cheng si avvicinò e si sedette accanto a me sul divano, mi venne istintivo avvicinarmi a lui e rannicchiarmi contro di lui nel tentativo di elemosinare calore. Lui sollevò un braccio e con una punta di timidezza che non gli si addiceva me lo passò attorno alle spalle.

- Mi sento invadente e scroccone.

- Non lo sei, mi sento solo qui. La tua presenza non può che rendermi felice. Nel weekend, se vuoi e se non hai l'influenza, andiamo a vedere cosa si è salvato dei tuoi averi e quello che manca andiamo a comprarlo. Vedrai, risolveremo tutto.

Quelle parole furono come un abbraccio bollente: ne avevo un bisogno immenso. Sentii una lacrima scivolarmi giù per la guancia e nascosi il viso nell'asciugamano, stringendomi le gambe al petto. Nonostante tutto il calore attorno a me i brividi che mi scuotevano non accennavano a diminuire e io continuavo a tremare come una foglia. Annuii piano tirando su con il naso.

- Grazie.
Hua Cheng mi guardò con un sorriso, poi mi strinse di più a sé.

- Gege, sei congelato...

- Lo so, non mi ha fatto bene prendere tutta quella pioggia.

- Lo sai che per scaldarsi consigliano di togliersi tutti i vestiti e abbracciarsi nudi?

Per poco non mi strozzai con la mia stessa saliva, sapevo che aveva ragione. Avevo letto, quando andavo ancora a scuola un libro con una scena simile, inutile dire che per i due protagonisti il capitolo non si era concluso innocentemente. Scossi la testa un paio di volte, cercando di fermare la mia mente impazzita che nel giro di un istante aveva portato a galla il ricordo del sogno di qualche tempo prima.

- Lo so, ma non mi sembra il caso.
Hua Cheng scoppiò a ridere.

- Finalmente le tue guance hanno recuperato un po' di colore, che ne dici di farti un bagno caldo? Io intanto preparo qualcosa da mangiare e vedo se riesco a sistemare la camera degli ospiti.

- Grazie mille.
Si alzò dal divano e prima che potessi imitarlo mi sollevò tra le sue braccia.

- San Lang!
Lui rise e non rispose, sapevo che ci stava prendendo gusto. Ero talmente stretto nell'asciugamano che tra le sue braccia sembravo un fagotto di stoffa bianca. Mi lasciò seduto su uno sgabello in bagno e prima che potessi protestare si mise a riempirmi la vasca.

- Che bagnoschiuma vuoi? Vaniglia? Olio di Argan? Ciliegia?

- Metti quello che costa meno.
San Lang mi guardò e scoppiò a ridere, poi mise nell'acqua quello alla vaniglia, che sicuramente era il più costoso tra i tre. Presto un buon odore riempí la stanza e la vasca si riempí di schiuma calda e bianca.

- Ecco fatto, bagno pronto. Quando esci usa pure quell'accapatoio nero lì, ti faccio trovare dei vestiti davanti alla porta.

- Grazie di tutto, davvero.
Mi sentivo un po' uno stupido, non potevo fare altro che ringraziare Hua Cheng per tutte le sue gentilezze, mi promisi che avrei trovato un modo per ripagarlo di tutto.
San Lang uscí con il suo passo leggero e chiuse la porta. Rimasi fermo per un po' ad aspettare che la vasca si riempisse, poi scivolai fuori dall'asciugamano e mi tolsi gli indumenti intimi, che per fortuna Hua Cheng prima non mi aveva tolto, poi mi immersi nell'acqua bollente. Con un tremito sentii il calore tornare lentamente nel mio corpo, mi rilassai con la testa appoggiata al bordo della vasca. Il bagno di Hua Cheng era grande quanto la cucina e il salotto del mio vecchio appartamento messi insieme, la vasca era enorme: poteva ospitare due persone, in angolo c'era anche una doccia, le mattonelle erano scure così come i pochi mobili all'interno e le pareti di un bianco accecante.

Sospirai ammirato, che lusso. Socchiusi gli occhi stanco e mi abbandonai contro il bordo della vasca.

Avevo la mente in fermento, quella sera era stata troppo assurda.

A. A.
Sono viva, no non è vero. Ho appena fatto versione di latino e ho tradotto "accese gli alberi" al posti di "accese le fiaccole", non so se ridere o piangere sinceramente ahah

Memorie d'autunno || HualianOù les histoires vivent. Découvrez maintenant