CAPITOLO QUINDICESIMO - parte 1

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Una figura umana se ne stava in piedi accanto alla porta, proprio infondo alla stanza; il suo profilo si fondeva con l'oscurità che dominava l'ambiente. Non era possibile vederne il volto, almeno non per Dina. Mentre la ragazza si rialzava i piedi senza distogliere lo sguardo da quello che aveva dedotto essere Bloody Painter, Jeff era già avanzato di qualche passo in sua direzione.
I suoi occhi, invece, penetravano il buio senza la minima difficoltà, e fu per questo che poté vedere bene il volto della persona che adesso si ritrovava davanti.
Corrispondeva alla descrizione.
Capelli castani, volto coperto da una maschera bianca su cui era stato disegnata una incurvatura simile ad un sorriso. Quest'ultima presentava numerose sbavature ed era tinta di rosso; tutto lasciava pensare che quell'individuo l'avesse disegnata bagnandosi il dito con del sangue. La sua corporatura era media; indossava un paio di jeans ed una maglietta semplice.
-Jeff the Killer. Giusto?- esclamò il ragazzo, piegando lievemente la testa di lato.
Il killer strinse bene in pugno il manico del sul coltello, che teneva in basso ben aderente ai pantaloni. Non voleva dimostrarsi aggressivo, ma se voleva sopravvivere non poteva fare a meno di prendere le dovute precauzioni.
-Giusto- rispose.
Bloody Painter scoppiò in una breve risata isterica, che suonò in modo a dir poco irritante. Si voltò poi verso Dina, che nel frattempo si era avvicinata a Jeff, e le disse: -Non potevi davvero scegliere niente di meglio?!-.
-Dacci un taglio, Eren- ribatté la ragazza -Dobbiamo parlare proprio di questo?-. Bloody Painter fece un improvviso passo in avanti, e la ragazza istintivamente sollevò il braccio destro ed afferrò l'impugnatura della sua spada.
-Siamo nervosetti, eh?- esclamò ancora l'altro, sistemandosi la maschera sul viso. Taque per una lunga manciata di secondi, poi emise un sonoro sospiro e disse: -Sai cos'è che mi fa incazzare, Jeff?-.
Il moro non rispose nulla, e neanche mosse un muscolo. Percepì nuovamente un cambiamento nel tono della voce di quell'individuo, e sapeva che presto sarebbe scattato all'attacco.
-Mi fa incazzare il fatto che tu...- continuò Eren, stringendo entrambi i pugni delle mani -Che tu ti sia preso la mia ragazza senza neanche chiedermi il permesso prima-.
-Ma di che diavolo stai parlando!- intervenne Dina -Guarda che noi non..-. Non ebbe neanche il tempo di finire la fase, prima che il ragazzo mascherato si lanciasse veloce come un fulmine su Jeff. Il quel preciso istante lo trovò impreparato, e così per lui fu facile assestargli uno spintone abbastanza forte dal farlo cadere con la schiena a terra.
Il moro puntò il gomito sinistro contro al pavimento, in modo da riuscire a sollevare il braccio destro che reggeva saldamente il coltello; tentò di ferire l'avversario con la lama, ma quest'ultimo fu più veloce e gli bloccò il polso a terra schiacciandolo con un piede.
Come diavolo aveva fatto a reagire con tanta precisione in quel buoi pesto?
Trovandosi ormai bloccato a terra, il killer reagì sferrando un calcio ad Eren, proprio all'altezza del ginocchio; riuscì a destabilizzato quanto bastava a liberarsi dalla sua presa, balzando in piedi.
-Basta Eren!- il grido di Dina rimbalzò sulle pareti spoglie di quella scuola deserta. Nonostante riuscisse a malapena a distinguere le due figure, era riuscita a puntare la sua spada alla gola di Eren.
Quest'ultimo si fermò all'istante, ma non sembrò affatto spaventato. Scoppiò in un'altra odiosa risata, e rivolgendosi a lei disse: -È inutile che fai la gradassa... Si che non avresti mai il coraggio di farlo-.
La ragazza scosse la testa -Non mettermi alla prova- disse con voce nervosa.
Jeff osservò la scena con il fiato corto. Delle insopportabili fitte di dolore provenivano da entrambe le sue gambe, a dimostrazione del fatto che queste ultime non erano ancora sufficientemente guarite. Lo sforzo che aveva appena fatto aveva peggiorato la situazione.
-Io ti ho sempre amata, Dina- continuò ancora il ragazzo mascherato -Ma tu... Tu non mi hai mai voluto. Sporca puttana, cosa c'è che non va in me?! Eh?!- iniziò a gridare -Tu sei mia, hai capito?! Non m'importa se lo vuoi o no, tu s...-. Taque improvvisamente quando la lama della spada di appoggiò sulla sua pelle, lacerandola in modo superficiale. Un rivolo di sangue scese giù lungo il suo collo.
-Non funziona così, Eren- fece lei, continuando a tenerlo sotto tiro.
-Vedi...- continuò ancora lui, che sembrava non essersi ancora arreso -Forse ancora non hai capito che, per tutto il tempo, sono stato io ad essere in posizione di vantaggio-.
-Che cosa stai blaterando?!- esclamò lei digrignando i denti.
Jeff osservò il ragazzo mascherato infilarsi una mano nella tasca dei jeans, e fu assalito da una pessima sensazione. Lo vide estrarre un foglio di carta e mostrarlo orgogliosamente a Dina, la quale sbiancò in volto.
-Che roba è?!- domandò il killer, allarmato.
-La mia vendetta- rispose Eren, ridacchiando.

Che guerra sia 2 Where stories live. Discover now