CAPITOLO VENTUNESIMO - parte 2

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Jeff osservò la scena con immenso stupore; indietreggiando, continuava ad allontanarsi dal tendone senza mai lasciare la mano di Dina. Lei gli lanciò uno sguardo terrorizzato; i suoi occhi scuri, che splendevano come due piccoli universi stellati, si muovevano velocemente a destra e sinistra, esprimendo tutta la sua agitazione. -Scappiamo Jeff, ti prego!- gridò.
Il killer annuì, ed iniziò a correre in una direzione qualunque nel mezzo di quell'orrendo luna park abbandonato. Voltandosi indietro per un'ultima volta, poté vedere che Laughing Jack era ancora fermo davanti alla porta del tendone; si stava agitando, come se lottasse contro le imposizioni trasmesse dai fili di Pupp.
Il burattinaio sapeva che non avrebbe funzionato per molto; quel clown era davvero troppo forte, e come se non bastasse la battaglia che avrebbe presto dovuto affrontare sarebbe stata un ingiusto scontro uno contro due.
Concentrò tutte le sue forze sui fili che aveva conficcato negli arti del clown, cercando di mantenere il controllo su quest'ultimo per il maggior tempo possibile; questo, tuttavia, gli causò uno sforzo che lo rese inevitabilmente vulnerabile.
Candy Pop non poté che approfittare della situazione; fece un balzo verso di lui, e lo colpì con il suo grande martello proprio al centro del petto. L'impatto fu spaventosamente forte; tanto che il burattinaio fu sbalzato indietro e finì per andare a sbattere contro le sedie sulle tribune. Si rialzò in piedi quasi istantaneamente, ma era già troppo tardi: Laughing Jack aveva spezzato i suoi fili dorati, ed era scappato via alla ricerca di Jeff e Dina.
Scosse la testa per riprendersi dal duro colpo appena ricevuto; alzò lo sguardo, e notificò la presenza di Candy Pop che gli si stava nuovamente avvicinando.
-È un onore conoscerti.... Burattinaio- esclamò sorridendo in modo malsano -Ed io che ti credevo chissà quanto forte.... Non mi sembri poi così pericoloso... O sbaglio?-.
Pupp digrignò i denti. -Taci, razza di maschera da carnevale-.
-Dì un pò- insistette l'altro -Scommetto che non hai ancora detto nulla a Jeff the Killer riguardo al... Tuo piccolo segreto-.
Il burattinaio si scroccò le dita. -Vedo che tu, invece, stai recitando molto bene la tua parte all'interno del gioco. Come un bravo cagnolino ubbidiente-.
Quella frase sembrò turbare molto il clown dai capelli azzurri. -Taci!- gridò. Afferrò alcune sedie con le mani e le lanciò via, aprendosi un varco. -Scommetto che da morto non parlerai più!-.
Il burattinaio, tuttavia, aveva già recuperato le forze necessarie a sferrare il seguente attacco. Alzò la mano destra e cinque fili dorati spuntarono fuori dall'apice delle sue dita, per poi sfrecciare ad alta velocità nello spazio d'aria che divideva i due sfidanti. Raggiunsero le braccia e le gambe di Candy Pop, e penetrarono la sua pelle con facilità fino a raggiungere i nervi ed i muscoli; bloccarono in modo quasi immediato ogni suo possibile movimento, imponendogli di restare lì immobile, con lo sguardo fisso su quello che da lì a poco sarebbe diventato il suo carnefice. 
Pupp sorrise, e guardò il clown dritto negli occhi; poté finalmente notificare la presenza di una buona dose di terrore, in quello sguardo che adesso era fisso su di lui.
-Sai una cosa, Candy?- esclamò poi, orgoglioso -A livello di forza fisica, in effetti, non ho speranza di eguagliare voi due clown... E infatti, non sta quì la mia vera forza-.
Attraverso i fili, il burattinaio impose al clown di avanzare qualche passo verso di lui. -Vedi, il mio potere non sta nell'attacco diretto. Dopotutto sono un burattinaio, non mi espongo... Se devo combattere seriamente, faccio scendere in campo i miei burattini-.
I fili dorati che connettevano le sue dita al corpo di Candy si ingrossarono improvvisamente, così come il sorriso sadico che adesso albergava sulla sua bocca. -Giusto perché tu lo sappia.... Sei appena diventato un mio burattino. Sono davvero curioso di vedere come te la caverai, in uno scontro diretto con Laughing Jack-.

...............

Nel frattempo, Jeff e Dina non avevano ancora smesso di correre, ormai nel buio pesto, cercando una qualsiasi uscita da quel posto maledetto. Purtoppo, proprio quando credevano di essersi allontanati a sufficienza, si ritrovarono a sbattere contro ad una grande recinzione rugginosa; l'intero Luna park ne era circondato, come fosse una dannata gabbia.
-Okay, non perdiamo la calma- disse Jeff, stringendo forte la mano di Dina -Seguiamo la rete e continuiamo a toccarla con le mani... Ci dovrà pur essere un foro da qualche parte-.
Così fecero, nonostante il terrore che insinuandosi nelle loro menti rendeva difficile agire con calma e coscienza. Immersi in un buio impenetrabile dagli occhi, i due proseguirono il loro cammino facendo scorrere le mani sulla superficie fredda e rugosa della vecchia rete metallica, sperando di sentire prima o poi la presenza di un varco che avrebbero potuto usare per fuggire via.

Che guerra sia 2 Where stories live. Discover now