13. BACIAMI - Parte 3

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Ancora con la testa tra le nuovole a causa del bacio, Keira seguì Lucas attraverso il cortile, lasciando che il ragazzo la trascinasse verso l'arzilla signora che sbracciava e sorrideva al loro indirizzo. Sapeva di doversi concentrare sui simboli e su cosa domandare a nonna Mary, ma in quel momento non riusciva a pensare ad altro che a quel bacio, il suo primo bacio, il bacio più bello della storia dei baci.

«Lucas!»

Erano praticamente di fronte a Mary quando Keira so decise finalmente a tornare al momento presente. Lucas era nel frattelpo stato sequestrato dalla braccia di sua nonna, che lo stringeva in una morsa quasi mortale.

«Vieni qua! Sei sempre più bello, com'è possibile?» esordì Mary, stropicciando la guancia del ragazzo. Keira si chiedeva la stessa identica cosa.

Lucas ridacchiò e poi circondò la vita di Keira con un braccio. «Nonna Mary, lei è Keira. È qui da poco», disse con un sorriso. Per qualche momento, Mary la studiò con occhio attento e sospettoso, ma, alla fine, come se avesse deciso che era degna della sua considerazione, la donna le fece un ampio sorriso e le strinse la mano.

«Molto lieta signora... Coleman?» tentò Keira, impacciata.

«Chiamami Mary, oppure nonna, se preferisci», rispose la donna, sbrigativa.

Lucas stava trattenendo a stento un sorriso e a Keira non era mai sembrato più bello di così. Ok, quel bacio doveva averle fuso i neuroni, per forza.

«Nonna, Kei e io vorremmo parlarti di una questione un po' delicata...» cominciò lui, guardandosi intorno.

Mary lo fissò, strabuzzando gli occhi. «L'hai messa incinta? Oh Signore! E non potevi farmi sedere prima, almeno!»

«Nonna! No!» sbottò Lucas sghignazzando, mentre Keira sentiva il viso diventare bollente.

Mary sembrò rilassarsi subito. «Ah, beh in tal caso... posso sedermi comunque dove c'è più fresco? Non sono più giovane come un tempo e questo caldo mi indebolisce.»

«Certo.» Lucas prese Keira per mano e scortò lei e la nonna verso l'ingresso dell'istituto. «Scusami», sussurrò all'orecchio di Keira.

Lei lo guardò in tralice. «Devi esserti dato alla pazza gioia, se tua nonna ha pensato che mi avessi messa incinta...» borbottò lei.

Lucas si grattò la nuca, imbarazzato. «Dai, stava scherzando!»

«Sì, come no...»

Quando furono nella sala relax, Mary sedette su uno dei divani e appoggiò la borsa ai propri piedi.

«Oh, molto meglio!» sospirò soddisfatta. L'aria condizionata era accesa e rendeva l'ambiente decisamente piacevole rispetto al caldo torrido dell'esterno.

Keira si guardò intorno e notò che, a parte loro tre, nessun altro era rimasto nella sala relax. Avrebbero potuto parlare in completa tranquillità. Mary fece cenno ai due ragazzi di sedersi accanto a lei e loro obbedirono. Quando si furono sistemati, Lucas intrecciò le dita a quelle di Keira, provocandole un piacevole brivido lungo la schiena.

«C'è una cosa che dobbiamo mostrarti, nonna. Abbiamo bisogno della tua competenza, ma ti prego, non farci domande, perché non possiamo rispondere», cominciò Lucas, teso.

Mary lo scrutò per qualche secondo e poi annuì. Fu solo allora che Lucas incoraggiò Keira a scoprire le rune.

La ragazza sfilò il bracciale che celava i primi due simboli che le erano spuntati e allungò il polso vers la vecchia signora. Il viso di Mary fu attraversato da una serie di emozioni diverse: prima lo stupore, poi il timore, il dubbio e infine la preoccupazione. Le fissò la pelle per diversi secondi, senza proferire parola, mentre passava le dita su quelle linee simmetriche che, stando a ciò che le aveva detto Lucas, costituivano i simboli dell'alfabeto runico.

«Di che cosa si tratta, esattamente?» domandò, infine.

Fu Lucas e rispondere. «Speravo potessi dircelo tu, nonna.»

Lo sguardo di Mary si spostò su Keira. «Li hai fatti tu?»

