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Osservai attentamente i colori dell'alba mischiati alla pioggia invernale di Parigi. Sorseggiavo il mio amato cappuccino seduta sulla sedia del balcone ricoperta da mille piumoni.
Ormai ero abituata al freddo gelido di Parigi.

Mentre rientrai in casa per andarmi a vestire mi soffermai a guardare la mia figura allo specchio. Non mi ero mai piaciuta, ma in questo periodo qualcosa in me era cambiato, mi vedevo diversa, cresciuta.
Vivevo da sola da ormai due anni, e forse questa cosa aveva contribuito nel mio cambiamento.

Ho sempre vissuto con mia madre e con il mio fratellino, di appena 5 anni, ma quando ho compiuto 23 anni mi sono sentita il dovere di iniziare a vivere per conto mio, senza creare disturbo a mia mamma.
Grazie al mio impegno nello studio sono riuscita a trovarmi un lavoro importante a Parigi, vicino allo stadio del PSG, costringendomi, purtroppo a distaccarmi molto dalla mia famiglia che viveva dall'altra parte della Francia. Per famiglia intendo praticamente solo mia madre e mio fratello Luis, dato che mio padre ha ben pensato di abbandonarci non appena é nato Luis. Lui purtroppo non ha mai avuto una figura paterna al suo fianco che lo crescesse, ma nonostante tutto io e mia mamma siamo riuscite a non fargli mancare nulla.

Picchiettai la penna più volte sul tavolo, dovevo fare la lista della spesa ma ogni volta mi distraevo su cosa potessi regalare al compleanno di Luis, che sarebbe stato tra appena tre giorni. Ricordavo come se fosse ieri quando avevo appena compiuto 19 anni ed ero in ospedale ad aspettare preoccupata mia mamma, che sembrava aver avuto un parto molto complicato. Ci vollero 10 giorni prima che li lasciassero uscire dall'ospedale, e fu quel giorno, il 20 dicembre che dovetti accogliere mia mamma e il neonato con le lacrime agli occhi, dopo che mio padre ci aveva lasciati senza un valido motivo. Ho sperato per anni che ritornasse scusandosi per quello che aveva fatto, ma non è mai successo. Da quel giorno, mi sono sempre presa cura di Luis, come se fossi una seconda mamma, ci vogliamo molto bene proprio per questo.

Mi distrassi un attimo per controllare l'orologio che indicava le 7:30, perfetto iniziamo il lunedì mattina in ritardo. Corsi subito in bagno e mi lavai la faccia con acqua gelida, per far sì che mi risvegliassi, dato che ancora sbadigliavo continuamente. Presi la prima gonna che mi capitò tra le mani insieme ad una camicetta e feci ai capelli una semplice coda. Non mi truccai, cercavo sempre di essere il più naturale possibile, dopotutto il trucco non mi cambiava più di tanto il viso. Indossai i miei soliti tacchi che utilizzavo per il lavoro, presi la borsa e le chiavi, e infine uscii di casa di corsa per poter arrivare alle 8 in ufficio.

Oggi avrei dovuto accogliere una cliente che aveva denunciato più volte diverse aggressioni da parte di suo marito. Amavo il lavoro di avvocato, ma avere a che fare con queste situazioni mi disturbava. Avevo chiuso ormai da molto tempo con l'amore, dopo molte delusioni.

Il tempo ormai non era mai dei migliori, per quello sarei voluta tornare in Italia il più presto possibile. Mia mamma è Italiana, e io per un bel pezzo della mia vita sono cresciuta in Italia, fino a quando mio padre ci ha obbligate a trasferirci a Parigi. E pensare che ora siamo qui solo per colpa sua, non che Parigi non mi piaccia, ma la mia cara Torino mi manca da morire. Lì c'è la mia squadra del cuore, la Juventus.
Sono sempre stata appassionata del calcio, ma da quando sono a Parigi purtroppo non lo seguo più come prima. Conosco la squadra parigina ma neanche più di tanto.

