CAPITOLO DECIMO - parte 2

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Jeff spinse la porta con il palmo della mano, trovandola incastrata. Diede un paio di strattoni, poi una spallata; e finalmente, cigolando, la porta si aprì.
Non appena fece un passo oltre la soglia di quella vecchia abitazione, un odore intenso di muffa raggiunse le sue narici. Nonostante la fittissima oscurità che dominava il piccolo ambiente, gli occhi di Jeff riuscirono a distinguere con certezza ogni oggetto che vi trovò all'interno: una grossa scrivania rotta, su cui erano poggiati una pila di vecchi libri ridotti in pessime condizioni; un armadio senza ante; un vecchio lavello arrugginito; una vetrina distesa a terra e quasi interamente rotta, ed un piccolo mobile posto in un angolo. C'era anche una porta aperta, infondo alla stanza: conduceva ad una stanza da letto, affiancata a sua volta da un piccolissimo bagno ormai caduto a pezzi. Nella camera vi era una vecchia rete senza materasso ed un mobile a cassetti, quasi completamente marcio.
-Bene...- farfugliò il killer, tra sé e sé.
Afferrò il mobile e lo spinse con entrambe le mani, fino a posizionarlo davanti alla porta. Poi, chiuse quest'ultima e ve lo spinse contro.
Valutò che probabilmente ciò non sarebbe stato sufficiente a tener fuori quella bestia, così lo tolse nuovamente e recuperò altri due mobili dalla prima stanza. Ne prese poi un terzo, che usò per bloccare anche la finestra posta lì accanto.
Si mise a sedere sulla vecchia rete, in silenzio. Si era barricato in quella stanza, e probabilmente adesso era al sicuro. Non restava che attendere che il tempo scadesse, per essere portato via da quel posto. Si chiedeva solo se ciò che lo aspettava fosse anche peggio.
Si lasciò cadere giù, poggiando la schiena e distendendosi sul ferro rugginoso. Si sentiva stanco e triste, e tutto ciò che avrebbe voluto era un pò di tranquillità.
I suoi pensieri si posarono sul volto dolce e rotondo della piccola Sally. Era una bambina meravigliosa.
Sentì il sangue gelarsi nelle vene a causa della rabbia. Come avevano potuto ucciderla in quel modo? Come avevano potuto fare tutto questo?
Il killer strinse i pugni, trattenendo un grido di rabbia.
Odiava Slenderman.
Odiava i creepypasta.
Odiava sé stesso.
Doveva porre fine a quella follia, in nome di Toby, Sally e KageKao. Le loro morti non potevano essere state davvero così inutili.

..............

Passarono diverse ore, finché il sole timidamente non iniziò a colorare il bosco con le prime luci del mattino. Jeff era ancora là, chiuso nella stanza, ad attendere. Un debole fascio di luce rossa entrava da uno spiraglio in alto.
Si alzò in piedi e sospirò, avvicinandosi al mobile posto contro alla finestra. Appoggiò l'orecchio al muro, cercando di percepire eventuali rumori che provenivano dall'esterno.
Ma non udì nulla. Forse il mostro aveva smesso di cercarlo, o forse semplicemente non lo trovava.
Con aria annoiata si avvicinò alla porta, ed osservò la cassettiera che aveva sistemato per ultima. Uno dei cassetti era semiaperto, ed al suo interno si intravedeva un blocchetto di fogli ingialliti.
Fu per semplice curiosità che Jeff si avvicinò e lo prese. Le prime pagine erano completamente vuote, ma continuando a sfogliare ne trovò una che presentava uno scarabocchio al centro. Il ragazzo si girò il blocchetto nelle mani, e capovolgendolo si rese conto che non si trattava di un semplice scarabocchio: scritta con una calligrafia davvero confusa, vi era una frase:
"Attenti a The Rake".
Jeff corrugò la fronte. Era forse riferito a quel mostro?
La frase era stata scritta di fretta, probabilmente da una persona impaurita: lo si poteva capire dalle linee della penna, che risultavano tremanti. Forse chi l'aveva scritto si era a sua volta rifugiato in quel posto per sfuggire al mostro, oppure si trattava del proprietario di quella piccola casa. In ogni caso, era probabilmente morto.
Jeff tornò a posare il blocchetto di fogli nel cassetto, e lo richiuse. Comunque stessero le cose, adesso non doveva far altro che aspettare. Non sapeva quante ore fossero passate da quando si trovava in quel bosco, ma probabile mancava poco.
Tornò a sedersi sulla vecchia rete del letto, con la testa tra le mani.
Vi furono diversi minuti avvolti da un silenzio totale, poi improvvidamente un rumore. Un rumore forte, simile a quello prodotto dal ferro quando gratta contro.... Al legno.
Artigli contro alla parete.
The Rake era lì fuori.

Che guerra sia 2 Where stories live. Discover now