CAPITOLO VENTIDUESIMO - parte 2

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Jeff era carico di rabbia e determinazione. Ogni singola cellula del suo corpo adesso fremeva; i suoi muscoli erano rigidi, tremanti, pronti a scattare impiegando ogni forza che potessero utilizzare; mentre la sua mente, resa cieca dal dolore, soltanto ad una cosa riusciva a pensare: vendetta.
Quel mostro immondo l'avrebbe pagata cara, per essersi preso la vita di Dina. Quella ragazza... Non avrebbe mai meritato quella fine; una morte così squallida, così ingiusta. Si era messa nei guai scegliendo nonostante tutto di stare al suo fianco; al fianco di colui che era stato scelto per prendere parte a quel folle gioco mortale. E per questo era morta.
-Questa me la paghi, maledetto!!- gridò in killer, mentre con un balzo sollevava il suo corpo del terreno. La sua anima fremeva, come una bestia bloccata da pesanti catene che mette in gioco ogni sua forza per liberarsi e fuggire via. Ma nel suo caso, la fuga non era neanche concepita; non darebbe più fuggito.
Era pronto a morire, adesso.
Era pronto a qualunque cosa sarebbe potuta accadere mentre si lanciava contro quel mostro.
Il clown tentò di schivare il colpo, un pò goffamente; sgusciò via di lato, ma la lama del coltello di Jeff sprofondò nel suo braccio sinistro aprendo una ferita da cui, immediatamente, fuoriuscì un flusso di sangue scarlatto. In quell'istante comparve un'espressione di stupore negli occhi scuri del clown; come se si fosse reso conto soltanto adesso che forse, il suo avversario, non era poi così debole.
Fece un salto indietro e sollevò le braccia, mettendo in risalto un largo sorriso. -Bene bene, Jeff the Killer- esclamò -Intendi iniziare a fare sul serio, eh? Ne sono.... Estremamente felice-. Non appena terminata la frase, Laughing Jack balzò in avanti e sferrò un colpo al suo avversario, il quale tuttavia schivò con una naturalezza che fino ad allora non aveva mai mostrato. Aveva l'impressione di combattere contro un'altra persona.
Jeff non perse tempo, e sferrò un secondo colpo di coltello il quale, come il primo, andò a segno ferendo il clown sulla spalla destra. Un rantolo di dolore uscì dalla bocca dell'avversario, mentre iniziava ad indietreggiare.
Jeff sorrise più ampiamente, e sentì qualcosa svegliarsi dentro di lui. Sapeva bene che cos'era quella sensazione, seppur fosse passato molto tempo dall'ultima volta che l'aveva percepita così intensamente; un'emozione indefinita, che fa pompare più sangue nelle vene e pizzica il sistema nervoso; una voglia incontrollabile di percepire il sangue appiccicoso sulle dita.
Quel clown doveva morire... E doveva farlo per mano sua.
D'un tratto si fermò, ritto sulle gambe con la testa piegata vesto il basso. Il cappuccio bianco era calato sulla sua testa, mentre ciuffi dei suoi capelli corvini pendevano giù dalle sue spalle incorniciando un volto la cui espressione, ormai, non pareva neppure più umana.
I suoi occhi brillavano di una luce intensa; due sfere color ghiaccio che splendevano di rabbia e follia.
-Slenderman mi ha portato via Toby e KageKao, poi anche la piccola Sally- disse, con una voce ferma e sicura. -E adesso tu... Ti prendi la vita di Dina. Mi dispiace, schifoso clown, ma non posso accettarlo-.
Il killer conficcò entrambi i piedi nella terra umida e si sollevò a mezz'aria, facendo roteare il coltello a pochi centimetri dal volto del nemico. Quel colpo fu schivato quasi per miracolo da Laughing Jack, il quale vi riuscì soltanto perché ebbe la prontezza di chinare le ginocchia. Un secondo colpo, tuttavia, giunse con una rapidità disumana; venne colpito proprio sulla nuca, ove la lama penetrò la pelle emettendo un orrendo rumore.
-Co..Cosa..?!- balbettò il clown, tentando di coprire con le mani la zona che sta stata appena colpita. Quando un terzo taglio si aprì sul suo ginocchio destro, Jack cadde a terra emettendo un lieve grido di dolore. Era confuso, come se le sua mente da un momento all'altro avesse smesso di funzionare. Sapeva bene di avere tutta la forza necessaria per battere quel ragazzo, eppure... Era bloccato, non riusciva a reagire e ad ogni secondo che passava di rendeva conto che le sue condizioni fisiche precipitavano. Aveva già perso una quantità incredibile di sangue.
Jeff non esitò un solo istante, consumato com'era dall'odio e dalla disperazione; sferrò al clown il colpo di grazia, conficcando la lama nel suo petto con tutte le forze che aveva in corpo. Esso gridò a sguarciagola, mettendo in mostra i denti seghettati e dilatando le palpebre quasi come se gli occhi volessero saltar via dalle orbite; si dimenò in preda al dolore, ma ben presto il suo corpo cessò di muoversi.
Jeff rimase immobile ad osservarlo, con un'espressione indecifrabile dipinta sul volto.
Non riuscì neanche a provare orgoglio, tanto la sua mente era offuscata da emozioni fredde e confuse. Solo una cosa riuscì a percepire: bisogno di altro sangue.
-Oh no-. Una voce estranea si propagò nell'aria.
Il ragazzo si voltò di scatto, e tornò a prepararsi alla battaglia portando il coltello avanti a sé. Osservò il nemico che si era silenziosamente avvicinato: era Candy Pop.

Che guerra sia 2 Where stories live. Discover now