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-perché urli? Che succede?- Neymar si svegliò di scatto, appena emisi il primo urlo.

Non riuscii a parlare, le parole non volevano uscire di bocca, quindi mi limitai ad indicare la culletta di Luna e dopodiché la finestra ancora spalancata.

Vidi i suoi occhi sbarrarsi, e senza dire niente balzò frettolosamente da letto -dove cazzo è sparita Luna?- corse disperato per tutta la casa.

Io ero rimasta sotto shock, ero immobile e la prima lacrima stava iniziando a rigarmi il volto ancora molto stanco.

Neymar ritornò in camera da letto, io non mi ero ancora mossa di un millimetro -Neymar..- cercai di dire, con poca voce -qualcuno l'ha presa... qualcuno l'ha rapita- riuscii a dire con un filo di voce, anche se mi era difficile credere alle mie stesse parole.

-chi cazzo può mai essere stato?!- fece un giro della stanza e preso dalla rabbia inizio a dare colpi al muro -se lo prendo non la passa liscia sicuramente- disse fuori di sé, non l'avevo mai visto in questo modo. Era veramente furioso, ma soprattutto preoccupato.

Mi alzai, avevo un vuoto al petto e quasi non riuscii a reggermi in piedi, chi potrà mai averla presa? -Neymar, metti le scarpe, riprendiamoci nostra figlia, la troveremo- dissi sicura.

Così lui mi ascoltò, si mise le scarpe senza nemmeno cambiarsi e io feci lo stesso. In questo momento il nostro abbigliamento sicuramente era l'ultimo dei nostri problemi. 

Facemmo tutto di fretta, ci mettemmo il giubbotto e infine aprimmo la porta per uscire di casa. Ma qualcosa andò storto.

Quando Neymar mise il piede sullo zerbino, si sentii un lieve scricchiolio, perché non si accorse che aveva appena pestato un foglio.

Quando se ne accorse rimase un attimo immobile e poi fece per guardarmi, quando i suoi occhi incontrarono i miei, gli diedi tutta la forza di prendere quel dannato bigliettino.

Si abbassò lentamente, lo prese, ma non lo lesse subito, ma lo porse a me.

-lo devo leggere io?- chiesi con la voce tremolante

-si, avanti- disse lui, con la voce spezzata.

Non credetti ai miei occhi. Davvero? Lessi più volte per capire se avessi letto bene.

-cosa c'è scritto?- mi chiese lui impaziente -Jenna? Che cazzo ce scritto!- alzò il tono di voto

"Caro Neymar, è giunta l'ora di portarti via ciò che tu hai portato via a me. Ma ci puoi ancora ripensare... cresceremo questa stupenda creatura insieme. Sai già dove trovarmi..."

Non dissi niente, gli porsi il biglietto perché in quel momento la forza di parlare era ancora di meno.

Aveva messo incinta qualcun' altra, ma mai mi aveva accennato una cosa del genere.

Quando vidi che lesse, la sua espressione cambiò radicalmente. I suoi muscoli tesi si rilassarono improvvisamente, ma quando alzò lo sguardo verso di me, la sua espressione divenne ancora più dura di prima. Lui sapeva. Aveva intuito di chi si trattasse.

Entrò in casa, mi spaventò quasi dalla furia che lo stava possedendo totalmente -quella lurida puttana! Come si permette a farmi una cosa del genere!- tirò un pugno talmente forte che riuscì a rompere un pezzo di muro. A quel punto capii che dovevo intervenire.

-Neymar, Neymar, devi calmarti- gli dissi, cercando di calmare anche me stessa -adesso Luna ha bisogno di noi, dobbiamo andare a riprendercela, e tu sembra che abbia capito dove si trova. Ora non ha senso spaccare i muri, saliamo in macchina e riportiamo a casa la piccola.- dissi io, con una calma che in realtà era solo esterna, perché dentro di me ero estremamente agitata e soprattutto preoccupata. Nonostante ciò però non potei fare a meno di farmi inondare il viso dalle lacrime.

Sei tutto ciò che voglio. || Neymar jrWhere stories live. Discover now