25. NON DIMENTICARE - Parte 2

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Non era sicura di dove fosse, ma una cosa era certa: si trovava sdraiata.

Aprì gli occhi lentamente, cercando di mettere a fuoco il luogo in cui si trovava. L'aria era satura di umidità e la superficie su cui stava distesa era fredda e bagnata. Sembrava una specie di roccia.

Alcuni rumori accanto a lei la spinsero a voltare la testa, ma si rese conto di non poterlo fare. Qualcosa le bloccava il collo e le impediva di muoversi. Quando provò a sollevare le mani, si rese conto che anche queste erano intrappolate, immobilizzate lungo i fianchi. Una morsa di terrore la travolse quando ricordò cos'era successo e cominciò ad agitarsi, cercando di divincolarsi da quei fermi di ferro che le bloccavano il corpo e che sembravano piantati nella roccia su cui era sdraiata.

«Smettila» le ordinò una voce bassa e glaciale da un punto poco lontano. In quel momento, una figura incappucciata entrò nel suo campo visivo, facendole sfuggire un grido dalle labbra.

«Finirà presto, tranquilla.»

Una seconda figura, più minuta, si aggiunse alla prima e le afferrò l'avambraccio, premendo sul gomito e avvicinando alla sua pelle qualcosa di freddo e appuntito. Keira non poteva vedere cosa fosse, dato che la sua testa era bloccata, ma non era difficile intuirlo: si trattava di un coltello.

Mancavano tre rune per completare l'incantesimo e poi Loki avrebbe potuto usarla come ingresso per approdare sulla Terra. Almeno, questo era ciò che Darren le aveva detto. Era anche possibile che fossero tutti pazzi e che lei stesse per essere fatta a pezzetti da un mucchio di squilibrati.

Quando sentì una fitta di dolore pungente attraversarle la spalla, gemette, chiudendo forte gli occhi in attesa che il bruciore passasse. Il sangue cominciò a colarle lungo il braccio, accumulandosi sotto la sua spalla, mentre la figura incappucciata continuava la sua macabra opera d'arte usando la sua pelle come superficie da incidere.

«Basta. Vi prego, basta...» singhiozzò, accorgendosi solo in quel momento delle lacrime che le bagnavano il viso e scendevano lungo le tempie.

Pensò a Lucas, alla bellissima notte che avevano trascorso insieme, alle sue carezze, la sua dolcezza, i suoi occhi di ghiaccio che riuscivano a essere così caldi quando si posavano su di lei. Una fitta le squarciò il petto e le lacrime presero a scendere più copiose, mescolandosi al sangue che si era accumulato sotto di lei.

«Le rune ci sono tutte» dichiarò l'incappucciato che le aveva tagliuzzato la pelle e che, a giudicare dalla voce, doveva essere una donna.

«Bene. Sarebbe stato meglio aspettare che si formassero da sole, ma il tempo stringe e il guerriero si sta svegliando» disse l'altro.

Lucas!

«Cosa accadrà?»

«Il nostro Signore sarà solo un po' più debole, ma avrà tutto il tempo di rimettersi in forze quando si sarà stabilizzato nel corpo dell'ospite.»

Ospite?

«Dov'è Kettner?»

A quel nome, Keira sussultò, trattenendo il fiato. Le forze le stavano venendo meno, ma voleva restare lucida e assimilare più informazioni possibili.

«Sta arrivando.»

Una terza figura si approssimò alle altre, posando le mani sulla roccia accanto a Keira.

«Siamo pronti. Prendete il libro e l'Athame

L'ultimo arrivato si abbassò il cappuccio e scrutò Keira con un paio di occhi dello stesso color acquamarina dei suoi. Era alto, i lineamenti erano marcati ma eleganti e i capelli, castani, erano pettinati all'indietro. Aveva un'aria familiare, ma Keira era sicura di non averlo mai visto prima.

«Ciao, Keira» disse con un sorriso che le gelò il sangue nelle vene.

Le afferrò il braccio, premendo sulle ferite ancora fresche e facendola gridare per il dolore.

«Ti sono mancato, figlia mia?»

NightFall - Il PortaleWhere stories live. Discover now