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Il silenzio regnava in quella casa da ormai due giorni. Neymar non si era fatto sentire, Kylian nemmeno. Speravo tanto in una loro chiamata, ma ovviamente nessuno dei due aveva provato a chiamarmi, effettivamente però avevano ragione, me lo meritavo.

Avevo un aspetto orribile, ai capelli avevo una coda molto disordinata e in viso delle occhiaie violacee e marcate attiravano l'attenzione, sottostanti agli occhi gonfissimi. Non ero mai stata così, non mi ero mai trattata così male. Eppure se stavo così un motivo c'era.

Non mangiavo da ieri, la fame mancava sempre, nonostante vomitassi a ogni ora del giorno. Potrà sembrare ridicolo stare così per una cosa che per alcuni è ritenuta banale, ma io mi sentivo di aver fatto l'errore più grosso della mia vita.

Sarò troppo sdolcinata, o magari troppo frettolosa a dire queste cose, magari è presto, però Neymar per me era quello giusto. Lui mi aveva fatto sentire speciale, come nessun altro. Mi aveva fatto provare emozioni e sensazioni che non so nemmeno spiegare a parole, perché finirei per sprecare tutta l'energia, scrivendo un papiro insensato.

Mi sistemai sul divano, in questi due giorni non sono andata a lavoro, ho spiegato la mia situazione al capo, non arrivando ai particolari, dicendo che avevo solamente un'influenza molto forte. Stranamente non si era contrariato e mi aveva lasciata a casa senza controbattere.

Erano passati solo due giorni ma ne sembravano passati una decina, le ore duravano come una giornata per me. Vivevo monotonamente, senza nemmeno mangiare o preoccuparmi di lavarmi. Certo, mi lavavo, ma senza voglia, quasi costretta. Anche se una volta finita la doccia la situazione era ancora peggio.

Ogni volta rischiavo di graffiarmi tutta la pelle a furia di strofinarmi per bene ogni angolo. Non riuscivo a togliermi quel peso enorme, che non se ne sarebbe mai andato.

Mi girai sul divano, per poter fare un riposino, nonostante sapevo che avrei tentato in vano.

Stavo per addormentarmi quando sentii il citofono suonare. Spalancai gli occhi. Per un momento la speranza si fece spazio nel mio corpo, ma poi mi resi conto che non poteva mai essere Neymar, però chi sarebbe potuto essere?

Controvoglia mi alzai dal divano, barcollai rischiando persino di cadere, ma alla fine arrivai sana e salva per aprire. La mia vista era così offuscata che non riuscii nemmeno a capire dalla telecamera del citofono chi fosse, ma ormai disperata aprii, chiunque fosse stato mi avrebbe fatto piacere accoglierlo, mi sentivo così sola da arrivare a pensare queste cose.

Aspettai appoggiata allo stipite della porta che quella persona che aveva citofonato venisse a suonare il campanello, e quando nelle mie orecchie penetrò quel rumore acuto, mi affrettai ad aprire velocemente.

Inizialmente non capii chi avessi davanti, ma poi finalmente riconobbi Kylian. Mi guardava sbalordito

-ciao- dissi

-ciao Jenna, cazzo sei messa male, posso entrare?- mi chiese, dall'espressione sembrava davvero preoccupato

-sisi- gli feci spazio e mise piede in casa mia.

Reggeva una busta, di cui all'interno non capii quale fosse il contenuto. Mi risedetti sul divano, incapace di reggermi in piedi -cosa c'è? Perché sei venuto?- chiesi, non riconobbi nemmeno la mia voce, suonava così diversa dall'ultima volta che l'avevo sentita. Non mi ero nemmeno degnata di parlare durante questi due giorni.

-sono venuto a portarti un vestito che avevi lasciato a casa di Neymar- me lo porse -hai bisogno di qualcosa? Da quanto non mangi?-

-tranquillo sto bene- dissi. Non ci credevo nemmeno io...

-Da quanto non mangi Jenna?- mi puntò gli occhi, per farmi sputare il rospo.

Avevo rinunciato a mangiare, ogni cosa che mettevo nello stomaco risaliva nell'esofago, bruciandomelo con gli acidi prodotti dal pancreas. Persino il mio stomaco si rifiutava di vivere in quella situazione.

Sei tutto ciò che voglio. || Neymar jrWhere stories live. Discover now