Parte 16 - Molly

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Micha guida con un'espressione sicura sul volto, come se il mondo gli appartenesse.
Decido di tralasciare la questione del nome, non mi va di discutere con lui, e gli chiedo dove siamo diretti.
''Dove stiamo andando precisamente?''
''Beh, ho pensato che non ti andava di perdere anche la lezione successiva, quindi potremmo andare a far colazione in un posto qui vicino, che ne dici?''
''Ho già fatto colazione, ma posso accompagnarti.'' dico rassicurandolo.
Ci fermiamo in un locale dall'aria molto accogliente ed entriamo accomodandoci al primo tavolo libero.
''Vieni qui spesso?'' chiedo notando la confidenza che ha con il personale.
''In realtà no, mi sono trasferito da poco, diciamo solo che sono una persona molto socievole.'' replica facendomi l'occhiolino.
Credo che le mie guance siano appena andate a fuoco.
''Prendi qualcosa?'' chiede poco prima che la cameriera raggiunga il nostro tavolo.
''No,grazie. Solo un bicchiere d'acqua.''
Micha ordina una quantità di cibo sufficiente a sfamare un'intera famiglia e prova più volte a farmi mangiare qualcosa; probabilmente penserà che sono una di quelle tipe che evitano di mangiare pur di non ingrassare.
Beh, si sbaglia.
Io amo mangiare, solo che non mi piace cucinare.
''Come mai la Estern?'' chiede ad un certo punto.
''Offre corsi di editoria fantastici, tra i migliori del paese.'' replico. ''E tu?''
''Io? Sinceramente l'ultima cosa che vorrei è essere bloccato in questo stupido college. Ma mio padre ha insistito e sai com' è, a certi genitori non puoi proprio dire di no.'' replica con uno sguardo triste.
''Penso che non dovresti lasciarti comandare da loro. Insomma sei grande abbastanza da decidere per te.''
Non mi risponde e fissa il suo piatto come se volesse fulminarlo.
Aspetto una risposta per qualche minuto e, quando finisce di mangiare, mi decido a riaprire bocca.
''Allora?''
Il suo sguardo glaciale mi trafigge.
Dicono ''occhi azzurri come il cielo'' ma quelli che vedo, sono azzurro ghiaccio.
Come se avesse appena innalzato tra di noi una barriera.
''Tu non sai assolutamente niente!'' replica quasi con un sussurro ma il suo tono riesce a farmi rabbrividire fin dentro le ossa.
Rimango muta immobile di fronte a lui che intanto si allontana da me andando verso la cassa.
Quando però lo vedo varcare la porta d'uscita del locale lo seguo a qualche passo di distanza.
Ho quasi paura ad entrare in macchina con lui ma alla fine decido di salire.
Nell'auto cala un silenzio glaciale.
Vorrei dire qualcosa, chiedergli scusa per qualsiasi cosa l'abbia offeso ma le parole non mi escono.

Quando arriviamo nel parcheggio scendiamo entrambi senza dire una parola; alla fine lui va via lasciandomi sola come un'idiota.
Questo ragazzo inizia ad innervosirmi.
Non credo di avergli detto qualcosa di così terribile da meritarmi un simile trattamento.
Prima mi chiede di saltare la prima ora di lezione per andare in giro con lui, poi mi molla nel parcheggio completamente sola e senza dire una parola.
Potrebbero investirmi in questo momento e sarebbe solo colpa sua.
I suoi sbalzi d'umore mi fanno impazzire; non sarei dovuta andare via con lui.

