Parte 44 - Molly

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Molly

Il letto di Micha è comodo e le lenzuola morbide, è tutto così accogliente, molto meglio del letto nel mio dormitorio, potrei quasi farci l'abitudine.
Quando apro gli occhi, mi guardo attorno ma la stanza è completamente vuota.
In quel momento la sveglia che avevo impostato sul cellulare suona, devo prepararmi per andare allo stage.
Mi tiro su dal letto e vado in cucina, passando davanti alla stanza degli ospiti, intravedo Tyler disteso sul letto mentre dorme profondamente.
Mi aspetto di trovare Micha ma non è né in salotto né in cucina; al suo posto c' è un post-it attaccato al frigorifero.
-Avevo delle cose da fare, ci vediamo in ufficio.
Micha-
Avrei preferito andarci con lui, in ufficio, ma non importa; se ha detto che ha da fare va bene così.
Fortunatamente ho messo la sveglia abbastanza presto da riuscire a prendere l'autobus e arrivare perfino in anticipo.
Frugo in frigo in cerca di qualcosa da mangiare, c' è ancora la mia torta preferita, quella che ho comprato con Micha quando andammo a fare la spesa insieme.
Involontariamente mi spunta un sorriso sulle labbra.
È davvero tanto dolce.
Ne mangio una fetta e corro nel bagno di Micha per fare una doccia al volo; non ho tempo di passare in dormitorio a prendere dei vestiti puliti quindi sono costretta ad indossare quelli del giorno prima.
Meno di 20 minuti dopo son già pronta.
Esco di casa in silenzio, non voglio svegliare Tyler, e mi incammino verso la fermata degli autobus.

Vedo in lontananza l'hotel in cui alloggia Taylor e, senza pensarci due volte, mi incammino in quella direzione.
In quel momento Taylor esce dall'entrata principale con la valigia in una mano e il cellulare nell'altra; quando mi vede gli spunta un sorriso sulle labbra.
''Sei venuta a salutarmi?'' dice.
''Stavo aspettando l'autobus e ho pensato di passare di qui.''
''Mi fa piacere che tu l'abbia fatto.'' afferma poi, con aria confusa, aggiunge: ''Come mai da questa parti? Non c' era una fermata più vicina al tuo dormitorio?''
La domanda mi lascia spiazzata, non so cosa dirgli, non so come possa prenderla.
Ma Taylor è sempre stato troppo bravo a capirmi, anche senza che dicessi alcuna parola.
''C'entra qualcosa lui?'' chiede.
''Taylor, non voglio litigare con te, lasciamo perdere per favore.''
In quel momento un taxi si ferma proprio di fronte a noi.
''Sai? Ti credevo diversa. Adesso devo andare.'' detto questo carica l sua valigia sul taxi e mi volta le spalle come se niente fosse.
Come se non sapessi che il mio comportamento l'ha ferito, come se non stessi male anche io.

Quando il taxi parte me ne torno sconfitta alla fermata dell'autobus che passa poco dopo.
Il tragitto è lungo e farlo da sola mi mette una certa tristezza.
Farlo da sola mi lascia spazio e tempo per pensare ed io non voglio pensare, non voglio rovinare di nuovo ogni cosa.
So che ho sbagliato tutto, che Taylor meritava molto di più ma, andare contro il cuore, è troppo difficile, non ce l'avrei mai fatta e sono stanca di mentire a tutti, perfino a me.
Prendo il cellulare e digito il numero di Micha.
Squilla un paio di volta poi scatta la segreteria, dove diavolo è finito?
Digito un messaggio veloce e glielo invio.
<Dove sei?>
Aspetto in vano una risposta che, però, non arriva.
Scorro la rubrica e arrivo al nome di Taylor. Sento che la cosa giusta è inviargli almeno un messaggio o chiamarlo, vorrei che tra noi ci fosse un buon rapporto, ho ancora bisogno di lui nella mia vita, come sempre d'altronde.

Quando arrivo agli uffici, entro e mi dirigo al mio ufficio ma, passando di fronte alla segretaria mi sento chiamare, per un momento ho perfino pensato che poteva essere Micha.
''Il signor Efron vuole vederti nel suo ufficio.'' esclama la segretaria.
''Va bene, grazie.'' rispondo prima di incamminarmi verso l'ascensore.
Quando arrivo di fronte all'ufficio del mio capo mi accomodo sulle poltrone e attendo con pazienza.
L'ufficio è completamente silenzioso tranne che per delle voci, o meglio grida, provenienti dalla stanza in cui tra poco dovrò entrare.
Riconosco la voce del signor Efron e una voce fin troppo familiare ma non è possibile, sicuramente mi sbaglio, non può essere lui.
''Questo non è un gioco, è una casa editrice! Non puoi fare quello che ti pare!'' grida una voce che identifico come il signor Efron.
''Non mi importa! Sei mio padre, cazzo!'' replica l'altra voce.
Sento le gambe iniziare a tremarmi, non è possibile.
Non può essere.
Scatto involontariamente in piedi quando la porta dell'ufficio si spalanca e ne esce un Micha con un'espressione furiosa sul volto.
Quando si ritrova faccia a faccia con me i suoi lineamenti si calmano e gli comprare un'espressione confusa e preoccupata.
''Molly, io... posso spiegarti.''
Non riesco a dire nemmeno una parola.
Non capisco più nulla di tutta questa situazione.
Micha è figlio del signor Efron? Perché non me l'ha detto? Perché avrebbe dovuto tenermelo segreto?
Posso davvero fidarmi di lui? È l'ennesimo colpo basso da parte sua; mi sento ferita, tradita, io mi fidavo di lui, credevo di conoscerlo abbastanza ma a quanto pare non è così.
Credevo di contare qualcosa per lui, ma non abbastanza perché potessi sapere la verità.
Lo guardo impassibile mentre si avvicina a me e mi prende per mano.
''Vattene.'' dico con un tono duro.
''Molly, per favore, posso spiegarti.''
''Non voglio ascoltarti.''
Mi libero dalla sua presa e corro verso l'ascensore, Micha fa per seguirmi ma entro in ascensore un attimo prima che le porte si chiudano e che lui riesca ad entrare.
Ho bisogno di un attimo per schiarirmi le idee, per pensare e per fare ciò devo restare sola.

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Sono tornataaaaaaaa! Del tempo per voi lo troverò sempre 💕
Spero che questo capitolo vi piaccia, fatemi sapere cosa ne pensate e se ci sono errori.
Vi ringrazio per il tempo che mi dedicate e per i vostri commenti, stelline e letture.
SIETE MERAVIGLIOSI!
GRAZIE ❤️

Da quando ti ho incontratoWhere stories live. Discover now