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Un suono abbastanza rumoroso mi svegliò improvvisamente. Mi stropicciai gli occhi per capire dove fossi, e appena vidi il letto disfatto a fianco a me, tutto ritornò alla mente. I baci, gli abbracci, tutto. Mi alzai, ritrovandomi seminuda, con indosso solo l'intimo. Sorrisi nel pensare che la sera prima mi ero messa a dormire così solo per provocare Neymar.

Presi una maglietta dall'armadio di Neymar e la misi senza fare caso a quale fosse, la trovai abbastanza femminile per i suoi gusti ma non ci feci caso. Sbadigliando scesi le scale di quell'immensa casa e quando scesi l'ultimo gradino sentii una musichetta proveniente dalla cucina. Ad accompagnare questa musica c'era ovviamente Neymar che canticchiava. Scorsi il suo corpo in movimento, indossava un grembiule, pareva stesse cucinando. Mi feci avanti, appoggiandomi allo stipite della porta in attesa che si accorgesse della mia presenza. Non appena alzò la testa mi notò e smise di cantare

-ma buongiorno principessa- sorrise, oggi sembra di buon umore -quella maglietta?- mi squadrò

-buongiorno a te- mi fermai un attimo guardando la maglietta -boh è la prima che ho trovato, preferivi che venissi nuda?- non rispose ma si limitò a sorridere malizioso. Avanzai verso di lui per capire che cosa stesse cucinando -che fai?- guardai dentro la ciotola

-sfrutto le mie doti da cuoco- fece l'occhiolino -pancakes- mi indicò un tavolo non molto distante -vai a sederti tra poco arrivano- feci come mi aveva detto.

Mentre stavo seduta sopra quella sedia guardai le pareti di quella casa. Notai diversi quadri di cui la maggior parte che ritraevano Neymar, probabilmente su un set fotografico, poco egocentrico. Mentre scrutavo attentamente le pareti scorsi anche l'orologio che indicava le 7, potevo stare abbastanza tranquilla perché sarei dovuta essere in ufficio tra esattamente un'ora.

Non feci in tempo a pensare ad altro che Neymar irruppe in salotto ancora canticchiando, portando un piatto pieno di pancakes. Si sedette anche lui, con quel grembiule che lo rendeva ancora più attraente.

-assaggia- mi indicò i pancakes mentre lui aspettava che gli dicessi cosa ne pensassi.

Ne tagliai un pezzo e con la forchetta lo misi in bocca. Assaporai quel piccolo pezzo di pancake, era squisito. Annuii mentre gustavo ancora quel pezzo -buonissimi- misi un'altra forchettata in bocca

-lo chef Neymar si è alzato prima solo per te- mi indicò aprendo una bottiglia di latte per versarsela nella tazza

-hai fatto bene- continuai a masticare -dopotutto si fa questo per gli amici no?- continuai quel gioco, consapevole di star "scherzando" in un certo modo.

Finimmo di mangiare lentamente e mi accorsi subito dopo che si era fatto tardi, erano le 7:30. Mi alzai frettolosa mettendo i piatti nel lavandino, poi arrivai da Ney per lasciargli un bacio fugace sulla guancia.

-dove vai?- mi chiese confuso mentre andavo a cercare il mio vestito

-a lavoro- urlai dal piano di sopra mentre presi velocemente le mie cose. Scesi e mi misi il cappotto, ero praticamente nuda ma in questo momento non mi interessava molto, mi sarei cambiata a casa

-aspetta ti accompagno- mi raggiunse mentre si tolse il grembiule, io lo aspettai, dopotutto non sarei potuta tornare a casa da sola, dato che ero mezza nuda.

Uscimmo di casa in fretta, mi riaccompagnò a casa mentre per tutto il tragitto rimanemmo in silenzio, nonostante fossero pochi i minuti da aspettare.

Uscii dalla macchina e lui mi guardò stranito -non mi saluti?- andai verso il finestrino, gli intimai di abbassarlo e quando lo fece gli lasciai nuovamente un bacio sulla guancia -ok ora va meglio- sorrise salutandomi.

