CAPITOLO OTTAVO - parte 1

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Jeff trattenne il fiato mentre guardava incredulo ciò che aveva intorno. La riconosceva bene, nonostante tutti gli anni che erano passati; la scrivania angolare, l'armadio con l'anta difettosa, la finestra che dava sul giardino, il tappeto a strisce azzurre e blu.
Un nodo si creò nella sua gola; troppi ricordi dolorosi stavano affiorando nella sua mente, uno dopo l'altro. I suoi occhi si posarono sui due letti, decorati da coperte azzurre. Quello a sinistra era il suo, mentre l'altro... L'altro era di Liu.
Apparve nitida nella sua mente l'immagine del volto di suo fratello, distorto in un'espressione di dolore e paura mentre lui lo accoltellava senza alcuna pietà.
La stanza era piena di sangue.
Perché lo aveva fatto?
Camminando con andatura incerta e tremante Jeff si diresse verso la porta della stanza. Sollevò le braccia e le osservò: era tutto normale. Il suo corpo era lo stesso. Non si scoprì più piccolo, come aveva immaginato.
Compì un giro su sé stesso osservando ancora una volta la camera prima di premere la maniglia. Ma era davvero andato indietro nel tempo?
La risposta, chiara e semplice, arrivò subito dopo: non appena ebbe aperto la porta, trovò Liu davanti a sé. Percepì una stranissima sensazione che quasi lo lasciò senza fiato, poi spaesato e confuso si voltò indietro: lui gli era passato attraverso.
Jeff rimase immobile sul ciglio della porta, a guardare con gli occhi spalancati quel fratello che aveva ucciso molti anni prima.
Un brivido forte come una scarica elettrica percorse il suo corpo; non riusciva a crederci. Era proprio lui, Liu. Non pensava che lo avrebbe mai più rivisto. Il ragazzo, con una chioma di capelli castani che pendeva sulla fronte ed una sciarpa a righe legata al collo, stava prendendo qualcosa dallo scaffale dei libri.
-Liu...- farfugliò Jeff allungando una mano in direzione del fratello. Lui, tuttavia, non poteva sentirlo. Inevitabilmente una lacrima scese lungo la sua guancia, percorrendo la pelle chiarissima del suo volto. Non poteva interagire in alcun modo con lui, perché appartenevano a due sfere temporali completamente diverse. Adesso Jeff si trovava esattamente nel periodo in cui iniziò tutto: pochi giorni prima di impazzire e diventare un killer psicopatico.
Deglutì e strinse i pugni, osservando il fratello che nel frattempo si era disteso sul su letto ed aveva un libro aperto tra le mani.
Il moro indietreggiò ed uscì fuori dalla stanza, cercando di frenare lo scorrere delle lacrime. Con andatura traballante raggiunse il salotto, ed anche quì riconobbe ogni cosa. Quella era stata la sua casa, il luogo in cui era cresciuto. Difficile descrivere cosa stava provando adesso, avendo la possibilità di vederla ancora. Nella sua mente, osservando i mobili ed i tappeti, apparivano i ricordi che aveva del giorno in cui tutto cambiò: rivedeva il sangue, i cadaveri distesi a terra, e la sua stessa immagine riflessa nello specchio che aveva fissato per ore e ore senza tregua.
All'improvviso sua madre uscì dalla cucina, per poi dirigersi in bagno. Passò proprio accanto a Jeff, non toccando la sua spalla solo per pochi millimetri.
-Mamma...-.
Era proprio come la ricordava: capelli neri e lisci, raccolti in una coda da cavallo, ed un volto semplice e sereno. Era stata una buona madre; non aveva mai fatto preferenze tra lui e Liu, occupandosi di entrambi con amore e pazienza. Come aveva potuto non accorgersi di crescere un mostro?
Jeff entrò in cucina, stringendo le mandibole. Non aveva la forza di continuare a ricordare ciò che aveva fatto, ed aveva troppa paura che, ricordandolo, la sua parte folle si sarebbe risvegliata.
Seduto al tavolo della cucina trovò suo padre, intento a leggere il giornale del giorno. Aveva un volto rotondo ed un pò grassoccio, e la sua solita espressione fredda. Tuttavia non era cattivo, e non avrebbe certo meritato di morire.
-Papà..- farfugliò. Emettendo un sospiro soffocato si appoggiò contro al muro, e spostò lo sguardo su sua madre che era appena tornata.
Dopo tutto quel tempo era di nuovo a casa, insieme alla sua famiglia.
Ma non aveva alcuna possibilità di interagire con loro.

Che guerra sia 2 Where stories live. Discover now