Entrai nel mio ufficio giusto con 2 minuti di ritardo, pensavo fosse andata molto peggio. Qualcuno bussò alla porta, feci segno di entrare

-buongiorno, Jen- disse Carl con il suo tono di voce squillante.
Lui è il mio collega, nonché mio migliore amico. Mi ha accolto fin da subito con il sorriso, d'altronde ci troviamo benissimo insieme.

-buongiorno, come è andata con Chris?- feci l'occhiolino.

Lui corse da me sedendosi sulla sedia di fronte alla mia frettolosamente.

-Allora- iniziò -ci siamo baciati- si ammutolì subito

«cosaaa?» lo guardai sconvolta.

Si conoscevamo da appena tre giorni, a quanto pare è stato amore a prima vista.

Mi raccontò tutto in ogni minimo dettaglio mentre io lo ascoltavo attentamente, fino a quando mi ricordai dell'appuntamento con la nuova cliente. Controllai l'orologio che per fortuna indicava le 8:40, la cliente sarebbe arrivata alle 8:50.

-adesso vado, so che hai da fare- sventolò la mano per salutarmi e io ricambiai mentre se ne andò chiudendo la porta.

Per far passare velocemente quegli interminabili 10 minuti decisi di guardare un po' il telefono. Aprii instagram e il primo post che mi apparve era proprio del PSG, pubblicato appena due minuti fa: era una specie di locandina che diceva che il 10 dicembre ci sarebbe stato un incontro con i giocatori, allo stadio, aperto a solo 200 persone. Non ci pensai due volte, sapevo che era la cosa giusta da fare, presi due biglietti prima che finissero, riuscendo nel mio intento. Era il regalo di compleanno di Luis, la sua squadra del cuore, oltre che la juve era proprio il PSG, e che regalo migliore poteva esserci se non questo?

Spensi soddisfatta il telefono per accogliere la mia nuova cliente.

-buongiorno, si accomodi pure- invitai la signorina a sedersi con un sorriso

...

Appena tornai a casa sentii la necessità di farmi una doccia, ma prima dovevo subito avvisare mia mamma per la sorpresa del mio fratellino.

-pronto mamma-

-pronto, amore, come stai?- sorrisi nel sentire la sua voce

-bene, sopratutto oggi- mi mordicchiai le unghie -ho preso due biglietti per un incontro con i calciatori del PSG come sorpresa di compleanno di Luis- dissi tutto d'un fiato, aspettando una sua risposta

-fantastico, Jenna!- sembrava entusiasta

-vi aspetto, qui a casa c'è posto anche per voi naturalmente-

-certo, va bene se veniamo dopodomani così stiamo un po' insieme?- chiese supplichevole

-ovviamente- risposi con fare ovvio, soddisfatta e felice

La salutai e con un sorriso stampato sul volto mi incamminai verso il bagno per farmi una bella doccia.

Entrai dentro il box doccia e iniziai a lavarmi i capelli, passai al corpo, e infine uscii. Tirai un sospiro non appena mi sedetti sul divano della camera.

Mi asciugai subito i capelli e mi misi comoda per pranzare. Mentre mangiai una ciotola di insalata guardavo attentamente la mia casa: ero riuscita a fare tutto questo da sola? Dopo due anni ancora non riuscivo a crederci. Questa rimarrà sempre la mia casetta del cuore. L'arredamento era molto semplice e minimal, ma ad effetto, molto accogliente e genuino, proprio come piaceva a me.

SPAZIO AUTRICEcome vi sembra per essere il primo capitolo? So che all'inizio è un po' noioso ma vi prego di non fermarvi qui perché tra poco diventerà sempre tuttopiù intrigante, ci vediamo al prossimoo

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SPAZIO AUTRICE
come vi sembra per essere il primo capitolo? So che all'inizio è un po' noioso ma vi prego di non fermarvi qui perché tra poco diventerà sempre tutto
più intrigante, ci vediamo al prossimoo

Sei tutto ciò che voglio. || Neymar jrWhere stories live. Discover now