Parte 55 - Micha

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Micha

Molly è davvero troppo tesa oggi, penso di non averla mai vista in questo stato, nemmeno prima di qualche compito importante. È sempre così calma e temperata da fare invidia a chiunque. Riesce sempre ad apparire impeccabile e calma, di fronte a tutto ma, evidentemente, questo va ben oltre la sua portata.
Da quando siamo entrati in auto non ha detto una parola, ho messo allo stereo le sue canzoni preferite, quelle che si diverte tanto a cantare ma nulla. Non ha canticchiato nemmeno una strofa, il che è anche troppo strano. Molly non si rende conto di quanto meravigliosa sia, di quanto sia intelligente e capace nel suo lavoro.
''Smettila di preoccuparti, andrai benissimo!'', le dico. Vorrei davvero riuscire a rasserenarla, è così dannatamente bella quando ride.
Molly continua a fissare un punto indeterminato alla fine del finestrino, sembra concentrata su qualcosa ma so che mi ha sentito.
Allungo la mano e le accarezzo una coscia, sussulta al contatto e si volta a fissarmi.
''Sei meravigliosa, lo sai?''
''Micha! Questo di certo non mi sarà utile per superare la giornata. Sono così preoccupata''
Già che ammetta il fatto di esserlo mi spaventa ma mi rende allo stesso tempo contenta: Molly tende sempre a chiudersi in sè, a tenersi tutto dentro; il fatto che in questo momento senta il bisogno di confidarsi con me può significare solo due cose; o la situazione è davvero tanto tragica, o si sta fidando di me.
Personalmente, mi piace credere che sia la seconda opzione.
''Non ce n' è nessun motivo, adesso smettila di torturarti'', le dico mentre parcheggio l'auto. Scendo e vado ad aprirle la portiera; nonostante sia diventato un gesto abitudinario, non riesce a non sorridere ogni volta che lo faccio.
Le prendo la mano e la porto dentro con me; è la prima volta in cui non ho bisogno di nascondermi, né da lei né da nessun altro.
Posso essere quello che sono e stare affianco alla donna che amo ed è una sensazione assolutamente meravigliosa.
''Micha, tuo padre vuole vedervi entrambi, nel suo ufficio'', afferma la segretaria. Vedo il volto di Molly sbiancare e le strino più forte la mano; come a dirle che sono qui, che non è sola, che da oggi affronteremo tutto insieme, mano nella mano.
Ringrazio la segretaria e raggiungiamo l'ufficio di mio padre che, quando ci vede entrare si alza per stringerci la mano e ci indica un paio di poltrone su cui accomodarsi.
''Buongiorno ragazzi, allora Molly come stai?'', dice, rivolgendosi in particolare alla mia ragazza.
''Tutto bene grazie, mi è dispiaciuto davvero dover interrompere lo stage, ma, purtroppo, non è stata colpa mia...'', inizia con lo giustificarsi ma mio padre la interrompe prima che possa aggiungere altro.
''Non preoccuparti, non importa. Sai, sono rimasto davvero molto colpito da te. Quando Micha mi ha chiesto di assumervi entrambi credevo che fossi una ragazza bella ma senza cervello; sai, quelle che di solito piacciono a Micha''.
Dannazione, ma cosa sta dicendo? Molly non sa che siamo stati ammessi entrambi solo perché l'ho chiesto a mio padre.
Era così fiera di se stessa e dei risultati che ha ottenuto al test. Lo fisso con uno sguardo trucido. Vorrei che sparisse in questo momento, che si volatilizzasse senza lasciare più nessuna traccia.
''Ma ti avrei assunta comunque, insomma, i tuoi risultati erano ottimi'', aggiunge dopo; come se avesse compreso quello                                                 che si nascondeva dietro al mio sguardo.
Quando sposto lo sguardo su Molly, la sua espressione è indecifrabile, non riesco a capire cosa le stia passando per la testa e ciò mi manda in ansia, vorrei sapere a cosa sta pensando in questo momento il suo cervellino, sempre pronto a farsi mille pensieri e problemi.
''Bene, grazie per l'informazione, ciao'', replico mentre mi alzo, rivolgendomi a mio padre.
''No, fermi, non è per questo che vi ho chiamati, cioè, non solo per questo. Volevo invitarvi a casa nostra questo week end, una cena in famiglia, una cosa molto semplice. Io, tua mamma e voi due. Che ne dite?''
E sgancia la bomba.
Che ne dico? Dico che la situazione mi preoccupa; il fatto che i miei genitori vogliano vedermi e nello stesso momento, mi mette in allerta. L'ultima volta che è successo è stato quando mi hanno dato l'ultimatum per scegliere tra lavoro e università. E alla fine eccomi qui.
Studio e frequente perfino uno stage da mio padre, la situazione è alquanto assurda direi e proprio non riesco a capire cosa altro potrebbero volere.
Mi volto a fissare Molly e aspetto che dica qualcosa; dopo qualche attimo di assoluto silenzio, in cui mi accorgo che mio padre sta facendo la mia stessa cosa, Molly si decide a riaprire bocca.
''Si, con piacere'', replica ed entrambi tiriamo un sospiro di sollievo. Strano, non mi ero nemmeno accorto di star trattenendo il fiato.
''Fantastico, allora vi aspetto sabato sera a cena, dopo che avrete finito le lezioni; se si va, potete anche rimanere a dormire a casa, ci sono molte stanze'', aggiunge mio padre prima di congedarci e quest'ultima frase mi lascia ancora più perplessa delle precedenti.
Addirittura dormire a casa? Quanto è grave la situazione?

