CAPITOLO NONO - parte 1

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Jeff gridò. Non per la paura, non per l'orrore; gridò perché vivere ancora quel momento preciso della sua vita era forse la peggior cosa che gli potesse capitare. I suoi peggiori ricordi tornarono a galla, uno dopo l'altro, e si intrecciarono in un malinconico ballo di emozioni.
Ricordò il modo in cui stringeva il coltello in mano, ormai catturato dalla sua stessa follia; ricordò i volti terrorizzati di mamma e papà, il bruciare dell'acido sulla pelle... Ricordò tutto.
D'un tratto si lasciò cadere sulle sue stesse gambe, incapace persino di sorreggersi. Ebbe l'impressione di cadere nel vuoto, e mentre cadeva continuava a gridare, gridare, gridare.
Tutto ciò che lo circondava venne risucchiato da una spirale, proprio come era accaduto prima; e solo adesso Jeff si ricordò di Clockwork.  Era stata lei a spedirlo nel passato; ma nel frattempo, nel presente, che stava accadendo?
Tutto divenne nero per qualche frazione di secondo, poi sentì un forte colpo alla schiena. Il ragazzo strabuzzò gli occhi, alzandosi in piedi con la maggior velocità possibile; era di nuovo nella vecchia biblioteca.
-Ma tu pensa..- ridacchiò la ragazza, che era in piedi davanti a lui con le mani puntate sui fianchi. L'orologio che sostituiva uno dei suoi occhi sembrava girare più velocemente. -Sei così preso dai tuoi tristi ricordi che ti sei completamente dimenticato di essere in pericolo... Non ti facevo così sentimentalista, Jeff the Killer-.
Il ragazzo deglutì ed infilò le mani in tasca, alla ricerca del suo coltello. Si accorse subito, però, di non averlo più.
Clockwork scoppiò in una fragorosa risata. -Hai perso qualcosa?- chiese, mostrando l'arma che stringeva nella meno destra -È stato fin troppo facile... Ed ora, che farai?-.
Jeff si irrigidì, e senza rispondere iniziò a pensare; era in situazione di netto svantaggio, e doveva assolutamente inventarsi qualcosa per salvare la pelle. Si chiese quanto tempo fosse passato nella realtà, mentre lui era stato catapultato nel passato; potevano mancare intere ore o anche solo qualche minuto, prima che Slenderman lo teletrasportasse da qualche altra parte.
-Allora? Vuoi stare lì impalato?- continuò a punzecchiarlo Clockwork -Ti sto offrendo la possibilità di creare una strategia per sconfiggermi...-.
Il ragazzo reagì in modo piuttosto impulsivo, sperando che le cose sarebbero andate per il verso giusto; balzò via di lato e corse più veloce che poté lungo il corridoio, per poi svoltare a destra dietro alle grosse librerie che lo delimitavano.
-Che fai, scappi?- domandò ancora la ragazza, con un tono di voce stupito ed euforico allo stesso tempo. -Sarà divertente rincorrerti, prima di ucciderti!-. Fece giusto in tempo a finire la frase, tuttavia, prima che una delle librerie accanto a lei venisse pericolosamente sbilanciata. Jeff spinse con tutta la forza che aveva in corpo, finché il grosso mobile non cadde dal lato opposto.
Clockwork balzò indietro per non essere schiacciata, ma la sua reazione fu troppo lenta: la sua gamba sinistra rimase schiacciata sotto al pesante mobile di legno.
Jeff vi salì sopra e lo scavalcò con un balzo, recuperando poi il coltello che la nemica aveva lasciato cadere a terra.
-Pensi di poterti salvare con uno stratagemma così idiota?- gridò lei, scoppiando a ridere come una psicopatica. Le cuciture sulle sue guance si piegavano in modo innaturale, quando spalancava la bocca.
Jeff corse via senza fermarsi a pensare, percorrendo i corridoio a grandi falcate. Doveva solo cercare di scappare, si disse.
-Sai, è facile uccidere una persona!!- gridò ancora Clockwork, cercando di liberarsi dal peso del mobile che la schiacciava. -Basta spedirla avanti nel tempo, oltre la data della sua morte! .... Morire in altri spazi tempo significa morire anche nel presente!-.
Il ragazzo aumentò il passo, senza voltarsi. Si rese conto che il potere del nemico lo stava raggiungendo quando vide che tutto ciò che aveva attorno si stava di nuovo decomponendo, diventando altro che materiale modellabile che svaniva in un grosso vortice.
Lo stava spedendo nel futuro. Lo stava uccidendo.
Continuò a correre anche quando il pavimento iniziò a distruggersi sotto ai suoi piedi, finché non sentì il suo corpo venir succhiato via.
"È la fine" pensò. Ma proprio in quell'esatto momento, la voce di Slenderman echeggiò nella sua mente.
-Tempo esaurito. Stai per essere teletrasportato nel prossimo luogo-.

Che guerra sia 2 Where stories live. Discover now