Parte 14 - Molly

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Molly

Parlare con Taylor mi ha fatto sentire più tranquilla.
Ho paura che la distanza possa giocarci brutti scherzi e che quindi possa allontanarci.
Ed io non posso perderlo, ho bisogno di lui.
È sempre stato un punto fermo nella mia vita, abbiamo passato gli anni del liceo insieme, è come se fossimo cresciuti grazie all'altro.
Mi sveglio e come al solito Steph dorme ancora.
Decido di non svegliarla e mi preparo per uscire.
Quando apro la porta della mia camera mi ritrovo Harry di fronte.
''Ehy, Steph dorme ancora'' dico bisbigliando per non svegliarla.
''Lo immaginavo ma non cercavo lei. In realtà sono qui per te.'' confessa.
''Ah'' è l' unica cosa che riesce ad uscirmi da bocca.
''Volevo fare colazione con te, ti va? Potremmo andare in un locale qui vicino, che ne dici?'' chiede.
Harry ha ormai capito che odio il cibo della mensa e adoro il fatto che se ne sia ricordato.
Sfodero un sorriso.
Ho proprio bisogno di mangiare qualcosa di decente.
''Certo!'' esclamo.
Chiudo la porta alle mie spalle e ci avviamo verso il parcheggio.
È ancora presto e, come al solito, ci sono pochissimi ragazze e ragazzi già svegli.
Quando saliamo in macchina e mette in modo mi sorge un dubbio.
''Ti svegli sempre così presto?'' chiedo.
Si agita leggermente sul sedile.
''Emh, a volte'' dice.
Non voglio che si svegli presto per me, non voglio che lui possa provare qualcosa per me che possa andare oltre l'amicizia.
Non voglio complicazioni.
Rimango in silenzio per un po'.
''Volevo portarti a fare colazione e Steph mi ha detto che esci presto la mattina.'' ammette alle fine.
''Non dovevi.'' dico e in macchina piomba un silenzio imbarazzante.
Quando parcheggiamo esce dall'auto e si avvicina a me.
''Non dovevo, ma mi andava.'' sussurra a poca distanza dalla mia faccia.
Improvvisamente preferirei essere in mensa, sola a fare colazione.
Prendiamo un tavolo in un angolo della sala, il locale è semivuoto e frequentato soprattutto da ragazzi, probabilmente gente che come me odia il cibo della mensa.
Ordiniamo ad una cameriera dall'aria molto annoiata e in poco tempo la nostra ordinazione è pronta.
''Allora, come ti trovi qui?'' chiede rompendo il silenzio.
''Bene, insomma, mi sembra tutto molto carino, me penso di aver visto ancora poco.'' rispondo.
''Magari qualche volta potrei portarti a fare un giro. Conosco abbastanza bene sia la città che l'università.'' propone con un gran sorriso.
Sembra così entusiasta che mi sento quasi in colpa a rifiutare, ma non voglio dargli false speranze.
''Emh...'' inizio a rispondere ma siamo interrotti dallo squillo di un cellulare.
Il suo.
Lo tira fuori dalla tasca e risponde mimandomi ''Steph''.
''Ehi'' dice.
''Certo, finiamo di mangiare e veniamo'' sentendo quelle parole guardo l'orario e mi accorgo che ormai è tardi.
''Si, a dopo'' dice prima di riattaccare poi, rivolto a me.
''Dobbiamo passare a prendere Steph, è in ritardo.'' dice.
''Si, okay, andiamo.'' Finiamo di mangiare in fretta e usciamo dal locale diretti all'auto.
Ha insistito per offrirmi la colazione e alla fine glielo ho lasciato fare.
Ha l'espressione triste e un po' delusa mentre guida, probabilmente si aspettava una risposta e probabilmente dovrei dargliela ma non ho voglia.
Quando arriviamo Steph non è ancora scesa.
''Salgo a chiamarla.'' dico ed esco velocemente dall'auto.
Improvvisamente si respira un'aria opprimente.
Busso alla porta e mi ritrovo di fronte una Steph in mutande.
''Steph, devi muoverti non voglio arrivare in ritardo per colpa tua!'' esclamo.
''Sisi, arrivo!'' replica mentre inizia ad infilarsi un pantalone e a riempire la macchina con cose prese alla rinfusa.
Usciamo pochi minuti dopo e troviamo Harry ad aspettarci vicino all'auto.
L'istituto in cui si tengono le lezioni è abbastanza vicino ai dormitori e si ci può arrivare tranquillamente a piedi, quando non sei in ritardo.
Lasciamo Steph vicino all'entrata secondaria, dove è l'aula in cui si tiene la sua lezione.
Vado con Harry a parcheggiare e appena spegne l'auto mi fiondo fuori.
Lui mi raggiunge tirandomi per una mano e mi fa voltare verso di lui.
''Allora il nostro giro?'' chiede con aria speranzosa.
''Harry, io... ho un ragazzo.'' dico tutto d'un fiato liberandomi dalla sua presa.
''Devo andare, ciao'' esclamo in fine scappando letteralmente via.
Non ascolto nemmeno la sua risposta, in realtà non so nemmeno se me l'abbia data.
Continuo a correre per sfuggire alla sua vista.
Mi sto comportando come una completa idiota con un ragazzo che vuole essere solamente gentile con me.
Probabilmente mi faccio troppe strane idee.
Continuo a correre per raggiungere l'aula di cui vedo già la porta chiusa.
Devo sembrare completamente matta.
Mia mamma mi ha sempre insegnato ad essere una ragazza composta e sistemata, se mi vedesse ora, probabilmente le verrebbe un infarto.
Ma devo, è il mio secondo giorno e già sono in ritardo.
Improvvisamente mi ritrovo stesa a terra, o meglio, completamente stesa su un ragazzo.
Sollevo  lo sguardo e mi ritrovo di fronte due occhi azzurri.
È il ragazzo della festa.
Si può essere più sfortunata di così?
''Ehi scheggia, dove corri? '' dice ma non accenna a muoversi.
Mi accorgo che lo sto fissando immobile e ordino al mio corpo di alzarmi.
Mi tiro su e lui fa lo stesso.
''Scusa, non volevo.'' dico mentre inizio a prendere tutte le mie cose da terra.
''Non preoccuparti, non posso dire che mi sia dispiaciuto'' replica facendomi l'occhiolino.
Guardo l'orologio.
È tardissimo.
Non posso entrare in classe a quest'ora.
Notando la mia espressione disperata e preoccupata dice.
''Tutto okay? C' è qualche problema?'' chiede curioso.
''È tardissimo! Tu non hai lezione?'' chiedo quasi urlando.
''Si e allora?''
''E allora non si entra in classe quasi 20 minuti dopo l'inizio!'' dico cercando di rimanere calma.
''Bene, allora andiamocene via! Pazienza, è solo una lezione.'' replica prendendo la mia borsa e incamminandosi verso l'uscita.
Ma chi si crede di essere questo qui?

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