Parte 7 - Micha

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Micha

Raggiungo la segreteria in poco tempo e chiedo del mio orario per domani.
La segretaria mi fissa tutto il tempo con uno sguardo sognante, sta iniziando a farmi innervosire e quando finalmente si decide a darmi l'orario lascio immediatamente questa stanza.
Mi guardo bene intorno prima di tornare in auto per raggiungere casa mia e noto molte ragazze ferme a fissarmi.
Qualcuna ha perfino la sfrontatezza di ammiccare o di farmi l'occhiolino.
Raggiungo il portone ma prima che possa aprirlo una bionda palesemente tinta mi si para davanti.
Sfodera un sorriso mentre inizia a rigirarsi i capelli tra le mani.
Non capisco chi abbia fatto credere alle ragazze che sbattere le ciglia così velocemente possa sembrare sexy, io le trovo solamente ridicole.
''Ciao, mi chiamo Camy.'' dice porgendomi la mano, si aspetta che la prenda.
Non lo faccio.
''Bhe, ciao Camy'' le faccio cenno con la mano cercando di superarla per uscire ma quella si para di nuovo davanti.
Inizia a starmi veramente sui coglioni questa ragazza.
Magari in un altro momento le sue attenzioni mi avrebbero fatto piacere ma adesso proprio non mi va di perdere del tempo con lei.
''Ti va di venire ad una festa stasera?'' Chiede dandomi un biglietto.
Sopra c' è scritto un indirizzo; riconosco la strada, è la stessa in cui abito io.
C' è anche un numero di telefono che suppongo sia il suo.
''Emh, certo, ma ora devo andare.'' la saluto e stavolta riesco ad uscire.
Raggiungo la mia auto e metto in moto con la musica a tutto volume.
Arrivato al mio appartamento parcheggio ed entro in casa buttandomi sul divino cercando di trovare qualcosa di decente in tv.
Poco dopo esser rientrato qualcuno bussa alla mia porta.
Non ho idea di chi possa essere dato che non conosco nessuno.
Per un momento temo che sia quella bionda psicopatica.
Mi alzo controvoglia e vado ad aprire ritrovandomi di fronte un ragazzo dai capelli biondi e della mia stessa stazza.
''Ciao, sono Thomas, abito nell'appartamento accanto. Sono nuovo qui.'' dice con un'espressione imbarazzata.
''Bhe, anche io. Ti va di venire ad una festa stasera?'' chiedo e vedo il suo volto illuminarsi.
Credo che andremo molto d'accordo.
''Ah, io sono Micha''
Mi da un pacca sulla spalla.
''Fantastico amico, ci vediamo dopo allora'' dice mentre torna nel suo appartamento.
Faccio lo stesso e mi dirigo in bagno per fare un doccia.
Quando esco mi rivesto e inizio a cercare su internet una buona pizzeria disposta a portarmi la cena, poi ricordo i pasti che mi ha preparato Beth e prendo qualcosa a caso da scaldare nel forno a microonde.

Quando ho finito di mangiare e ripulito ciò che ho sporcato prendo la giacca e vado a bussare il mio vicino.
''Allora, pronto? Andiamo?'' chiedo.
Afferra una giacca e mi segue.
Decidiamo di comune accordo di andare a piedi. La festa non è molto lontana, si sente la musica da qui, e probabilmente tra qualche ora saremo entrambi ubriachi fradici.
Entriamo in questa casa caotica in cui nessuno di noi due conosce nessuno e ci facciamo spazio tra la gente per cercare qualcosa da bere.
Mi sono sempre trovato bene in mezzo alla gente e alla confusione.
Questi corpi schiacciati l'uno contro l'altro e questo rumore assordante sono sempre stati un sollievo per me; un modo per pensare ad altro invece che a quel disastro che è la mia vita.
È la solitudine il mio problema, non sono mai stato bravo a stare da solo o in silenzio; comporta il pensare troppo ed è proprio quello che cerco di evitare di fare.
Quando raggiungiamo la cucina ci dirigiamo entrambi verso i superalcolici.
Mi verso un liquido bluastro e lascio che l'alcol mi scorra in corpo.
Inizio a sentirmi decisamente meglio.

Due ore dopo mi ritrovo al centro della pista da ballo con una ragazza che mi si struscia addosso mentre inizio a palparla spudoratamente davanti agli occhi di tutti.
Non mi importa che mi fissino, non mi importa di questa gente pronta a giudicarmi.
Non mi importa assolutamente nulla di quello che possano pensare di me.
Loro non sono migliori di me.
La bocca di questa ragazza di cui non ricordo il nome, forse perché non me l'ha neanche detto, è sulla mia.
È assurdo pensare come bastino un paio di occhi azzurri per abbindolare una ragazza a tal punto da poter fare di lei quello che vuoi.
Improvvisamente si stacca dalla mi bocca e mi sussurra all'orecchio.
''Conosco un posto più tranquillo, ti va di venire?''
Mi stacco un momento da lei per guardarla e mi accorgo che è la ragazza che ho incontrato al college poco fa.
Fantastico, l'alcol fa fare cose assurde.
Ecco perché ho bisogno di bere ancora.
''Ho bisogno di qualcosa da bere'' biascico e mi rendo conto che ho una voce da vero deficiente, sono andato ma non così tanto da appartarmi con questa da qualche parte.
Ritorno in cucina e punto ai superalcolici.
La ragazza è ancora avvinghiata a me e quasi non mi lascia spazio per respirare.
Mi impedisce di muovermi come vorrei e finisco per rovesciare tutto il contenuto del mio bicchiere sulla spalla di una ragazza che mi da le spalle.
L'alcol che mi circola in corpo mi impedisce di ragionare correttamente e inizio a ridere come un cretino.
Quando la ragazza si volta con un'espressione furiosa la mia risata mi muore in gola.
Sono ubriaco fradicio e non capisco nulla più da quando ho iniziato a bere qualche ora fa.
Ho smesso di ragionare in modo lucido da quando ho permesso a questa ragazza di ballare con me.
Eppure, nonostante il mio stato, nonostante la confusione, la gente e questa ragazza che ancora mi si struscia addosso, l'unica cosa a cui riesco a pensare è a quanto stupenda sia la ragazza che in questo momento mi fissa furiosa.
Ha gli occhi color ghiaccio e sembra così innocente che quasi non riesco a capire cosa ci faccia una come lei qui.
Rimango imbambolato di fronte a lei, vorrei fare qualcosa, dire qualcosa, una qualsiasi ma dalla mia voce non esce nessun suono.
Lei continua ad urlarmi contro qualcosa tipo ''dovresti fare più attenzione'' o ''ma cosa ridi''.
Non posso fare a meno di sorriderle e di pensare a quanto bellissima sia anche se è così furiosa.
Probabilmente penserà che sono un pazzo psicopatico e per la prima volta mi preoccupo di cosa possa pensare un altro essere umano di me.
Poi un ragazzo la prende per mano e la conduce fuori dalla cucina.
Mi scrollo questa tipa di dosso a cerco di raggiungerla ma ormai è già sparita.

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