7. CONOSCIMI - Parte 2

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Keira non sapeva cosa volesse Lucas da lei, ma non poté evitare di sentirsi emozionata e curiosa quando lui le chiese di incontrarlo dopo cena. Jeany, invece, non sembrava convinta. Era stata proprio lei a recapitarle il messaggio di Lucas e da più di cinque minuti osservava Keira con espressione pensosa.

«Non credo che dovresti andare», disse infine.

Keira la fissò, sorpresa. «L'hai letto?»

Jeany sembrò a disagio di fronte a quella domanda e cominciò a esaminare con cura il vestito verde che indossava.

«Beh, io volevo assicurarmi che non fosse nulla di cattivo, sai... hai già litigato con tuo fratello e non volevo... mi dispiace.»

Nonostante quella palese violazione della sua privacy, Keira non poté arrabbiarsi con Jeany. Era stata dolce a preoccuparsi per lei e non solo, da quando era arrivata all'istituto, Jeany si era sempre comportata in modo gentile, come una vera amica, nonostante si conoscessero da appena pochi giorni.

«Ti ringrazio», disse alla ragazza.

Jeany le rivolse un sorriso timido e prese una ciliegia dalla piccola ciotola sul suo vassoio. Prima di metterla in bocca, tirò fuori dalla tasca del cardigan una bottiglietta di liquido trasparente, ne versò un po' sul tovagliolo intonso e pulì la ciliegia con minuzia maniacale.

«È gel igienizzante», spiegò a Keira che la guardava a bocca aperta.

«Ma non sono già lavate?», domandò perplessa. Lei ne aveva appena ingurgitate una decina.

Jeany sembrò scandalizzata. «Certo, ma chissà in quante mani sono passate! E quanti germi ci si sono depositati sopra da quando sono in questa ciotola!», disse con fervore.

Keira si limitò ad annuire e a mascherare il suo sconcerto. Il disturbo ossessivo compulsivo di Jeany era secondo solo alla sua misofobia.

Alle nove in punto, Keira sgusciò via dalla sala mensa e si affrettò lungo il corridoio che costeggiava il cortile, diretta alla stessa porta finestra dalla quale era uscita la sua prima sera al Sunrise. A circa metà percorso, la ragazza notò una sagoma che si muoveva esitante, quasi spalmata al muro, come se fosse sull'orlo di un precipizio e temesse di cadere.

«Juliet?»

La giovane sobbalzò quando si accorse della presenza di Keira e abbassò immediatamente lo sguardo sulle proprie scarpe. Indossava dei semplici pantaloni di lino e una t-shirt blu e i capelli chiari le ricadevano davanti al volto quasi a fare da scudo tra lei e il mondo esterno.

«Tutto bene?», chiese piano Keira, sperando che Juliet non fuggisse in preda al panico.

La ragazza alzò gli occhi solo per un istante e borbottò qualcosa che somigliava a un sì.

«Bene, beh... buona serata allora.»

Juliet annuì e le scivolò accanto, superandola e avviandosi verso le stanze da letto. Prima di sparire, però, si voltò di nuovo nella sua direzione. Keira colse il movimento con la coda dell'occhio e restò in attesa curiosa di capire cosa avrebbe fatto la ragazza. Con sua grandissima sorpresa, Juliet le rivolse un brevissimo e incerto sorriso per poi fuggire oltre l'angolo del corridoio.

Non se l'era sognato! Juliet, la ragazza che soffriva di panico sociale e che tendeva sempre a nascondersi da tutti, le aveva appena sorriso! Keira sentì qualcosa di simile alla gioia scoppiettarle nel petto. Non credeva che un semplice sorriso, proveniente per di più da una persona quasi sconosciuta, avrebbe potuto farle un effetto simile, invece era stato sufficiente a regalarle un momento di felicità.

NightFall - Il PortaleWhere stories live. Discover now