Mi avvio verso l'aula successiva e attendo che gli studenti dell'ora precedente escano prima di entrare e prendere posto.
Pochi minuti dopo un ragazzo dai capelli chiari si siede accanto a me.
''Ciao, sono Basil, come va?'' chiede una voce proveniente dalla direzione di quel ragazzo.
Mi volto e gli rivolgo un sorriso cordiale.
''Ciao, sono Molly. Tutto bene.''
''Sei nuova qui? Non ti ho mai vista in giro.'' dice con un tono curioso.
''Sono qui da qualche giorno.'' rispondo e torno a fissare di fronte a me.
Basil è un ragazzo davvero carino.
Ha i capelli ricci e biondi e un sorriso contagioso stampato in faccia; peccato che ho smesso di lasciarmi abbindolare da un sorriso.
Fortunatamente il professore entra in aula prima che possa aggiungere qualcosa e lo ringrazio mentalmente per la sua tempistica.
Non mi andava di parlare con lui, sono troppo impegnata a pensare al comportamento di Micha.
Ma ho bisogno di togliermelo dalla mente, altrimenti non riuscirò a memorizzare nulla di ciò che il professore sta dicendo.
Inizio a prendere appunti ma vengo interrotta da un bigliettino che mi arriva sotto forma di aeroplanino sul banco.
Lo apro, a quanto pare non sono l'unica che non riesce a concentrarsi.
<Colazione domani mattina?
- Basil >
Mi volto nella sua direzione e roteo gli occhi verso il cielo senza dargli una risposta.

Quando le lezione finisce esco dall'aula seguita da Basil che cammina a poca di stanza da me.
''Allora, domani?'' chiede facendomi fermare vicino alla porta.
Sto per rispondergli inventandomi una qualsiasi scusa per non andare ma noto a poca distanza da me Micha appoggiato al muro che mi fissa con uno sguardo trucido.
''Cosa?'' dico con un tono scorbutico a Basil.
"La colazione'' dice imbarazzato, probabilmente il tono che ho usato deve averlo demoralizzato.
Ma non è colpa sua.
La presenza di Micha mi irrita.
Sto per rispondergli che non posso, ma poi ci ripenso.
''Certo, ci vediamo alle 7.30'' replico alzando la voce in modo che lui mi senta.
Mi incammino superandolo con un'espressione trionfante mentre lui mi fissa furioso.
Bene, beccati questa.

Il telefono mi squilla in tasca e lo tiro fuori; sullo schermo compare un nome.
TAYLOR
Ero così impegnata in questa mia piccola rivincita da dimenticarmi di lui.
Un senso di colpa mi attanaglia lo stomaco.
Non avrei dovuto accettare l'invito di Basil solo per fare un dispetto a Micha e non avrei dovuto saltare la prima ora di lezione per passare del tempo con lui.
Mi rendo conto che non è giusto nei confronti di Taylor e della nostra relazione; lui non lo merita.
Raggiungo una zona silenziosa, lontana dal caos dei corridoi affollati e rispondo.
''Amore, come stai?'' chiede Taylor ancor prima che possa dire qualcosa io.
Il tono allegro che ha usato mi fa sentire ancora peggio.
''Bene, tu?''
''Benissimo, ho chiamato solo per salutarti, devo andare a fare un allenamento.''
Decido che devo dirgli di stamattina, è giusto che lui sappia.
''Io, devo dirti...''
''Amore devo andare''
Diciamo entrambi nelle stesso momento.
Mi interrompo per lasciarlo parlare.
''Scusa, possono pure aspettare gli altri. Dimmi tutto.''
Sarà stato il modo in cui si è rivolto a me, o la sua determinazione nel darmi tutto il tempo che desidero anche a discapito degli altri ma non ce l'ho fatta a dirgli tutto.
Chiamatemi codarda o come volte ma non posso guastargli l'umore o rovinare le cose tra noi, lo amo abbastanza da volerlo felice.
''Niente, volevo sapere quando venivi''
''Non lo so ancora, domani vado a fare i biglietti e ti mando un sms, ok?''
''Perfetto. A domani.''
''Ti amo.'' dice con un tono sicuro e colmo d'amore.
''Pure io'' replico con altrettanta convinzione.

Da quando ti ho incontratoWhere stories live. Discover now