CAPITOLO DODICESIMO - parte 2

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Jeff aveva l'impressione di stare disteso a mezz'aria, fluttuando in uno spazio nero e vuoto. Era tutto fermo attorno a lui; tutto calmo. Poi, all'improvviso, sentì come una specie di scossa elettrica sulla gamba sinistra.
Cosa stava accadendo?
Il killer tentò di mettere a fuoco l'ambiente attorno a sé, ma il farmaco che gli era stato iniettato rendeva ciò impossibile; tutto quello che riusciva a vedere erano immagini vibranti e confuse, forme sfocate che si univano tra loro in una strana danza.
Ancora un'altra scossa. Questa volta fu abbastanza forte da farlo gemere.
Tentò di sollevare la testa, ma un accecante luce bianca lo costrinse a tornare con la testa poggiata sul cuscino.
Ancora una scossa; ma questa volta il ragazzo riuscì a capire di cosa si trattasse. Ciò che sentiva era dolore, offuscato e modificato dallo stordimento. Percepiva dolore.
Tentò ancora una volta di mettere a fuoco l'ambiente attorno a sé, ma tutto ciò che riuscì a distinguere il bianco immacolato che ricopriva i muri della stanza, ed una sagoma scura che si muoveva senza sosta attorno a lui. Man mano che la sua mente recuperava lucidità, la sensazione di dolore alla gamba aumentava la sua intensità. Dalla sua bocca uscì un rantolo di dolore, mentre per l'ennesima volta tentò di staccare la schiena dal letto. Solo allora si ricordò delle manette che lo tenevano imprigionato, ed un'orribile sensazione di terrore si espanse in tutto il suo corpo. Nonostante l'impedimento rappresentato da quei pesanti lacci di cuoio, tuttavia, il ragazzo riuscì a mettere la testa in posizione eretta.
I suoi occhi chiari fecero una fatica immane nel riuscire ad identificare i dettagli di tutto ciò che lo circondavano, ma finalmente ci riuscì, e immediatamente un tremito di terrore percorse interamente la sua schiena da cima a fondo.
Quel dottore pazzo era in piedi accanto al letto, e con ago e filo armeggiava con gesti rapidi sulle sue gambe. Adesso poteva sentirlo bene, il dolore: delle fitte intense, intervallate tra loro da qualche istante di tregua.
L'ago penetrava la sua carne senza alcuna cura, e vi faceva scorrere sotto un lungo filo scuro che al suo passaggio causava una fuoriuscita copiosa di sangue. Il dolore che Jeff stava provando, era lancinante.
Tentò di dire qualcosa, ma dalla sua bocca non uscì altro che un lamento soffocato che finì per attirare l'attenzione del dottore.
-Oh, ti se svegliato finalmente!- esclamò quest'ultimo, con un tono di voce tutt'altro che amichevole. Sul suo volto, assieme ad una marea di schizzi di sangue rosso, albergava un ampio e sadico sorriso.
Jeff strinse i denti, e riuscì a sollevarsi ancora di qualche centimetro mettendo in tira le manette. Abbassò lo sguardo sulle sue gambe, dove le mani del dottore ancora si muovevano incessantemente, bucando la sua pelle con la punta dell'ago; e ciò che vide fece mancare un battito al suo cuore.
Sangue dappertutto.
Le lenzuola del letto, che ricordava essere bianche, erano tinte della tonalità più intensa di rosso, e gli schizzi avevano raggiunto persino il pavimento. Due enormi ferite, posizionate verticalmente, percorrevano interamente entrambi i suoi arti dalle anche fino ai piedi, ed erano così profondi che, in alcuni tratti, erano visibili le ossa.
Il suo corpo fu scosso da un forte tremito.
Il filo con cui credeva che il dottore stesse curando le sue ferite, era stato fatto passare più e più volte sotto alla sua pelle, prima sulla gamba destra poi su quella sinistra, cucendole insieme ben attaccate tra loro. Ecco cosa stava facendo: stava cucendo le sue gambe.
-Cos'è quella faccia? Ho dovuto chiudere la ferita che ti sei fatto, altrimenti saresti morto dissanguato, era solo questione di tempo-. Dottor Smiley ridacchiò in modo agghiacciante, e sollevò il grosso ago che teneva in mano. -Facendolo, però, diciamo che mi è scappata la mano... Sai, amo rompere le cose per poi aggiustarle a modo mio...!-.
Il killer gridò con tutto il fiato che aveva in gola, tirando le manette con tutte le forze che gli erano rimaste in corpo. Diede tutti gli strattoni che riuscì, concentrando nelle braccia tutta la sua disperazione; ma il suo corpo, ormai, era diventato troppo debole.
La sua testa cadde pesantemente sul materasso, mentre il dottore riprendeva a cucire le sue gambe come se nulla fosse. Il dolore offuscò ancora una volta la sua mente, e la sua testa riprese a girare vertiginosamente.
.....
-Andiamo, Dottor Smiley! Se lo uccidi privi tutti gli altri del divertimento!-. Una voce femminile si espanse all'improvviso nella stanza.
A Jeff parve soave, gentile. Ma riuscì a malapena ad udirla, prima di cadere nuovamente nel vuoto.

Che guerra sia 2 Where stories live. Discover now