59.

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Jenna
Quelle parole faticavano ad uscire dalla mia bocca. Osservavo distrutta il volto di Neymar che ormai era sovrastato dalle lacrime, forse più di quanto lo fosse il mio.

Scossi la testa, mi rifiutavo io stessa di pronunciare quella frase, non era ciò che volevo realmente. Però... però non avremmo potuto continuare così.

-ti prego Jenna, devi dirmi qualcosa- la voce di Neymar uscì rotta tra le sue labbra.

Le fissai per un momento indecifrabile, rimanevo accovacciata a lui, mentre aspettavo il momento giusto per dire quelle attesissime parole.

La testa ormai ragionava per se stessa, senza dare conto a ciò che in realtà volevo veramente, ciò che mi avrebbe fatto stare bene. Ogni parte del mio corpo sembrò immobilizzata, e le sue mani su di me non facevano altro che provocarmi brividi continui.

Chiusi gli occhi, feci un sospiro, deglutii.

Niente sembrò aiutarmi -n...non ci riesco- sputai infine singhiozzando

-dimmi quello che hai da dire ti prego- mi
supplicò Neymar. Potei notare dalla sua espressione che stava soffrendo. Il suo petto a contatto con il mio faceva sì che potessi sentire ogni suo battito cardiaco. -dimmelo!- stavolta alzò il tono di voce.

Lo abbracciai senza fiatare e poi con voce sottile dissi -dammi una pausa Neymar, devo ragionare, ti prego lasciami del tempo- sciolsi l'abbraccio con gli occhi gonfi di lacrime.

Non fiatò, si limitò ad osservarmi con uno sguardo che non tradiva affatto ciò che stava provando in questo momento. Tanta tristezza, solamente tanta tristezza poteva renderlo così, inerme.

Le braccia distese lungo i fianchi, lo sguardo distrutto, gli occhi colmi di lacrime e le labbra dischiuse. Questa era la mia visione di Neymar, quella che potrebbe essere stata l'ultima.

Mi portai la mano sul viso, continuai a piangere, mentre piano piano mi allontanavo da lui, dalla mia felicità.

Ma la testa non guardava i miei sentimenti, a lei interessava ben altro. Il cuore era riuscito a farsi mettere i piedi in testa per l'ennesima volta, aveva perso un'altra battaglia.

-non è un addio- soffiai prima di aprire la porta,
stavolta era stato proprio lui, era stato il cuore a parlare.

Non sapevo esprimere ciò che frullava dentro di me. Tutto non mi sembrava vero, dovevo capire ancora se mi trovassi nella realtà. Mi pizzicai la guancia, dovevo risvegliarmi da questo brutto incubo.

Nulla.

Niente riusciva a dimostrarmi che fosse solo un brutto sogno, il peggior sogno.

Corsi verso la mia macchina, spalancai la portiera e mi ci rinchiusi dentro. Mi lasciai andare ad un pianto disperato, il peggiore che mai avessi fatto. Mi sentivo in colpa, stavo facendo soffrire Neymar, e anche me stessa.

Buttai la testa indietro e incontrai il sedile, mi abbandonai su di esso, mentre ormai stavo finendo tutti i liquidi nel corpo. Le lacrime mi stavano prosciugando, prima o poi quel fiume sarebbe diventato un solo e unico pezzo di terra.

Incontrare Neymar è stata la cosa più folle della mia vita. Ha portato tante disgrazie, ma le cose migliori sono state ben altre. I momenti passati con lui, le emozioni provate, le sensazioni percepite, tutte queste cose mi avevano trasportato in un altro universo, il nostro universo, che ora sembrava distrutto.

Era distrutto solo per colpa mia, e sebbene lui lo avesse sempre ricucito, io sono sempre stata pronta a distruggerlo, fino a frantumarlo in mille pezzi.

I singhiozzi ormai non mi permettevano nemmeno di respirare, dovevo calmarmi, ma non ci riuscivo.

Chiamai una persona, anche se in questo momento avevo bisogno di un'altra tra le mie braccia.

Sei tutto ciò che voglio. || Neymar jrDove le storie prendono vita. Scoprilo ora