25.

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Jenna
Mi svegliai, anzi in realtà quella notte non avevo praticamente dormito, forse avrò dormito giusto mezz'oretta. Ero troppo concentrata a pensare alla giornata di oggi.

Oggi era quello che ormai avevo denominato con Neymar "il grande giorno", ma purtroppo non è proprio il momento giusto per affrontarlo. Non voglio vederlo, nè sentirlo parlare, ma oggi sarei stata costretta, dopotutto è per il lavoro.

Mi alzai e guardai per prima cosa fuori dalla finestra, sorrisi senza forze, era l'alba. Corsi a prendere una coperta e preparai il mio solito cappuccino con una certa velocità. Uscii dalla finestra facendo scivolare il mio corpo sulla sedia. Mi misi comoda con la coperta e la mia tazza fumante.

Osservai quel cielo, che però oggi non era perfettamente limpido a contrario di molti giorni, bene il meteo sta al passo con il mio umore. Sentivo tutti gli occhi gonfi, ieri avevo pianto come una matta, sicuramente Neymar lo noterà, avrò inevitabilmente delle occhiaie da paura.

Un'ansia strana mi pervase tutto il corpo al solo pensiero di rivedere Neymar, come avremmo reagito entrambi?

Il mio cuore non si arrendeva, voleva ascoltare le sue spiegazioni e ripoterlo abbracciare, ma la testa ancora niente. Mi sentivo in una tale confusione... Iniziai a sentire la testa pulsare, bene ci mancava solo questa. Mi massaggiai per un po' le tempie, cercando di alleviare il dolore, e quando ritornai dentro casa corsi a prendere una tachipirina. Mannaggia Neymar, cosa mi combini.

Dopo aver passato una decina di minuti fissando il vuoto appoggiata allo stipite della porta, decisi di andarmi a fare una doccia rigenerante, anche se non ne avevo la minima voglia. Ormai tutto non aveva senso senza Neymar. Guardai il mio riflesso allo specchio: ero messa alquanto male. Gli occhi gonfissimi sovrastavano le occhiaie violacee. Sbruffai, non c'era niente che potevo fare, sicuramente apparirò male in tutte le foto dei paparazzi, ma questo è sicuramente l'ultimo dei miei problemi.

Entrai in doccia, accesi l'acqua gelata che appena toccò il mio corpo mi fece sussultare. Mi lavai velocemente, cercando di non pensare a ciò di cui ho pensato tutto questo tempo. Ma la verità è che non ci riesco, ogni cosa mi ricorda Neymar, persino cose banalissime, mi ha letteralmente fottuto la testa.

Uscii dalla doccia asciugandomi velocemente. Quando uscii anche dal bagno notai l'orario, erano le 8 e la sentenza sarebbe stata alle 9.
Un calore risalì per tutto il corpo arrivando al viso, che ora sentivo bruciare. L'ansia saliva sempre di più, non so se oggi sarei riuscita a professare parola.

È il tuo lavoro

Ripetei ripetutamente a me stessa, per convincermi di potercela fare.

Neymar

Sospirai un momento prima di aprire lo sportello della macchina che mi avrebbe accompagnato in tribunale. Io non vedevo l'ora di rivedere Jenna, anche se sapevo che lei non l'avrebbe sicuramente presa bene. Non mi avrebbe degnata nemmeno di un sguardo. Mi tirai giù gli occhiali da sole che mi servivano per coprire le occhiaie, ma prima di rimetterli su li tolsi definitivamente, non mi importava di cosa avrebbero pensato.

Guardai fuori dal finestrino, poi mi guardai le mani, ancora piene di vesciche. Gli attacchi di rabbia mi hanno sempre caratterizzato. Nel calcio non sono mai stati un bene perché a causa di essi sono stato squalificato molte volte, di cui la maggior parte me ne sono pentito. Ma loro fanno parte di me e non ci posso fare niente... Improvvisamente mi venne in mente una cosa: l'ultimo attacco di rabbia prima di ieri mi era venuto il giorno prima che conoscessi Jenna, e poi, basta. Era come se fossero andati in vacanza, ma forse era proprio Jenna che li aveva mandati in ferie. Era lei la mia guarigione, e me ne resi conto solo ora. Mi bastava solo un suo sguardo per calmarmi.

Sei tutto ciò che voglio. || Neymar jrWhere stories live. Discover now