Quando usciamo dal suo ufficio per dirigerci nel nostro, l'aria tra di noi è tesa e soffocante; quando ci chiudiamo la porta alle spalle, la afferro per la vita tirandola a me. Ho bisogno che mi stia vicina.
''Molly, mi dispiace per la questione del test! Ma hai sentito? Ti avrebbe presa comunque, non voglio...'', la frase mi rimane sospesa perché Molly poggia il suo dito sulle mie labbra, invitandomi a tacere.
''Micha, non sono stupida. Quando ho saputo di tuo padre, è stata la prima cosa a cui ho pensato. Ma quello che mi incuriosisce di più sapere ora è perché? Perché insistere per fare questo stage con me? Ci conoscevamo a mala pena'', chiede e nei suoi occhi si è accesa la curiosità.
''Perché sei tu, e da quando ti ho incontrata non lo so che mi succede. Hai stravolto tutto il mio mondo senza nemmeno accorgertene, hai cambiato il mio modo di guardare la vita e tutto questo senza nemmeno saperlo. In realtà ,mi hai cambiato la vita quando ancora non ne facevi parte. Non so perché, ma tutto quello che volevo era passare del tempo con te. Costi quel che costi'', ammetto fissandola negli occhi.
Non servono risposte e non c' è bisogno di aggiungere nient'altro; le mie labbra si fiondano sulle sue per quello che mi sembra un bacio eterno.
Poi, la realtà ci ripiomba addosso, e riprendiamo il nostro lavoro, con la consapevolezza di essere più uniti che mai.

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helloooo, sono tornata!!!!
alloora, solite domande: cosa ne pensate del capitolo? Ci sono errori? Fatemi sapere ❤️

comunque, siete pronti al prossimo disastro? Non voglio anticiparvi niente, ma ne vedremo delle belle, anzi, brutte direi nei prossimi capitoli.
Un bacio a tutti voi lettori meravigliosi😘

ps: sto già pensando ad una nuova storia, adesso però vado a leggere tutte le storie che seguo e in cui sono rimasta indietro, scusatemiiiii 🌷

Da quando ti ho incontratoWhere stories live. Discover now