CAPITOLO PRIMO - parte 2

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Il cielo si stava lentamente annuvolando, e l'aria si faceva sempre più umida. Jeff alzò il mento e puntò lo sguardo sulle nuvole grigie, inspirando poi una gran quantità d'aria fresca con le narici.
Non avrebbe mai creduto che quella guerra avrebbe cambiato la sua vita così drasticamente; il lavoro di squadra che gli era stato imposto, e successivamente la morte dei suoi compagni, avevano sbloccato qualcosa nella sua mente fredda da killer spietato. Sensazioni ed emozioni che credeva non sarebbe mai più riuscito a provare, come l'affetto, l'amicizia, la pena e la paura. Certo: ciò che era, non aveva subito cambiamenti; la sua follia omicida continuava ad essere appagata dagli omicidi che commetteva saltuariamente. Tuttavia, anche in questo senso il suo modo di comportarsi era cambiato: non era più il folle assassino che sgozza le vittime e giocava con le loro budella. Forse questo era anche grazie alla sua responsabilità nei confronti di Sally; quella povera bambina che non aveva nessun altro al mondo se non lui, dunque doveva comportarsi in modo maturo e responsabile.
La vita sempre attiva e spericolata che Jeff era da sempre abituato a sostenere, si era ridotta ad una routine che garantisse quanto più possibile la sicurezza della bambina, mettendo quasi sempre il suo stesso benessere da parte. Nonostante l'atteggiamento freddo e distaccato lo nascondesse, il suo egocentrismo si era trasformato in un sano altruismo, soprattutto nei confronti della piccola Sally. Ovvio che questo Jeff mai l'avrebbe ammesso; neppure a sé stesso.
Saltò il tronco snello di un albero caduto a terra e si fiondò in un'agile corsa tra l'erba alta, puntando dritto verso la città. La furia omicida premeva sul suo petto, ricordandogli continuamente quanto bisogno avesse, adesso, di uccidere. Il suo fidato coltello era stretto nella mano destra; la lama era pulita e brillava sotto alla luce bianca del sole, i cui raggi tra passavano a fatica la fitta coltre di nuvole grige che dominavano il cielo. L'obbiettivo era placare la sete di sangue e recuperare del cibo. Nulla fuori dall'ordinario, considerato che questo era sostanzialmente tutto ciò che faceva per sopravvivere, da quando la guerra era finita.
Si fermò sotto alla finestra di una casetta singola posizionata in modo piuttosto curioso; la porta si affacciava su una parete di roccia, ed il retro era coincidente con le mura scrostate di una vecchia fabbrica in disuso. Saltò dentro con un balzo, e si trovò in un piccolo salotto; un vecchio divano, una tv davvero antiquata ed un tavolinetto da fumo.
-Annie? Sei tu?-. La voce di un uomo provenne dal breve corridoio alla destra del killer; spuntò un tipo calvo sulla quarantina; il volto magro percorso da profonde rughe dava l'idea di una persona triste, che probabilmente aveva lavorato molto duramente in vita sua.
Jeff lo osservò per diverse manciate di secondi, senza muovere un solo muscolo; quella persona non meritava di morire. Sembrava un brav'uomo, e forse aveva anche dei figli, o almeno qualcuno da proteggere, proprio come lui.
Stava per voltarsi e scappare via, quando un'improvvisa ondata di follia lo investì con una violenza incontrollata. Un ampio sorriso si allargò sulle sue guance sfregiate, ed il pugno che reggeva il coltello si strinse saldamente.

..........

Sangue.
Sangue ovunque.
Il rosso tingeva i vestiti, il pavimento, i mobili e le pareti. Il copro dell'uomo giaceva immobile a terra, sotto a quello del killer ancora seduto sulla sua pancia. Una risata isterica e folle rimbalzò sulle pareti di quella modesta casa di campagna, poi improvvisamente calò il silenzio.
Jeff si alzò in piedi ed osservò il cadavere con uno sguardo spento e confuso; sembrava chiedersi come ciò fosse potuto accadere. Il suo modo di vedere le cose stava cambiando, ma la follia che imprigionava la sua mente non lo avrebbe mai lasciato andare.
Scosse la testa e si diresse a passo lento nella cucina, dove recuperò tutto il cibo che riuscì a trasportare. Anche questa volta, avrebbe ignorato la crudeltà delle sue stesse azioni.

Che guerra sia 2 Where stories live. Discover now