CAPITOLO DICIASSETTESIMO - parte 2

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Il silenzio che avvolgeva la stanza con la sua atmosfera malinconica e surreale, era interrotto soltanto dal ticchettio ritmico delle dita di Pupp sul pavimento, il quale pareva particolarmente spazientito.
L'attesa fu lunghissima, tanto che Dina finì per addormentarsi con la testa poggiata sul petto di Jeff; la sua mano destra, tuttavia, era ancora appoggiata all'elsa della spada che aveva sistemato lì a terra.
Quando finalmente il suono disturbante generato da Slenderman si propagò con violenza nell'aria, il burattinaio fu il primo a saltare in piedi. -Ci siamo!- esclamò entusiasta. Si avvicinò a passo svelto agli altri due, che nel frattempo si erano alzati a loro volta. Salterellava come un bambino, e sul suo volto era già nato un sorriso che, considerata la situazione, era a dir poco eccessivo.
-Stai indietro- disse istintivamente il killer, sfiorando il manico del coltello che teneva in tasca.
Il burattinaio si fermò a meno di un metro di distanza, e piegò la testa di lato con aria interrogativa. -Temo che dovrai lasciarmi avvicinare, se vuoi che venga teletrasportato anch'io- disse.
Nel frattempo, il suono si era fatto più forte e non faceva che aumentare ancora la sua intensità. Dina si era già tappata entrambe le orecchie premendovi sopra i palmi delle mani, ma ciò non servì a migliorare le cose nemmeno un poco. Il suono non veniva dall'ambiente, ma direttamente dalla sua testa; non poteva scacciarlo.
Jeff restò in silenzio con gli occhi puntati sul burattinaio; non gli piaceva affatto l'idea di lasciarlo avvicinare a sé. Ma quando vide che il paesaggio tutt'attorno iniziava già ad assorbirsi in un vortice, non poté far altro che lasciarlo avanzare. Dopotutto poteva aver bisogno di lui, considerato che non aveva idea di cosa lo aspettasse oltre.
Pupp si posizionò al fianco del killer, e posò una mano sulla sua spalla senza mai smettere di sorridere. Il modo in cui lo faceva era inquietante, ed anche maledettamente fastidioso. Sembrava prendere in giro tutto e tutti, per nulla preoccupato per quello che sarebbe accaduto; come se niente potesse anche solo sfiorarlo.
Jeff strinse forte la mano di Dina, mentre tutto si fece nero.
I corpi dei tre iniziarono a volteggiare in uno spazio indefinito, finché pian piano non ripresero a percepire la gravità che li attirava verso il basso. Fu come se fossero stati risucchiati, incapaci di vedere alcunché a causa del fatto che in quello spazio nero non avevano alcun punto di riferimento.
Poi, ad un tratto, sbatterono contro una superficie piatta.
Il killer vi poggiò sopra in palmi delle mani e si issò, mentre il paesaggio attorno a loro iniziava a prendere forma. Non fu difficile comprendere da subito che si trattava di un bosco: sotto di lui l'erba si colorò di verde e giallo, mentre in alcune zone vi era solo il marrone scuro della terra; tutt'attorno, un paio alla volta, furono visibili un numero indefinito si alberi i cui possenti tronchi su allungavano verso il cielo. Nella mente del ragazzo riapparve l'immagine di quel mostro: The Rake. Il bosco in cui aveva fatto il suo incontro era non molto diverso da quello in cui si trovava adesso.
Dina inspirò l'aria fresca a pieni polmoni, osservando il paesaggio con le palpebre spalancate. Pareva essere un bosco di castagni, situato ai piedi di una montagna; il cielo era sereno, ed i raggi del sole penetravano attraverso le foglie verdi creando giochi di ombre e luci sull'erba e sulle foglie secche che albergano nel sottobosco. L'aria profumava di terra e di fiori, e tutt'attorno si percepiva una piacevole calma. Quel posto aveva un'aria stranamente armoniosa.
Il burattinaio, fermo a pochi passi dagli altri due, compì un giro su sé stesso facendo danzare il suo cappottone nero. -Oh, sarà meraviglioso improvvisarsi cacciatori- esclamò.
Jeff aggrottò la fronte. -Che intendi?- chiese, nonostante non avesse affatto voglia di parlare con quell'individuo strambo.
Pupp sorrise e si voltò verso di lui -Cacciare, ecco cosa dobbiamo fare- rispose. Aprì le braccia ed alzò le spalle, poi concluse: -La domanda è: saremo noi a cacciare, oppure verremo cacciati?-.

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