Parte 66 - Micha

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Micha

Quando l'aereo atterra sono più nervoso di quanto mi aspettassi. Sono partito senza un piano generale, senza pretese ma con un mucchio di aspettative.
Spero davvero che la prossima volta in cui tornerò in quest'aeroporto sarà con Molly.
Frugo nella tasca del mio jeans e tiro fuori il cellulare, l'unica cosa che ho portato con me oltre il portafogli. Scorro nelle note e leggo l'indirizzo di Molly, memorizzandolo.
Esco in fretta e fermo il primo taxi disponibile dicendogli l'indirizzo di Molly; sono davvero troppo nervoso e penso che anche l'autista se ne sia accorto.
"Si tratta di una donna vero?", chiede improvvisamente.
"Si nota così tanto?", replico.
"Sei senza valigie e ti guardi attorno disorientato e anche un po' preoccupato, quindi suppongo che tu non stia tornando a casa ma che tu sia partito in tutta fretta e con l'intenzione di tornare presto. E solo una donna è in grado di farti lasciare tutto su due piedi e partire. Sbaglio forse?"
"Come fa a capire tutto questo?"
"Faccio questo lavoro da 35 lunghi anni, ho imparato a conoscere le persone dai loro comportamenti", replica come se fosse una dote naturale.
"Allora, come si chiama?"
"Molly. Ho fatto una cazzata dietro l'altra, sta volta, ho intenzione di fare la cosa giusta"
"Il fatto che tu sia qui è già una cosa giusta. Beh, buona fortuna", replica accostando vicino ad una casa, una qualunque per chiunque altro, ma non per me.
Tra poco la mia vita cambierà drasticamente, ogni cosa sarà diversa. È il momento di tirare le somme, di capire se la nostra storia è destinata a finire oppure no.
Esito un po' prima di trovare la forza di muovere le gambe, sto per conoscere i genitori della mia ragazza e molto probabilmente non gli farò una bella impressione.
Non ho dormito affatto durante il viaggio, sono stanco e probabilmente ho delle occhiaie spaventose e sono visibilmente scosso da tutto quello che è successo in quest'ultimo mese.
Non avrei voluto che mi conoscessero così, ma al meglio delle mie possibilità. Tuttavia, non lascerò che dei pregiudizi mi impediscano di vederla.
Mi avvicino lentamente alla porta e, una volta arrivato, busso piano.
Pochi secondi dopo la porta si apre lasciando comparire una signora che apparentemente somiglia molto a Molly ma, per me che la conosco bene, è facile notare le differenze.
Una tra tutte, per esempio, è il colore degli occhi, quello di Molly è di una gradazione di verde più chiara ma anche più luminosa.
"Salve, lei è la mamma di Molly, giusto?", dico educatamente con un sorriso stampato in faccia.
"Si", replica annuendo.
"Molly è in casa, potrei vederla?"
"È uscita poco fa, è andata a casa del suo ragazzo"
"Il suo ragazzo?", chiedo senza pensarci due volte.
"Si, Taylor. Abita alla fine della strada", dice indicandomi una casa alla fine della strada.
"Grazie, adesso vado. Arrivederci", la saluto cordialmente.
"Arrivederci", replica.
Le volto le spalle e mi incammino. Secondo i miei calcoli, quella dovrebbe essere la casa di Taylor, l'ultima persona con cui vorrei vedere Molly.
Percorro la strada e penso più volte a quello che vorrei dirle, senza riuscire a formulare una frase di senso compiuto.
Incrocio un paio di ragazze per strada che mi guardano in modo strano, probabilmente non sono abituati a vedere gente nuova da queste parti.
La casa è lì, Molly pure e scommetto che Taylor non ha esitato a lasciarla sola nemmeno per un momento.
Devo prepararmi all'eventualità in cui Taylor non voglia lasciarci da soli, devi fargli capire che vengo in pace e che non voglio farle nulla di male.
Busso piano anche se vorrei staccare questa porta a suon di pugni, vorrei non trovarmi in questa situazione, vorrei essere nel mio appartamento in questo momento a stringerla tra le mie braccia eppure sono qui. Perché sono un completo coglione e mi ritrovo, ancora una volta, a fare i conti con le conseguenze delle mie stupide azioni, delle volte in cui ho agito senza far funzionare il cervello.
Come previsto, Taylor viene ad aprirmi la porta.
"Immaginavo fossi tu"
Mi limito ad annuire, in circostanze come questa, non so davvero cosa dire.
"Ci ho provato, sai? Ci ho provato più volte a farle capire che tu non la meriti, ma non ci sono riuscito. Lei ti ama e per quanto mi sforzi di oppormi a ciò, devo arrendermi alla realtà.", afferma e rimango stupito dalle sue parole.
"Ma, se torna di nuovo piangendo ti spacco la faccia. Adesso vi lascio soli, sarò nei paraggi. Se la sento anche solo alzare la voce non ci penserò due volte ad intervenire"
Annuisco ancora una volta incapace di dire altro.
Taylor si allontana ed entro cautamente in casa. Cammino per la casa affacciandomi in ogni stanza fino a quando non la trovo.
È rannicchiata sul letto di quella che immagino sia la camera di Taylor, fa male vederla lì ma me lo merito.
"Molly", sussurro per attirare la sua attenzione.
Solleva la testa e mi fissa stupita. Giuro di averle visto un sorriso spuntare sulle labbra prima che il broncio prendesse di nuovo il sopravvento.

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Passate a leggere "INNAMORATA DEL MIO RAPITORE", la mia nuova storia❤️

Ps: aggiornerò più in fretta dato che mancano davvero pochi capitoli, voglio che ve li godiate senza lunghe attese😘

Da quando ti ho incontratoWhere stories live. Discover now