CAPITOLO DICIANNOVESIMO - parte 2

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Un piacevole e pacifico silenzio era tornato a padroneggiare nel bosco. Le foglie verdi degli alberi compivano movimenti appena percettibili, ora che un gruppo di uccellini aveva iniziato a saltellare quà e là sui rami, quasi come stessero festeggiando la sconfitta di Seedeater.
La bestia, ferma sulle quattro zampe, respirava in modo regolare tenendo la testa bassa e gli occhi socchiusi. Il controllo dei fili di Pupp sul suo corpo era totale, tanto che era il burattinaio stesso a garantire che continuasse a respirare.
Aveva deciso di non ucciderlo, per due motivi: il primo era che, semplicemente, non ne aveva bisogno adesso che era del tutto inoffensivo; il secondo, non meno importante, era che ucciderlo sarebbe significato fare ciò che il gioco di Slenderman imponeva. E lui, più di ogni altra cosa, voleva contrastare le regole.
Jeff aveva tagliato con attenzione la manica di Dina, con l'ausilio del proprio coltello, in modo tale da scoprire la sua ferita. Sul braccio sinistro della ragazza erano presenti quattro profondi squarci, provocati dai denti affilati di Seedeater; dalla spalla fino al gomito, il braccio si era già gonfiato in modo preoccupante.
-Così dovrebbe andare un po' meglio- disse il ragazzo, stringendo bene la fasciatura che aveva improvvisato, utilizzando il lembo di maglietta che aveva tagliato. Siccome non avevano nulla con sé, non gli fu possibile disinfettare le ferite; tuttavia, in quel modo avrebbe almeno bloccato il flusso di sangue che vi fuoriusciva.
Il gruppo attese a lungo, in silenzio, che l'Operatore li portasse via da quel bosco. Nel frattempo il sole iniziò a scendere molto lentamente, percorrendo la volta celeste e per poi abbassarsi pian piano dietro agli alberi. Gli animali del bosco taquero, e l'aria si fece più fresca.
Jeff sospirò, stringendo la mano di Dina. Sapeva che presto tutta quella follia sarebbe finta un'altra volta; mancava un solo posto, un'altro combattimento, un'altra pazzia a cui sopravvivere per ritrovarsi di fronte all'Operatore. La chiusura dei conti.
Si sentiva nervoso; non poteva fare a meno di chiedersi che cosa sarebbe accaduto poi.
Guardò distrattamente Pupp, che con la schiena poggiata al tronco di un albero ridacchiava come uno psicopatico pensando a chissà che cosa, e non poté fare a meno di notare la sua somiglianza caratteriale con KageKao. Era strano, misterioso, odioso ed incomprensibile allo stesso modo. Sperava soltanto che, almeno, si sarebbe rivelato altrettanto leale nel momento del bisogno.
D'un tratto il silenzio fu rotto, ancora una volta, dal disturbante suono di Slenderman. Dina emise un lamento e si portò le mani alle tempie, abbassando la testa. Il gruppo si riunì, mentre il paesaggio tutto attorno già iniziava a disfarsi.
I tronchi degli alberi si distorcevano come fossero fatti di gomma, e venivano risucchiati lentamente in una grande spirale. Pupp e Dina posarono le mani sulle spalle di Jeff, in modo da essere teletrasportati assieme a lui.
Nessuno disse nulla. Forse, la stessa paura, la condividevano tutti quanti.
I loro corpi furono gettati nel nulla, e come ogni volta si ritrovarono a volteggiare a mezz'aria in uno spazio buio, finché l'ambiente non si fece nuovamente materiale e tutti quanti caddero a terra. Questa volta, tuttavia, l'atterraggio fu ben più violento.
Jeff sbatté la schiena dolorosamente; rotolò subito su sé stesso e poggiò a terra entrambi i palmi delle mani, potendo notificare di essere atterrato su quelli che parevano essere tanti piccolo sassolini.
Forse una strada; ma era impossibile capirlo, perché tutto attorno era buio pesto. Così buio che non poteva vedere neppure le sue mani.
-Dina? Pupp?- esclamò alzandosi in piedi a fatica.
-Siamo entrambi quì- rispose il burattinaio, con uno strano tono di voce. -Dimmi un pò, occhi di gatto: Tu vedi qualcosa?-.
Il killer trattenne il fiato, continuando a guardarsi intorno. -No, non... Non vedo niente. È... Strano...-.
Seppur i suoi occhi fossero da sempre stati in grado di penetrare facilmente l'oscurità, questa volta non gli fu possibile farlo. Quel buio così profondo che lo circondava, pareva non essere affatto cosa normale; come se non fosse generato dalla semplice mancanza della luce, ma da qualcosa di più misterioso.
-Oh, beh.... Se neanche tu riesci a vedere niente, immagino che dobbiamo muoverci a tentoni- esordì ancora il burattinaio, che pareva molto divertito dalla situazione.
Jeff emise un sospiro ed avanzò in direzione della voce, fino a sbattere contro a Dina. -Oh, scusa- le disse. La ragazza afferrò la sua mano, e senza dire nulla iniziarono a camminare. Dall'altro lato, Pupp camminava al fianco della ragazza, sfiorando di tanto in tanto la sua spalla per assicurarsi di star mantenendo il passo.
Nessuno sapeva in quale direzione stessero andando. Si ritrovarono a camminare a passo lento, vicini l'uno all'altro, immersi in un buio impenetrabile, in un'atmosfera surreale. Tutto ciò che potevano percepire erano i sassolini sotto le suole delle scarpe, ed un lieve vento freddo sulla pelle; elementi che lasciavano intuire si trovassero all'aria aperta.
Poi, tutto d'un tratto, un grosso faro si accese in lontananza, illuminando la punta rossa e bianca di un tendone.

Che guerra sia 2 Where stories live. Discover now