CAPITOLO QUINDICESIMO - parte2

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Quello che adesso Bloody Painter stava sventolando in aria pareva un semplice foglio di carta, probabilmente strappato da un quaderno di scuola considerato il fatto che uno dei quattro lati si presentava piuttosto irregolare. Ciò che c'era di preoccupante, però, era quello che vi era disegnato sopra.
Jeff aguzzò lo sguardo per riuscire a vedere con chiarezza ciò che era stato impresso con una semplice penna su quella carta, e riconobbe immediatamente i tratti facciali di Dina.
Il disegno ritraeva il suo volto.
La finezza e la precisione con cui quell'opera era stata realizzata aveva un che di incredibile; con un unico colore, impresso con maggiore o minore forza, creava giochi di ombre e di luci così ben fatti da sembrare reali. Ma il killer non poté certo restare incantato nell'osservare quel disegno, considerato il fatto che il nemico ne aveva parlato come si trattasse di un'arma.
Ma che voleva fare, con quel pezzo di carta?
Dina indietreggiò immediatamente di qualche passo e lasciò che la sua spada scivolasse verso il basso, fino a sbattere la sua punta contro alle mattonelle piace del pavimento. Il fracasso che per qualche istante si espanse nella stanza venne seguito dalla voce preoccupata della ragazza. -Che vuoi fare, Eren?- chiese, cercando di nascondere il fatto che adesso il suo corpo era scosso da qualche tremito che non riusciva a controllare.
Il nemico ridacchiò. -E così sei a conoscenza del mio potere... Chi te ne ha parlato?-.
La ragazza scosse la testa e indietreggiò ancora di un passo.  -Eren...- balbettò.
Bloody Painter allargò un ampio e sadico sorriso sotto alla sua maschera, e scuotendolo con la mano fece compiere al suo disegno qualche giravolta a mezz'aria. -Non dev'essere una bella sensazione, eh? Sapere che la tua vita è nelle mani di una persona, la quale può spezzarla senza alcuna fatica in qualunque momento...-. Sorrise ancora, e continuò a rivolgersi a Dina -Se avessi saputo dal primo momento che avevo questo bel disegno in tasca, forse non avresti fatto la gradassa... Che ne pensi, amore mio?-.
Jeff osservò la scena con il fiato sospeso, e dapprima non capì che cosa significasse tutto ciò. Ma ad un tratto, come un lampo, la spiegazione più ovvia e probabile apparve nella sua mente:
Bloody Painter non vantava di molta forza fisica; in un combattimento corpo a corpo era piuttosto improbabile che potesse avere la meglio contro altri creepypasta, pur considerando la sua agilità.
Tuttavia...
La sua forza stava altrove.
La sua forza stava nei disegni. In base a ciò che aveva appena detto, Jeff poté dedurre che solo disegnando il volto della persona che intende uccidere, può spezzarle la vita facilmente distruggendo il foglio stesso su cui ha creato l'opera.
Ma perché fare un disegno così curato e dettagliato?
Probabilmente i dettagli erano importanti. Di conseguenza, il suo potere non poteva essere usato su persone che Eren non conosceva, per il semplice fatto che non sarebbe mai stato in grado di disegnare abbastanza dettagli.
-Mi spiace che debba finire così, cara mia- continuò Bloody Painter -Ma mi hai costretto a farlo... Perché se non vuoi essere mia, allora farò in modo che tu non possa essere mai di nessun altro-. Pronunciando quelle parole, il ragazzo sollevò il foglio in aria e lo afferrò con entrambe le mani, pronto a spezzarlo a metà.
-Nooo!-. Il grido di Dina rimbalzò con violenza contro alle pareti spoglie della stanza, percorrendo l'aria fredda e buia che la separava dal nemico.
Ci fu qualche attimo di silenzio, in cui i tre copri si mossero nel buio, ognuno in una direzione diversa. Poi, d'improvviso, la voce calma e sicura di Jeff giunse all'orecchio di Dina come la musica più soave del mondo.
-Scommetto che non puoi farlo con me-.
Il coltello del killer era già conficcato nel fianco del nemico, ed il disegno si era adagiato delicatamente a terra, vicino ai loro piedi. -Perché non mi conosci, e con questo buio non sei stato in grado di vedere bene il mio volto. Inoltre suppogo che ci voglia un pò a creare un ritratto di quel genere-.
Bloody Painter spalancò le palpebre, e lasciò cadere le braccia lungo i fianchi. Un rivolo di sangue uscì dalla sua bocca e scese lentamente giù dal collo.
-È esatto?- domandò ancora in killer, estraendo la lama dal suo fianco. Sapeva di aver già lacerato gli organi; non era necessaria altra sofferenza.
Il nemico annuì debolmente con la testa, ed il suo sguardo si rivolse nella direzione ove riuscì a vedere la sagoma di Dina. -E così... Ho perso. Sia la battaglia, che te-.
La ragazza cercò di dire qualcosa, ma le parole si spensero nella sua gola quando vide Eren crollare a terra all'improvviso, emettendo un fondo sordo. Si portò le mani alla faccia, e trattenne a stento un grido. Le sue guance si bagnarono di lacrime.

Che guerra sia 2 Where stories live. Discover now