18. RISPOSTE - Parte 2

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Keira sentiva le proprie budella ballare il tip tap mentre procedeva lungo la spiaggia punteggiata di asciugamani colorati.

Darren era steso al sole, vicino a Michael e Carlos e la stava fissando. L'aveva notata subito, non appena lei aveva cominciato a camminare nella sua direzione, e sembrava attendere una sua mossa.

Ma da dove cavolo comincio?

Doveva mantenere la calma. Si asciugò i palmi sudati sugli shorts di jeans e accelerò il passo, impaziente di terminare quella camminata che sembrava dilatarsi all'infinito.

Nel frattempo, Amy aveva trascinato Lucas in acqua, per evitare che quest'ultimo si mettesse a pedinare Keira. Josh, invece, che non aveva niente in contrario al fatto che Keira parlasse con Darren, si era ritirato vicino a Jeany e le stava spalmando la crema sulla schiena, attività che praticava con estrema sollecitudine.

Quando giunse, finalmente, davanti ai tre ragazzi sdraiati al sole, Michael le rivolse un sorriso gentile.

«Ciao Keira!» la salutò.

Impacciata, lei replicò con un mezzo cenno della mano che sembrava più un tic che un vero e proprio saluto.

«Ehi... ehm... Darren, potrei... potrei parlarti, per favore?» riuscì a dire mentre la sua salivazione raggiungeva i minimi storici.

Il ragazzo la fissò, sorpreso. «Sì, certo», replicò subito, sollevandosi dall'asciugamani. Sembrava felicissimo che lei gli avesse rivolto la parola e Keira sentì un po' della tensione che le aveva irrigidito i muscoli scivolarle via di dosso.

Darren era in piedi davanti a lei, in attesa.

«Vuoi farlo qui, oppure...» le domandò con tono ed espressione perfettamente normali.

«N-no», si affrettò a replicare, «andiamo in hotel, ok?»

Darren annuì e lasciò che Keira gli facesse strada, mentre attraversavano la spieggia in direzione dell'albergo, seguiti con lo sguardo da un paio di inservienti.

Darren era così tranquillo e normale che Keira cominciò a chiedersi se non si fosse sognata tutta la conversazione avuta con lui tempo prima e persino quella tra Darren e Beth.

Oltrepassarono l'ingresso e poi filarono su per le scale, senza farsi beccare da Kettner, che stava giocando a carte assieme a Velmont e alla dottoressa Fitzpatrick.

Quando raggiunsero la stanza di Keira e si chiusero la porta alle spalle, il cuore della ragazza cominciò di nuovo a battere con prepotenza. Era una mossa azzardata, la sua. Ora si trovava sola con Darren, lontano da tutti.

«Stai bene, Keira?» le domandò il ragazzo, con espressione preoccupata.

Lei aggrottò le sopracciglia e annuì, portandosi una mano al petto nel tentativo di frenare il suo battito accelerato.

«S-senti, Darren, io...»

Così non va, ci metterò dieci ore se continuo a parlare balbettando come una cretina. Fai un bel respiro, Kei...

Sollevò lo sguardo e incontrò gli occhi castani di Darren. «Io volevo farti delle domande.»

Lui non sembrò scomporsi. «A che proposito?»

Keira cominciò a picchiettare con il piede a terra. La stava prendendo in giro?

«Lo sai», replicò decisa. «Darren, tu mi hai detto delle cose tempo fa. Cosa molto strane. Ora non puoi fingere che...»

Lui mi liquidò con un gesto della mano. «Ah quello? Non farci caso, non avevo preso le mie medicine», disse con noncuranza.

Keira lo fissò, impietrita.

NightFall - Il PortaleWhere stories live. Discover now