CAPITOLO VENTITREESIMO - parte 2

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Jeff si mise a sedere a terra, lasciandosi cadere pesantemente sulla terra umida. Il suo sguardo si rivolse al corpo di Dina, disteso a pochi metri di distanza in una posizione del tutto innaturale e debolmente illuminato dal faro che, dall'alto di un tendone, penetrava l'oscurità di quella maledetta notte.
-...Mi dispiace- farfugliò, distogliendo lo sguardo.
Pupp era in piedi davanti a lui, con le braccia conserte e lo sguardo severo. Stava per dire qualcosa, ma si impose di non farlo; sollevò le spalle ed emise un lungo sospiro. -Okay, senti...- disse poi, con voce ferma -Dobbiamo scovare l'ultimo creepypasta... Dev'essere quì in giro-.
Restò immobile a guardare Jeff, aspettando un qualsiasi tipo di risposta; tuttavia, il ragazzo continuava a guardare fisso a terra senza dire nulla, come fosse disconnesso dalla realtà.
-Ahh, insomma! Mi stai ascoltando??- esclamò poi, irritato.
Il killer finalmente sollevò la testa, ed i suoi capelli neri, scivolando via di lato, scoprirono un volto triste ed arreso. -Dovremmo.... Seppellirla...-.
Il burattinaio inarcò le sopracciglia. -Che cosa?-.
-Seppellirla- ripeté l'altro, indicando il corpo di Dina -Non vorrai lasciarla lì, per terra?-.
-Maledizione, Jeff... Non abbiamo tempo per questo-.
-Abbiamo tutto il temo del mondo- ribatté il killer, alzandosi in piedi -Se quel creepypasta non si fa vedere è meglio per noi; se siamo fortunati, non si presenterà ed il nostro tempo in questo posto giungerà alla scadenza... Non penso che manchi molto-.
Il burattinaio questa volta tacque; si portò una mano al mento e rivolse il suo sguardo al cadavere, pensieroso. Poi emise un'altro sospiro e annuì. -E va bene... Hai ragione. Ma... Facciamo in fretta, potrebbe coglierci alla sprovvista-.
Jeff accennò un piccolo sorriso; era grato a quell'uomo, per aver capito che fare quel gesto di rispetto nei confronti della ragazza era una cosa davvero importante per lui. Dopotutto, era l'ultima cosa che avrebbe potuto fare per lei, adesso.
-Coraggio.... Facciamolo...- esordì Pupp, guardandosi intorno con aria preoccupata.
Jeff si avvicinò al corpo silenzioso molto lentamente, e ne afferrò le braccia con delicatezza; iniziò a trascinarla, muovendosi sulle punte dei piedi come se stesse spostando un preziosissimo vaso di vetro, tanto bello quanto fragile.
Con l'aiuto di Pupp la allontanò dalle vecchie giostre e si diresse verso un punto in cui era cresciuto un gruppetto di alberi; proprio qui si fermarono e distesero a terra il corpo, restando poi ad osservarlo per qualche secondo con sguardi tristi.
-Vado... Vado a cercare una pala o qualcosa di utile a scavare- disse poi Jeff -Tu resta quì con lei-.
Il burattinaio scosse la testa. -Mi sembra una pessima idea ma... Immagino di non poter controbattere-.
Jeff annuì, e si allontanò a passo svelto. Si diresse verso una piccola ruota panoramica, ormai ricoperta di ruggine e vernice scollata, percorrendo una strada illuminata da un paio di lampioni difettosi. Cercava con lo sguardo a destra e sinistra, un oggetto qualsiasi che gli avrebbe permesso di scavare a terra; era molto improbabile che avrebbe trovato una pala, ma forse un vecchio pezzo di ferro sarebbe potuto essere utile allo scopo.
Individuò un cumulo di macerie, e si mise a rovistare scansando tutto ciò che non gli parve utile; vecchi pupazzi, scatole, lattine vuote, pezzi di metallo, componenti elettronici. Ad un certo punto, forse grazie ad un colpo di fortuna, si ritrovò tra le mani quello che pareva essere il pezzo di un ingranaggio di qualche giostra; era di ferro, dalla forma lievemente curva, e pareva perfetto per quella situazione.
Il killer allargò un lieve sorriso, e recuperò l'oggetto dalla pila di macerie.
-Jeff the Killer-.
Il ragazzo si voltò di scatto, ma non ebbe neanche il tempo di vedere i fare nulla.
Un colpo ben assestato sulla nuca, poi non sentì più niente.

Che guerra sia 2 Where stories live. Discover now