Corsi per le scale più in fretta che potevo. Appena entrai in casa lasciai tutta la roba buttandola in un punto impreciso del divano per poi correre verso la camera da letto. Presi i primi vestiti che mi capitarono tra le mani e li indossai con una velocità estrema, perché una cosa che odiavo era il ritardo. Sono sempre stata puntuale, o perlomeno, cercato di essere puntuale. Non concepisco le persone che anche se gli prefissi un orario da giorni prima, non lo rispettano. Un esempio è Carl, infatti ogni volta rischiamo di litigare per il suo frequente ritardo. Ma nonostante tutto gli voglio bene...

Dopo essermi messa vestiti a caso, mi lavai la faccia senza truccarmi, spazzolai i capelli ed osservai per un momento la mia immagine riflessa allo specchio: ok ci sono.

Presi tutto ed uscii di casa, in un lampo mi trovavo fuori seduta sul sedile della macchina. Ora potei notare la differenza tra la macchina di Neymar e la mia, la mia era letteralmente uno straccio, avrei dovuto curarla un po' di più forse. Scacciai via quei pensieri, che in questo momento non erano necessari e misi subito in moto, mi tranquillizzai quando vidi che il display della macchina indicava le 7:50, i dieci minuti che mi sarebbero bastati per essere in ufficio alle 8 precise.
Passai una mano sulla fronte per asciugare il sudore che si era creato nonostante il freddo e la bassa temperatura che ci fosse.

Appena arrivata a destinazione notai una macchina parcheggiare nel mio stesso istante, era molto famigliare e quando ne scese il proprietario capii il perché: era Carl. Suonai il clacson per farmi notare e scesi dalla macchina con una certa allegria. Lo raggiunsi quasi correndo, dovevo aggiornarlo su tutto ciò che era successo con Neymar

-non puoi capire cosa è successo- dissi esterrefatta mentre camminavo

-buongiorno anche a te- pareva assonnato

-si buongiorno- non me ne fregava molto del buongiorno onestamente

-dai racconta, come è andata ieri sera- sbadigliò

-bene- deglutii per poter parlare -ma poi dovevo tornare a casa..-

-e?-

-e Neymar non mi ha portato a casa mia..- mi guardai le mani -ma a casa sua- guardai per terra mentre notai l'espressione stupita di Carl

-avete scopato?!-

-no ma quasi- lo rimproverai con lo sguardo -ci siamo baciati ancora e abbiamo dormito mezzi nudi-

-non puoi dirmi ste cose di prima mattina- il suo umore sembrava cambiato di botto, probabilmente questa notizia lo aveva fatto svegliare

Quando entrammo nella struttura non fiatammo più, sicuramente nessuno avrebbe voluto sapere queste cose su, tra l'altro, un mio cliente.

Andammo ognuno nei proprio uffici, promettendo a Carl che a pranzo gli avrei raccontato tutto nei particolari, dato che lui voleva sempre sapere tutto.

Entrai nel mio ufficio e sistemai il cappotto nell'appendiabiti, mi sfregai le mani dal freddo e mi sedetti sulla mia amata sedia. Davanti a me avevo il pc che aprii subito, e inoltre, avevo il calendario. Mi resi conto solo ora che era il 18 di dicembre e che quindi, tra pochi giorni è Natale, chissà come lo festeggerò. Solitamente tutti gli anni lo festeggio insieme alla mia famiglia, o che loro vengono da me o che io vado da loro. Durante il periodo natalizio amo allestire tutto, infatti sopra di me lampeggiano ancora le lucine che avevo messo pochi giorni fa. Presa dalla curiosità, scrissi a mia mamma

Jenna-mamma, questo Natale che si fa?

Digitai il messaggio in fretta, prima di poter accogliere un nuovo cliente. I passi rumorosi da fuori la porta indicarono che probabilmente era arrivato. Bussò e intimai di farsi avanti.

Sei tutto ciò che voglio. || Neymar jrWhere stories live. Discover now