Lei scosse la testa. «No, signora. C-compaiono da soli», ammise. Non era facile parlare di ciò che le stava succedendo con una perfetta sconosciuta, eppure Keira si fidava di Lucas, di conseguenza si fidava anche di sua nonna.

«Ho bisogno di sapere cosa significano. Che messaggio portano», precisò Lucas, rivolto a sua nonna.

Mary lo fissò, accigliata. «Sicuramente le hai riconosciute Luc. Sono rune, un antichissimo alfabeto usato dalle popolazioni germaniche e scandinave ai tempi delle invasioni barbariche in Europa», spiegò a beneficio di Keira.

Lucas annuì. «Già. Però io non le conosco bene come te, non so leggerle», rispose lui, pacato.

«Vuoi che ti dica cosa significano? Perché, sinceramente, non saprei come spiegare il fatto che si trovino sul braccio di questa tua amica», precisò Mary, continuando a spostare lo sguardo tra il nipote e il braccio di Keira.

«Sì. Vorremmo cercare di capire qualcosa, fosse anche solo la traduzione dei segni», incalzò il ragazzo.

Mary sospirò. «Bene. Beh... come sai, runa significa segreto o mistero, pertanto capire il messaggio che esse nascondono non è facile. Ci sono tante possibili interpretazioni e non è detto che troviamo quella giusta. Trovo comunque che il significato del termine sia quantomeno azzeccato. Se è vero quel che dici e questi segni compaiono da soli sulla tua pelle, sarebbe davvero un bel mistero.»

«È così nonna», intervenne Lucas, «li ho visti io personalmente.»

«E in quali circostanze?» chiese Mary, curiosa.

Il ragazzo scosse la testa e abbassò lo sguardo. «Non te lo posso dire.»

Mary restò per qualche tempo in silenzio e Lucas poté leggere nei suoi pensieri tutta la sua diffidenza. Era indecisa se fosse il caso di dire al nipote che non amava i giochetti, o se credere nelle sue buone intenzioni e dargli fiducia.

Alla fine, Mary parlò. «Dunque questo...» cominciò indicando il primissimo simbolo apparso sul polso di Keira «è Hagalaz. Vuol dire grandine, visione e annuncia rotture e cambiamenti, sia positivi che negativi. Può anche annunciare una morte», spiegò.

Lucas e Keira si fissarono per un lungo momento. Rottura, cambiamenti negativi. Morte. Era la stessa runa che si era manifestata quando Keira aveva visto l'incendio in cui avevano perso la vita i suoi genitori. Il momento in cui lei e Josh avevano perso la vita che avevano sempre conosciuto.

Mary si schiarì la voce e Lucas e Keira tornarono a prestarle attenzione. «Questa qua è Ansuz. In questo caso la runa è rovesciata e quindi significa menzogna...»

Keira guardò Lucas, preoccupata. Ricordava anche quella visione, aveva visto un serpente che si mordeva la coda per poi iniziare a roteare. Che cosa significava? Forse il serpente indicava un inganno? Chi aveva mentito?

A quel punto Lucas sollevò la manica della t-shirt di Keira, rivelando alla nonna le ultime tre rune che le erano comparse. «Queste sono fresche...» commentò la donna.

«Di ieri sera, nonna», spiegò lui.

Mary scosse il capo e le studiò attentamente, partendo da quella più in alto. «Questa...» e indicò una specie di erre «è Raido. Significa viaggio, ma anche ricevere un messaggio. Più sotto abbiamo Perthro che indica il fato, significa profezia, infine...» disse toccando l'ultimo simbolo, che era una freccia rivolta verso l'alto, «Teiwaz. Questa è la guerra», concluse con sguardo tetro.

«Niente di buono, insomma», commentò Lucas con un sospiro. Keira tremava impercettibilmente, non aveva ancora mostrato a Lucas cosa aveva visto la sera prima, altrimenti non si sarebbe di certo aspettato qualcosa di positivo da quei simboli.

«Dipende. Con le rune tutto dipende dall'interpretazione che dai al significato letterale. Per esempio Teiwaz... può essere guerra fisica come spirituale. È tutto molto relativo e va inteso in relazione alla persona», spiegò Mary.

Keira annuì, mesta. Non sapeva molto più di prima, ma quel poco che aveva scoperto non era di sicuro incoraggiante. «Ok... grazie.»

NightFall - Il PortaleWhere stories live. Discover now