5. PERCHé MI IMPORTA?

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Quando la sveglia suonò, la mattina seguente, Keira si rese conto che Amy non era rientrata in camera a dormire.

Ma qui fanno tutti quello che vogliono? Pensò sbalordita, mentre si caricava i vestiti in spalla e si avviava al bagno per farsi una doccia.

All'istituto i bagni erano in comune: uno per le ragazze e uno per i ragazzi. Keira trovava piuttosto seccante il dover uscire dalla propria stanza in pigiama per raggiungere il bagno e non era così entusiasta all'idea di lavarsi insieme ad altre persone.

I suoi mesti pensieri mattutini si interruppero quando varcò la soglia della toilette delle ragazze: si trattava di uno spazio ampio, dotato di tutti i comfort. C'erano numerose cabine doccia, svariati lavandini sormontati da specchi e altrettanti cubicoli con i sanitari. C'era spazio sufficiente per ospitare ciascuna delle cinque ragazze contemporaneamente. L'unico handicap era la tizia dello staff medico che controllava la situazione appoggiata al muro piastrellato accanto alla porta.

«C'è una doccia per ognuna di noi», le spiegò una voce femminile alle sue spalle.

Keira si voltò e notò una ragazza poco più alta di lei dai lisci capelli biondi. «Per comodità ciascuna ragazza usa sempre la stessa, così possiamo lasciare la nostra roba all'interno del box sapendo che nessuno userà quella doccia tranne noi. Lo stesso vale per i lavandini, senza contare che così è tutto molto più igienico», concluse con un sorriso, fissandola con i suoi grandi occhi nocciola.

Keira era sicura di aver parlato con quella ragazza a cena, la sera prima, ma per, quanto si sforzasse, proprio non riusciva a ricordarne il nome.

«Grazie», replicò a disagio. Non poteva certo uscirsene con una frase tipo "a proposito, chi sei tu?" quando, probabilmente, la ragazza si aspettava che Keira si ricordasse di una che le si era presentata appena dodici ore prima.

«Sono Jeany. Abbiamo cenato insieme, ricordi?», aggiunse lei con un nuovo sorriso.

Keira annuì, mortificata. «Sì. Scusami. Ricordavo perfettamente di aver cenato con te, ma mi sfuggiva il tuo nome. Ieri ne ho sentiti così tanti che...» Era una scusa piuttosto debole, eppure era la verità, o almeno in parte. Del resto, dopo la nuova, spaventosa visione che aveva avuto la sera prima, i nomi degli altri pazienti erano passati un po' in secondo piano.

«Posso farti una domanda?», chiese Jeany sistemando l'asciugamani sul supporto in metallo fuori dal box doccia. Sembrava particolarmente importante per lei che le due estremità pendessero della stessa lunghezza da entrambi i lati.

«Certo, dopo la pessima figura che ho fatto puoi chiedermi ogni cosa», rispose Keira abbozzando un sorriso. Frugando nel suo beauty, si accorse che mancavano alcune delle sue cose e si accigliò; non l'aveva ancora usato dal suo arrivo - e sì, era andata vergognosamente a dormire senza lavarsi i denti - quindi non c'era alcuna possibilità che le cose che le mancavano fossero rimaste in camera o da qualche altra parte. Che le avesse prese Amy per farle un dispetto?

«Che c'è?», chiese Jeany notando la sua perplessità.

«Mancano alcune cose dal mio beauty...»

«Tipo cosa?»

«Beh... il tagliaunghie, la lima, le lamette...» Mentre parlava, osservando l'espressione di Jeany, Keira si rese conto di quale fosse la verità: non era Amy la responsabile di quelle sparizionia, ma il personale dell'istituto. Gli oggetti mancanti erano tutti potenzialmente pericolosi ed era stato stupido da parte sua credere che glieli avrebbero lasciati.

«Beh, sai, chi viene ricoverato qui viene privato di tutti le cose con cui ci si possa fare male, qualunque sia la patologia di cui si soffre. Per evitare incidenti, capisci?», spiegò Jeany a disagio.

NightFall - Il PortaleWhere stories live. Discover now