CAPITOLO SETTIMO - parte 1

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La ragazza sbatté ripetutamente le palpebre e piegò la testa di lato; nonostante il tono minaccioso con cui aveva appena pronunciato il suo nome, aveva un'aria estremamente innocua. Il suo unico occhio aveva una splendida colorazione verdastra, e le sue gote lievemente arrossate dipingevano un volto molto grazioso. A renderlo alquanto inquietante, tuttavia, vi era il quadrante dell'orologio incastonato nell'orbita, ed una cucitura su entrambi i lati della bocca a dipingere una specie di sorriso. Un volto originalmente meraviglioso, ma deturpato da una follia incontrollata.
Fece un piccolo passo in avanti ed intrecciò le gambe magre, portando le braccia dietro alla schiena. -Sai... Hai un fascino tutto tuo, proprio come mi avevano detto...-.
Jeff aggrottò la fronte e strinse le mandibole. -Detto? Chi?-.
-Hai dei capelli meravigliosi...- continuò lei ingorando completamente la domanda -Vorrei un fidanzato con i tuoi capelli...-. Piegò le labbra in un caldo sorriso, poi si tappò la bocca con le mani. -Che stupida! Ti sto mettendo in imbarazzo?- ridacchiò.
Il ragazzo scosse la testa con decisione.
-Sai...- continuò lei avanzando di qualche passo -Potrei anche ignorare la presenza di quella enorme cicatrice sulle guance, che non mi piace molto... Ma... Per il resto, direi che puoi andare...-.
-Non avvicinarti- esclamò lui mettendo in mostra il coltello, che teneva stretto saldamente nella mano destra.
La ragazza sembrò stupita di quella relazione. -Qual'è il problema? Non dirmi che non ti piaccio...- disse agitando le braccia. Si fermò sul posto e scosse la testa. -Come posso non piacerti? Non ho un bel corpo?-.
-Stai indietro- ripeté Jeff con decisione. Non si darebbe certo lasciato fregare da un gioco così stupido e scontato; quella davanti a lui era una creepypasta, dunque doveva stare allerta. Probabilmente anche lei era consapevole di star partecipando al gioco ci Slenderman, dunque non aspettava che il momento buono per ucciderlo.
La ragazza si passò un dito sulle labbra socchiuse. -Credevo di piacerti... Sei forse gay, Jeff the Killer?-.
-Piantala! Quest messa in scena non basta a farmi cadere in trappola, non l'hai capito?-.
-Oh, ma dai...- mugolò lei abbassando lo sguardo.
-Che posto è questo?- chiese freddamente il ragazzo, senza staccarle gli occhi di dosso. Si aspettava un attacco da parte sua in qualsiasi momento.
-Una biblioteca. La mia biblioteca- rispose lei -Ti piace?-.
-A dire il vero no. È molto...-.
-Grande? Fredda? Spoglia? Buia?- ridacchiò la ragazza.
-Esatto...- farfugliò Jeff. Si diede una rapida occhiata intorno, sempre restando in allerta, poi tornò a posare gli occhi sulla ragazza. -Questo posto... È reale?-.
-Che diamine di domanda è? Certo che è reale!-.
-Quindi siamo...-.
-300 km a sud rispetto al bosco del nostro creatore Slenderman- lo interruppe.
Il ragazzo annuì semplicemente. Ripensò alle parole dell'uomo senza volto; aveva detto che per vincere il gioco avrebbe dovuto sopravvivere per dodici ore ad ogni creepypasta con cui si sarebbe dovuto confrontare. Dunque, se quella tipa avesse continuato a conversare... Avrebbe guadagnato tempo.
-Vivi quì da sola?- le chiese.
Lei allargò un sorriso che non prometteva nulla di buono. -Perché improvvisamente sei interessato a me?-. Ancora prima che lui potesse fornirle una risposta, riprese ad avanzare e disse: -Sai... Il tempo è una cosa onnipresente. Delinea la nostra vita, scandisce gli attimi, permette che tutto funzioni; in alcuni casi salva la vita, in altri la toglie-. Passò una mano tra i suoi folti capelli castani e continuò: -Tu hai un tempo prestabilito, da passare quì: esattamente dodici ore. Non è così?-.
Jeff deglutì e non rispose.
-Dunque, queste prossime dodici ore sono ciò che ti separa dalla brutta fine che intendo farti fare....-.
-Io non intendo combattere- disse lui, indietreggiando -Non è necessario..-.
-Io invece sì!- gridò lei scoppiando in una risata isterica -Ma non sprecare troppe energie nella fuga perché.... Il tuo tempo è già finito!-.

Che guerra sia 2 Where stories live. Discover now